sabato 22 marzo 2014

Perdonare fa bene...se si riesce a farlo...

Perdonare qualcuno che ci ha fatto molto soffrire non è certo un'impresa facile anzi...generalmente siamo tutti un pò rancorosi, tendiamo tutti a meditare vendette ai danni di chi ci ha fatto del male, questo non vuol dire che poi ci vendichiamo, ma, in tutta onestà, vedere soffrire la persona che a sua volta ci ha fatto soffrire è un piacere che, anche se in minima parte, proviamo un pò tutti.Eppure perdonare fa bene...perdonare fa bene non a chi riceve il perdono, attenzione, o almeno non solo a chi viene perdonato, ma anche e soprattutto fa bene a chi ha la forza, il coraggio, la bontà d'animo  di perdonare. Tutte le religioni, ma proprio tutte, tra le fondamenta su cui poggia il loro Credo, mettono come primo mattone la capacità di perdonare. Se partiamo dal presupposto che ogni religione è stata elaborata da menti superiori, da cuori puri, questo vuol dire che il perdono può soltanto migliorarci, che il predicare il perdono nei secoli dei secoli, ha migliorato l'essere umano fino a portarlo a quello stato di coscienza in cui ci troviamo oggi, e ricordo che non si parla di perdono ricevuto ma dato dato con generosità e sincerità. Adesso vari studiosi, scienziati, psicologi e filosofi sono concordi nell'affermare che il perdono è un atto generoso, che fa bene a chi lo compie; fa bene al suo corpo, alla sua mente, alla sua anima.
Per esempio sembra che persone capaci di perdonare hanno pressione arteriosa più bassa, sistema immunitario più forte, sono meno soggetti a stress, stanchezza e depressione. Perchè? Perchè il nostro cervello ha una zona preposta a percepire gli eventi e ad influenzare la nostra sfera emotiva. Quando perdoniamo, quando calmiamo la nostra rabbia, questa zone si attiva e ci permette di vedere in termini positivi un evento che prima percepivamo come negativo. Non solo, l'attivazione di questa zone della corteccia cerebrale ne stimola un'altra associata all'empatia...quindi quando riusciamo a perdonare, il quando è d'obbligo direi, stimoliamo la nostra sensibilità, riusciamo a capire meglio gli altri e per una reazione biochimica del tutto naturale, il nostro corpo è continuamente attraversato da reazioni biochimiche, gestiamo meglio l'ansia e la rabbia. Ok questa è la parte prettamente scientifica, razionale, del perchè è necessario, perchè di necessità si tratta, perdonare...
Passiamo ad altro...cosa succede se non perdoniamo qualcuno? Cosa succede se portiamo rancore verso qualcuno oggi e domani e ancora domani?Succede che noi, i portatori di questo rancore, di questa rabbia di questo non-perdono, ci avveleniamo l'anima, la coscienza e questo veleno ci zavorra la creatività, la fantasia, la capacità di pensare portandoci a produrre solo pensieri negativi e di conseguenza a vedere tutto nero e ad agire in modo negativo...in pratica pensando continuamente al male che ci è stato fatto, più o meno consapevolmente, tendiamo ad attirare altro male perchè noi per primi siamo negativi nei confronti di chi ci circonda ed agiamo con conseguente negatività. Ma poi passa il tempo, il tempo che magnifico alleato, e tendiamo se non a dimenticare almeno ad affievolire il ricordo del male che ci è stato fatto...quello che fino ad un mese, un anno, dieci anni fa sembrava imperdonabile, gravissimo, improvvisamente diventa cosa di poca importanza, diventa offesa perdonabile e così tendiamo a ridimensionare il nostro rancore, la nostra rabbia verso quella persona...perchè non farlo prima allora? Gli psicologi sostengono che in realtà la scelta di perdonare è una scelta razionale, una scelta che aiuta prima di tutto noi stessi. Scegliendo la via del perdono, si sceglie di non accumulare rabbia, odio, risentimento; sentimenti negativi che non solo non migliorano la situazione ma la peggiorano; perdonando si sceglie, noi per primi, di non soffrire e scegliendo razionalmente di non soffrire si sceglie di fare pace con il nostro passato e di guardare con serenità al futuro.E' come se si spalancasse la porta al bene invece che al male, male che, non perdonando, facciamo prima di tutto a noi stessi. 
Va da sè che la capacità o meno di perdonare è non solo molto individuale, dipende molto dal tipo di carattere che si ha, ma è anche molto funzionale al torto che ci è stato fatto...Ma onestamente nell'arco di tutta una vita pochi di noi hanno subito sulla propria pelle offese o dolori così gravi che diventa proprio difficile, se non impossibile, perdonare, Ci sono dolori  così devastanti che, credo sia molto difficile perdonare chi li ha causati( eppure la dott.ssa M.G.Lopardi, avvocato, dice:"Il perdono aiuta la vittima di un'ingiustizia a liberarsi di un senso d'impotenza. Diventa un gesto attivo che non la fa più sentire in balia di quello che è stato.Tutto questo è ancora più forte quando ci si trova di fronte ad episodi gravi o tragedie collettive: il perdono permette di riconciliarsi con la società e di recuperare fiducia nelle istituzioni.Un passo fondamentale per continuare a vivere." Ecco questa affermazione dà origine a molte riflessioni sulla necessità di perdonare anche chi è stato causa di una vera tragedia.) ma senza entrare nel dettaglio di certe atrocità, vorrei far notare che giornalmente tutti noi subiamo, chi più chi meno, piccoli sgarbi quotidiani sia dalle persone a noi vicine, sia da perfetti estranei, che tutti noi se scaviamo nel nostro passato abbiamo un grave torto da perdonare che so ai nostri genitori, a nostro marito/moglie, all'amica del cuore...tutti ma proprio tutti noi...ecco in questi casi riflettere sulla capacità e sul desiderio di perdonare queste persone non può che farci bene e poi vorrei aggiungere solo un'ultima cosa: siamo così sicuri che noi non abbiamo mai fatto del male a nessuno? Siamo assolutamente certi che noi non abbiamo, nei confronti di amici, genitori, figli, consorti, niente da farci perdonare? Sbagliare, con consapevolezza o meno, lo facciamo tutti, quindi tutti abbiamo bisogno di farci perdonare qualcosa... perchè allora non cominciare noi per primi a perdonare gli altri così da insegnare agli altri a perdonare noi?
Il perdono libera l'anima e cancella la paura.
( Nelson Mandela )


8 commenti:

  1. Bel post! Perdonare significa lasciar andare e lasciar andare rende liberi!
    Ti ho trovata casualmente mi piace il tuo blog, ti seguo con piacere.
    Serena

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    1. Non riesco ad unirmi ai tuoi lettori fissi.....pare sia un problema di questi giorni di blogger.....speriamo risolvano presto!

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    2. Ciao Serene, benvenuta...
      Che bella frase:"Perdonare significa lasciar andare"...vero lasciar andare la negatività che noi, non perdonando, alimentiamo pensando di fare del male alla persona che ci ha ferito ed invece lo facciamo per prima a noi stessi. Ma anche qui la cosa credo sia molto soggettiva. Ci sono persone che vivono di negatività, persone che amano lamentarsi dei torti subiti, che preferiscono vedere solo dolore e cattiverie nella loro vita e credo che perdonare, riuscire a perdonare, in realtà farebbe bene proprio a queste persone.
      Mi fa molto piacere che il mio blog ti piaccia e spero di vederti presto tra i miei lettori fissi, ogni nuovo lettore è sempre uno stimolo a portare avanti questo blog che ultimamente, se devo essere sincera, ho un pò trascurato. Quindi spero continuerai a provare e a leggermi .
      Ciao e grazie...

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  2. Ciao Rosanna, leggendo condivo in pieno. La rabbia e altri sentimenti negativi sono a detrimento della capacità di amare dell'individuo(voler il bene dell'altro, la sua crescita..) e alla fine paradossalmente reca un danno a chi la coltiva ad oltranza. Mi è poi venuto in mente il discorso di A. De Mello, psicoterapeuta gesuita, in merito alla nostra incapacità di essere felici e liberi e lui suggerisce alcune cose che sono attinenti al tuo discorso. In merito alla rabbia, pensieri e sentimenti negativi lui suggerisce di dire a se stessi "io non sono questo sentimento, io non sono i miei sentimenti". Staccarsi quindi da sentimenti negativi per conservare il proprio io ma non solo. Lui dice che quando abbiamo difficoltà nelle relazioni umane, siamo noi a dare il potere agli altri di essere tristi o felici, di essere arrabbiati o nervosi. Dovremmo essere capaci di staccarci dalla dipendenza emotiva dagli altri. La nostra felicità, come la nostra infelicità, non ha cause esterne (offese, esperienze negative, la disistima altrui ecc) ma risiede nella pienezza di possederci. L'odio e la mancanza di perdono ci inchioda al passato e ci preclude il qui ed ora dove possiamo davvero essere liberi. " Quando nulla potrà farvi del male, nessuna persona, nessuno evento, nulla, allora sarete veramente felici".

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    1. Ciao Angelo,
      è un piacere rileggerti.Leggendo il tuo commento mi è venuto in mente un aneddoto, consiglio, esercizio mentale, non saprei come definirlo, che gli psicologi usano molto e che a me è stato, appunto, riferito da un amico psicologo. Loro dicono di pensare alla nostra mente come se fosse un bicchiere d'acqua. Un bel bicchiere d'acqua limpida e pulita. Se noi in questo bicchiere d'acqua mettiamo della terra quest'acqua inizialmente si intorpidisce ma poi la terra si deposita sul fondo restituendo all'acqua una certa limpidezza, anche se non la completa limpidezza di prima, ok! Se non tocchiamo niente la terra resta sul fondo e l'acqua limpida ma se prendiamo un cucchiaino e cominciamo a rimestare all'interno di questo bicchiere l'acqua tornerà a diventare opaca e sporca...Ecco la terra che immettiamo nel bicchiere altro non è che l'insieme dei pensieri negativi che ognuno di noi ha, anche se per poco tempo, ogni giorno. Piccoli sgarbi, problemi, delusioni, preoccupazioni ecc. Se noi non rimestiamo continuamente questi pensieri, questa negatività, loro tenderanno a depositarsi nei meandri della nostra mente e la nostra mente anche se non completamente limpida potrà comunque avere un grado di purezza tale da essere ancora potabile. Quindi potremmo ancora vivere con serenità i nostri rapporti con gli altri e con noi stessi. Ma se noi continuiamo a pensare e a ripensare al male, al dolore, alle cattiverie che abbiamo subito, la nostra mente non sarà mai pulita e predisposta a vedere le cose nel migliore dei modi e noi vedremo sempre la realtà che ci circonda in modo negativo, vedremo il mondo opaco ed inquinato dai nostri pensieri negativi...Certo non è facile ma niente è facile e meno di ogni altra cosa educare noi stessi a diventare migliori, per noi prima e per gli altri poi. Credo infatti che solo migliorando noi stessi, il nostro modo di porgerci agli altri e alla vita potremo veramente migliorare gli altri e il mondo, la realtà, che ci circonda. come ha detto Buddha "diventa il cambiamento che vuoi vedere nel mondo".
      Ciao carissimo il mio Angelo e grazie...

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  3. Ciao Mauri,
    si certo torti ne abbiamo subiti e ne subiremo tutti ma ne abbiamo anche fatti e ne faremo noi agli altri in realtà. Per fortuna non siamo perfetti, sai che noia altrimenti, quindi è inevitabile che se ci sentiamo feriti possiamo a nostra volta ferire...Non so sai se il/non provare odio è qualcosa a cui si può essere educati...in realtà non credo. Credo che l'odio sia un sentimento così fortemente negativo, secondo me è l'altra faccia dell'amore, che per arrivare ad odiare qualcuno devi conoscerlo molto bene, stimarlo, averne molta fiducia...non so credo che anche all'odio bisogna essere predisposti...Per arrivare ad odiare qualcuno devi conoscerlo molto ma molto bene devi amarlo o averlo amato molto e deve averti fatto qualcosa di veramente grave e a quel punto odiando questa persona in realtà è verso te stesso che provi un sentimento negativo perchè hai amato e riposto la tua fiducia nella persona sbagliata. Insomma l'odio secondo me è qualcosa legato non ad un torto, ad un offesa per quanto grave ma piuttosto ad un delusione nella fiducia risposta in questa persona e per delusione, molto profonda, non intendo solo delusione amorosa. Mah...credo di essermi persa nei meandri della mia mente, meglio chiudere qui...
    ciao, un abbraccio e grazie...

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  4. Guarda Ros,
    io soffro di pressione bassa, eppure m'infiammo subito come 1 cerino e sono propensa allo stress come nessun altro... come si spiega allora?! )))
    A dire la verità, il perdono mi riconcilia con me stessa di solito, anke se mi riesce difficile farlo... sarà x quello ke soffro di conflitti interiori?! ))
    Ora esco e vado a cercare il banketto LAV in centro a Sanremo, dove comprerò le uova pasquali e firmerò la petizione pro-delfini x kiudere gli zoo acquatici e fermare la loro strage nelle isole Taji in Giappone... ma i maledetti gialli no, loro non li perdonerò mai!!
    Ti abbraccio & alla prox... sempre sperando nel divino perdono!! ))

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    1. Ciao Fiore,
      curioso io soffro di pressione alta e, come tu sai, non mi arrabbio quasi mai...in realtà pare che sia proprio per questo che la mia pressione si è sballata, mi ha detto il cardiologo che dovrei liberare lo stress...gridare, insultare, arrabbiarmi insomma. Non è nel mio carattere cerco sempre di capire e di mettermi nei panni degli altri...
      Sai qui da me niente banchetti, siamo un centro troppo piccolo magari il prox anno ci penso per tempo e vedo se posso fare qualcosa per organizzarlo. Invece dovresti sforzarti di perdonare i "maledetti gialli" come li chiami tu. Intanto non sono tutti uguali cominciano ad arrivare segnali positivi anche da loro e poi nemmeno noi "bianchi" siamo così buoni...Per quanto possano sembrare insensibili e senza cuore, e lo sono certo, devi considerare che hanno una cultura completamente diversa dalla nostra e questo influisce molto sulle loro scelte di vita e sulla loro crudeltà. Pazienza Fiore ci vuole pazienza sono certa che con il tempo anche loro cominceranno a vedere le cose in modo diverso...
      ciao e grazie, un bacione

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