venerdì 7 novembre 2014

Quando il candore si macchia di sangue...

"Ho 23 anni sono un educatore e mi sento attratto dai bambini.(...)E sono disperato , perchè mi chiedo se quel che provo non passerà mai e sarò costretto a lasciare il lavoro che amo".
E' con questa agghiacciante frase, nella sua sincerità, che inizia l'articolo che mi accingo a leggere...Proseguo nella lettura e scopro che chi parla è un ragazzo, con impulsi sessuali devianti, che frequenta un gruppo di sostegno , una volta a settimana, organizzato dal Comune di una grande città italiana. Questo mi riposta alla mente le volte che mi sono trovata a discutere di un fatto di cronaca che parlava di questa piaga inaccettabile in una società civile:la pedofilia!Da madre e da persona sensibile quale credo di essere ho sempre ritenuto inaccettabile parlare di malattia nei confronti di un pedofilo. Mi spiego meglio...Naturalmente non sono una psicologa nè una psichiatra o sociologa ecc ma una persona con una certa cultura generale ed un'intelligenza nella media ma ho anche, come moltissime altre persone, dei principi morali uniti alla convinzione che abusare, sessualmente e non, approfittare con violenza di esseri viventi più deboli e fragili, bambini e animali per esempio, sia segno di grandissima vigliaccheria, frustrazione e inciviltà salvo alcuni casi, piuttosto rari, in cui si può parlare veramente di malattia. E qui arrivo alla frase con cui ho iniziato questa riflessione. Quindi parlando di casi di pedofilia si sente speso dire è una persona malata, è una persona che ha subito abusi a sua volta, che ha un trascorso di maltrattamenti infantili ecc ecc...Benissimo posso accettare questo tipo di discorso ma non posso accettare che un adulto consapevole ed intelligente sentendosi attratto verso un bambino non si fermi un attimo a riflettere provando a chiedersi"Ma sono forse malato? E' normale che io provi attrazione per un bambino?" La risposta di un uomo adulto, intelligente e con una certa moralità dovrebbe essere un SI!!! forte chiaro e senza possibilità di  discussione alla prima domanda ed un NO!!! altrettanto forte chiaro e indiscutibile alla seconda domanda. E una persona malata cosa fa?Si cura...va dal medico, gli espone i sintomi e si cura. Perchè allora non curare un disturbo così pericoloso, immorale e crudele, si indubbiamente crudele, come una devianza sessuale che ti spinge ad avere pulsioni sessuali verso i bambini?So bene che questo mio ragionamento può sembrare semplicistico ma onestamente, semplicistico quanto si vuole ma, mi sia concesso, io lo trovo anche estremamente logico. Non sono una moralista perbenista e bigotta e non disdegno i piaceri della vita, sesso compreso e se si parla di due, o più. adulti senzienti e consenzienti niente mi sconvolge che sia bondage, sado-maso, scambio di coppie o qualsiasi altra cosa ma solo e sempre se si parla di adulti consapevoli, senzienti e consenzienti. Nel rapporto adulto/bambino o persona/animale la persona consenziente è solo una e la controparte è una vittima che non sa cosa nè perchè sta succedendo quello che gli sta succedendo. Quindi ripeto se si vuole parlare di malattia, se si vuole accettare, se volete che io veda il pedofilo come una persona malata, psichicamente intendo, devo poter sapere che questa persona ha spontaneamente deciso di farsi curare, altrimenti, sempre e solo dal mio punto di vista è chiaro, di malato ha ben poco il resto è schifoso egoismo e ricerca di un piacere lascivo e viscido oltre che estremamente vigliacco. Quindi il ragazzo che ha deciso di frequentare questo corso di recupero è una persona malata, indubbiamente, ma è anche una persona intelligente e con una moralità, una persona civile e degna di chiamarsi tale che ha accettato la sua malattia ed ha deciso di curarsi così come io mi curo la gastrite o il mal di schiena. E questo mi riporta in mente una conversazione avuta mesi fa con un amico il dott Angelo Mottola che per cultura e per il lavoro che svolge ne sa molto più di me di certi argomenti. Parlando con Angelo lui un giorno mi dice che "non tutti i pedofili abusano dei bambini e non tutti coloro che abusano dei bambini sono pedofili". Questa sua affermazione mi ha alquanto meravigliata devo essere sincera e quindi gli ho chiesto cosa intendesse. Per fortuna ho conservato la sua spiegazione che riporto fedelmente: "La mia è una considerazione che viene da una parte da ricerche effettuate sulla casistica degli abusi sessuali, dove si evince(...)quello che ho detto e da una parte dalla diagnosi di pedofilia contenuta nel DSM , Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali,messo a punto dall'American Psychiatric Association, usato da psichiatri e psicologi. NON TUTTI I PEDOFILI ABUSANO DI BAMBINI= soggetti pedofili con un orientamento sessuale diretto verso soggetti pre-puberi, ma che non necessariamente fanno seguire a queste fantasie dei comportamenti pedofili nè presentano un disagio sociale, lavorativo o familiare a causa di queste fantasie. Questa differenziazione prende atto dell'esistenza, confermata da numerosi studi internazionali, di persone che ammettono di sentirsi attratte dai bambini ma non arrivano mai a mettere in atto comportamenti di rilevanza penale". Mi inchino agli psicologi e agli psichiatri che hanno studiato questi comportamenti e naturalmente accetto il discorso della malattia.  "NON TUTTI COLORO CHE ABUSANO DI BAMBINI SONO PEDOFILI=Bisogna infatti distinguere la pedofilia in senso stretto-che come abbiamo visto è un disturbo- dalle altre forme di abuso sessuale su minori che possono essere commesse da soggetti non pedofili( ad es. l'induzione alla prostituzione, la tratta di minorenni a scopo sessuale)"...Il mio amico è stato chiarissimo!Quindi parlando di malattia in senso stretto c'è chi la riconosce e si fa curare e chi riesce a controllarsi...E poi c'è chi non vuole o non sa riconoscerla e chi invece non è malato proprio per nulla ma intorno a questo disgustoso fenomeno in spaventosa crescita( secondo una ricerca di Terre Des Hommes le molestie sessuali su minori sono cresciute del 42% in 10 anni)ci guadagna, spesso economicamente ma a volte anche solo come personalissima gratifica che non deve essere necessariamente sessuale. E allora come e perchè si dovrebbe continuare a parlare di malattia davanti ad un fenomeno che non è confinato a pochi sporadici casi ma che chiaramente coinvolge una bella fetta della nostra civilissima popolazione mondiale di "esseri umani"? Proviamo solo a pensare a quanti bravi padri di famiglia, o ragazzi normalissimi magari regolarmente fidanzati, la sera si mettono davanti ad un pc e nascosti dall'anonimato di uno schermo e da un nickname fantasioso si dilettano guardando foto di bambini in posizioni e atteggiamenti equivoci... rientrano nel termine medico-scientifico redatto dal DSM? Non credo! E queste brave persone dove trovano queste foto? Forse inizialmente sono innocenti foto di famiglia, magari bambini in costume o piccole bimbe che si atteggiano a miss, ma poi dato che la necessità aguzza l'ingegno sono propensa a credere che riescano, magari con difficoltà lo ammetto, ad approdare a specifici siti che, di foto di bambini umiliati nella loro innocenza sono pieni.I titolari, abili nel nascondere le loro tracce, sono forse malati? Non credo!E quando la violenza avviene in famiglia, quando ad abusare del proprio figlio/figlia è un padre, un nonno, uno zio, un amico si parla di persone malate? Se dobbiamo accettare che lo siano anche loro allora è indubbio che se non tutta la popolazione mondiale maschile, un buon tre quarti è malata...e allora possiamo anche affermare che siamo una popolazione di persone malate. E su questo sono d'accordo ma non malate nel senso stretto e medico scientifico bensì malati di inciviltà, di vigliaccheria, di egoismo ed egocentrismo allo stato puro, di puro edonismo e spasmodica ricerca di un proprio piacere...siamo una popolazione di esseri marci e disgustosi perchè provare piacere nell'abusare di un bambino, sentire un desiderio sessuale verso un bambino e non cercare, non ammettere "sono malato aiutatemi" è sintomo di grettezza mentale e incapacità di provare sentimenti perchè non si ha un cuore, non si ha una morale non si ha nemmeno l'ombra di quella "umanità" che dovrebbe spingerci a proteggere chi è fragile, debole ed indifeso...E insieme a chi compie l'atto disumano c'è chi sa, intuisce, crede ma tace, preferisce dire no non può essere, preferisce non affrontare un percorso doloroso e umiliante si ma per chi? Non certo per il bambino abusato che di dolore ed umiliazione e lacrime e sangue ne sa già abbastanza, ma per l'adulto che nasconde la vergogna che non si deve dire...quindi se probabilmente sono, anzi siamo malati, siamo malati di indifferenza, vigliaccheria, disumanità...siamo malati di crudeltà...
Ogni crudeltà nasce da durezza di cuore e debolezza
(Lucio Anneo Seneca )

1 commento:

  1. Che dire? Condivido parola per parola della tua sentita analisi del problema. Non c' è niente da aggiungere se non che confidare nella fetta sana, che comunque esiste ed è consistente, di questa società malata e crudele.
    Grazie per aver riportato la spiegazione del dottor Mottola, molto illuminante.

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