venerdì 29 novembre 2013

La speranza della solidarietà...

Eccomi qui a parlare, dietro richiesta di una cara amica, di un argomento molto ma veramente molto delicato: la donazione degli organi...La donazione degli organi è il gesto di solidarietà per eccellenza, è la Solidarietà per antonomasia, però è anche la paura di affrontare, prima del necessario, qualcosa che tutti temiamo e che tutti speriamo arrivi il più tardi possibile, ritrovandoci anzi a pensare e vivere come se non dovesse arrivare mai. Purtroppo non è così la morte è qualcosa che prima o poi, pronti o no che si sia a questo ultimo viaggio, arriva...arriva inaspettata,  annunciata da anni di sofferenze o da vite spericolate, violenta o dolce...insomma è lì che ci aspetta. Eppure...eppure c'è chi con la paura di morire da un momento all'altro ci convive per anni, magari dalla nascita; c'è chi aspetta e spera, senza augurare la morte a nessuno, che il fegato, il cuore, il rene di cui ha bisogno per vivere, finalmente arrivino...c'è chi ripone, nell'attesa di un gesto di solidarietà che accompagna la morte,la speranza di avere finalmente una vita! Fa uno strano effetto, ne convengo, leggere questa frase: la tua speranza di vita si concretizza solo ed esclusivamente se preceduta da una morte...Eppure, devo ripetermi, donare gli organi dei propri cari o dichiararsi favorevoli alla donazione dei propri organi, se è possibile espiantarli ed utilizzarli, è il gesto di solidarietà più grande.
L'AIDO, associazione italiana donazione organi, nasce in Italia, a Bergamo, il 26 febbraio del 1973. La sua nascita, inizialmente, è rivolta alla sola donazione del rene, sia perchè era l'unico trapianto di organo permesso in Italia allora, sia perchè nasceva sull'onda delle grosse difficoltà a cui erano sottoposti i pazienti in dialisi. Naturalmente all'epoca i ricercatori o i semplici iscritti che cercavano di convincere la gente comune ad aderire all'iniziativa non erano molto ben visti e anzi si vociferava che aderire all'Aido significasse prepararsi a morte imminente sia perchè il gesto in sè portava sfortuna, sia perchè dietro c'era un traffico illegale di organi, quindi rischiavi anche di essere ammazzato! ASSURDO!!! Sono iscritta all'AIDO dal 2000 con il mio bel cartellino nel portafoglio e con la dichiarazione a mio marito prima, e ai miei figli poi, che se una volta morta c'e' qualcosa di me che può essere utilizzato loro devono assolutamente permettere l'espianto senza nemmeno rifletterci su...Certo sono passati ben tredici anni e sinceramente il mio stato di salute attuale non è quello di allora quindi non so se potrà essere utilizzato qualcosa di me, ammesso che muoia ancora relativamente giovane...Dal 1973 sono passati ben quarant'anni e da allora sono stati fatti passi da gigante non solo nel campo dei trapianti ma anche nelle credenze e nell'iniziale ostilità collettiva nei confronti della donazione post mortem per fortuna, e questo ci rende onore. Nonostante ciò raramente si sente parlare di questa splendida iniziativa, raramente si pensa che a volte con un gesto di solidarietà si può far rivivere il proprio caro attraverso la vita di un'altra persona.
Raramente, vero... ma io ho avuto la fortuna, proprio il marzo scorso, di sentire ben due bellissime testimonianze che riguardano questo bellissimo gesto. In occasione della festa della donna sono andata ad una serata musicale organizzata dall'Aido; prima che iniziasse il concerto due persone hanno testimoniato la loro esperienza personale, due storie diversissime ma che hanno fatto venire la pelle d'oca a tutta la platea...La prima era quella di un signore, per lui ha parlato un amico, che era in attesa di trapianto di rene da diversi anni...era arrivato al limite e per continuare a vivere aveva assoluta necessità di almeno un rene, Era una persona non giovanissima ma nemmeno molto anziana, sui 60 anni circa, che viveva solo e aveva in vita solo una sorella. Finalmente arriva il rene tanto a lungo e con sofferenza atteso ma l'uomo decide improvvisamente di rinunciarci e favore di una persona più giovane e con famiglia perchè lui, in realtà, poteva anche morire...L'amico ha detto più o meno queste parole...che bellissimo gesto, che bellissimo gesto molto ma molto commuovente...un gesto di solidarietà nella solidarietà...La seconda testimonianza, per me che sono madre, è stata terribile ma ricca, ricchissima d'amore. Ha parlato una madre che ha perso la figlia poco più che ventenne, anzi si può dire, per le particolari circostanze della morte della ragazza, che questa madre ha perso la figlia ben due volte. Sopravvissuta ad un incidente stradale dove aveva perso la vita l'amica del cuore, la ragazza, pur non essendo particolarmente ferita nel corpo, era rimasta ferita nell'anima e appena era stata in grado di camminare e scendere dal letto, si era buttata dalla finestra dell'ospedale dove era ricoverata. Era solo al secondo piano ma questa volta il suo corpo non ha retto ad un ulteriore trauma...la madre, questa splendida, meravigliosa, generosissima madre ha donato le cornee della figlia, la sola cosa che si poteva espiantare...Ricordo benissimo il racconto di questa donna, un tono calmo, pacato, un autocontrollo che non impediva che le si incrinasse la voce quando diceva il nome della figlia. Lei ha chiamato la figlia per nome durante tutta la testimonianza; e ricordo anche la gioia quando ha raccontato che ha deciso di donare le cornee perchè la figlia potesse ancora guardare il mondo con gli occhi di un'altra persona...
Ecco donare gli organi è proprio questo, continuare a vivere attraverso il corpo di qualcun altro! E poi c'è la straziante, ma ricca di generosità, storia di Nicholas, che molti ricorderanno.
Era il 1994 Nicholas Green, bambino americano di 7 anni, era in vacanza in Italia con i genitori. Mentre transitavano sulla Salerno-Reggio Calabria, la loro macchina, scambiata per quella di un gioielliere, fu oggetto di una tentata rapina che si concluse con il ferimento a morte di Nicholas. Il bambino morì dopo qualche giorno di ricovero e i suoi genitori donarono i suoi organi che salvarono la vita a 7 persone. Da questa straziante vicenda è stato tratto anche un film per la televisione" Il dono di Nicholas". Ma il dono che ci ha fatto Nicholas non si è limitato alla speranza di vita regalata a sette persone; il dono che Nicholas ha fatto all'Italia,  paese in cui ha trovato la morte a soli 7 anni, è molto più grande...Il generosissimo gesto della sua famiglia ha creato molto scalpore ed ha scosso molte coscienze italiane perchè, all'epoca, la donazione degli organi da noi non era prassi comune nè era ben vista, e questo nonostante da ben vent'anni si cercasse di sensibilizzarci a questo straordinario modo di rinascere nel corpo di un'altra persona. Ma a seguito di quell'esempio, straziante ma bellissimo, di generosità, le iscrizioni italiane all'AIDO, da allora, sono notevolmente aumentate. Quindi Nicholas, innocente di soli sette anni, con la sua morte ci ha regalato la consapevolezza che si può essere solidali anche dopo il nostro ultimo viaggio; Nicholas ci ha insegnato che la generosità di un gesto d'amore così estremo ma anche così grande è in grado di regalare la Vita; Nicholas, o meglio la sofferenza della mamma e del papà di Nicholas, ci ha insegnato che il dolore per la perdita di una persona a te cara è un dolore che non ti lascerà mai, è un dolore con il quale dovrai fare i conti ogni giorno della tua vita ma con un gesto di solidarietà puoi almeno evitare che altre persone piangano un loro caro e mentre tu piangi il tuo hai però la consapevolezza che una parte della persona che hai amato e perso ancora vive... I genitori di Nicholas, per il loro nobile gesto, hanno ricevuto la medaglia al Merito Civile., con la seguente motivazione:
"Cittadini statunitensi, in Italia per una vacanza, con generoso slancio ed altissimo senso di solidarietà disponevano che gli organi del proprio figliolo, vittima di un barbaro agguato sull'autostrada Salerno - Reggio Calabria, venissero donati a giovani italiani in attesa di trapianto. Nobile esempio di umanità, di amore e di grande civiltà. Messina, 1º ottobre 1994"
Eppure di donazione degli organi si parla ancora troppo poco e sempre sottovoce.. .
Il dono è la benedizione del donatore...
( Frank Herbert )

giovedì 14 novembre 2013

Ma è davvero solo un cavallo?

Queste immagini non avrebbero bisogno di spiegazioni, parlano da sole, ma due parole per raccontare questa storia, se a qualcuno fosse sfuggita, voglio spenderle...
La donna si chiama " Nicole Graham " ed è rimasta immersa nel fango, o meglio nelle sabbie mobili, per ben tre ore, insieme al suo cavallo, in attesa dei soccorsi! La sua è stata una scelta, nel senso che è stata lei che si è immersa nel fango, dopo aver chiesto aiuto, nel disperato tentativo di tenere il più calmo possibile il suo cavallo...ma ecco la storia:
Erano i primi mesi del 2012 e Nicole stava facendo una cavalcata insieme alla figlia su una spiaggia in Australia quando i due cavalli sono accidentalmente finiti nelle sabbie mobili. La donna è riuscita  ad aiutare il cavallo della figlia ad uscire da quel pantano di morte, è riuscita a chiamare aiuto ma non ha potuto evitare che Astro, il suo cavallo di 18 anni, venisse lentamente ma inesorabilmente inghiottito! Cosa ha fatto allora? Si è immersa a sua volta nel fango nel disperato tentativo di tenere il più calmo possibile l'animale, perchè si sa che se lui si fosse agitato sarebbe stato inghiottito molto più velocemente ed ogni tentativo di salvarlo sarebbe stato inutile.I soccorsi sono arrivati dopo ben tre ore ed alla fine Astro, dopo essere stato leggermente sedato  per tenerlo vigile ma il più calmo possibile, è stato tirato fuori con l'aiuto di un trattore...Se lei ha rischiato la sua vita per salvare quella del suo cavallo? Si certo. Come è anche certo, secondo me, che lei lo ha fatto con piena consapevolezza e come è altrettanto certo , sempre secondo me, che lei sarebbe comunque rimasta al suo fianco fino alla fine per cercare, nella peggiore delle ipotesi, di stargli vicino nel suo ultimo viaggio. Qualcuno potrebbe obiettare che questa donna ha fatto una cosa sciocca, in fondo era solo un cavallo...qualcun'altro potrebbe obiettare che sono troppo sicura nell'affermare che lei era consapevole di quello che faceva e che non lo avrebbe mai abbandonato! No, sono assolutamente certa di quello che dico e non solo perchè sono un'animalista. Chiunque ama, come me, gli animali sa bene che gli animali che percorrono un pezzo della nostra vita con noi non sono animali ma sono persone di famiglia; si persone di famiglia perchè smetti di vederli come animali e impari ad amarli come membri della tua famiglia. Capisco che chi non ama gli animali possa trovare assurda questa mia affermazione ma posso assicurare chiunque che è così e mi dispiace per quanti si sono privati, volutamente, di un affetto così grande e ricco da giudicarli, senza nemmeno sapere cosa dice, solo animali.Dire di un animale qualunque è solo un animale è già terribilmente riduttivo, perchè anche gli animali sono, esattamente come noi, esseri senzienti e in grado di provare dei sentimenti, e la cosa ormai è scientificamente ed ampiamente dimostrata. Dirlo del proprio animale, dell'animale che abbiamo cresciuto, accudito e amato è, non solo riduttivo ma anche estremamente offensivo nei confronti di un essere che per noi non solo darebbe, e a volte la dà, la vita ma che arricchisce la nostra vita rendendoci migliori di quello che in realtà siamo. Chi mi segue qui sul blog o sui social sa, perchè l'ho detto più volte, che sono una figlia unica cresciuta con animali, tanti animali. Nel corso degli anni ne ho avuti parecchi e non solo cani e gatti; ho più volte dichiarato che se sono quella che sono, nel bene e nel male, lo devo a loro agli animali che fin da quando avevo due anni, ho avuto il primo gattino a quell'età, hanno condiviso la mia vita. Ogni singolo cane, gatto, uccellino o altro tipo di animale che ho avuto mi ha insegnato qualcosa...certo ognuno di loro aveva il proprio carattere, ognuno era diverso dal precedente e dal successivo, ognuno di loro manifestava il suo affetto e parlava con me, si gli animali parlano se li sappiamo ascoltare,secondo la caratteristica della sua specie o secondo il suo carattere ma tutti avevano una caratteristica comune: la capacità d'amare! Gli animali hanno, a differenza di noi umani, questa straordinaria capacità di amare senza perchè, senza riserve, senza chiedere  niente in cambio. Insieme alla capacità d'amare loro hanno un'incrollabile fiducia in noi umani, un grande senso di fedeltà e soprattutto insegnano cosa sia il perdono perchè loro si che sanno perdonare e non conoscono la parola rancore...Non voglio dire che gli animali sono tutti buoni, bravi, simpatici, belli insomma perfetti no, voglio solo dire che loro sono ASSOLUTAMENTE MIGLIORI DI NOI ESSERI UMANI!!La loro diversità, il loro essere migliori di noi, è semplicemente dovuto al fatto che loro non hanno sviluppato, a differenza di noi evoluti "umani", certe caratteristiche negative tipiche della nostra specie. Loro, per esempio, non hanno coscienza di sè quindi non hanno invidia, egoismo, egocentrismo, vanità ecc ecc perchè loro percepiscono se stessi in funzione di noi. Un cane, per esempio, non vede il suo padrone come un umano e se stesso come un cane, lui vede il suo padrone come un membro del suo branco,come la sua famiglia, non si pone il problema del perchè sia diverso perchè non sa com'è lui in realtà. L'animale accudito da un umano, qualunque tipo di animale, si affeziona a quell'umano perchè per lui è una proiezione di se stesso e così come ogni madre umana e non darebbe la vita per i propri figli, perdona ai propri figli qualunque cosa, non porta rancore verso i propri figli ecc ecc anche loro, gli animali,danno la vita per noi, ci perdonano qualunque cosa, non provano rancore se gli facciamo del male ecc ecc. Ecco quello che mi hanno insegnato gli animali, quello che ogni animale è in grado di insegnare all'umano che lo accudisce e che ha l'umiltà di dire posso migliorarmi osservandolo, ascoltandolo, amandolo è proprio questo: guardare il mondo con gli occhi del noi e non dell'io. Riuscire a vincere i nostri egoismi, il nostro egocentrismo, il nostro IO a beneficio del più logico NOI e non è poco anzi è veramente tantissimo. Noi umani, tra tutto il regno animale, siamo quelli maggiormente postati a vivere in branco, in società, quelli che non riescono assolutamente a vivere in solitudine, quelli che devono sempre circondarsi di altri esseri simili: famiglia, amici, semplici conoscenze... Ma per vivere bene insieme agli altri, in mezzo agli altri è necessario vivere in funzione del "noi" e non dell'"io" e questo lo possiamo imparare da loro, vivendo con loro, parlando con loro, ascoltando loro soprattutto. Ma quello che mi hanno insegnato non si ferma qui. Da loro ho imparato il rispetto per la Vita, ho imparato l'umiltà , ho imparato il rispetto degli altri, del loro territorio o libertà che dir si voglia...Ho imparato veramente tantissime cose condividendo le mie giornate con loro e questo perchè ho avuto l'umiltà di osservarli e ascoltarli prima e la scelta di continuare a farlo dopo, quando era un pò più cresciuta e avrei potuto anch'io, come molti, considerarli solo animali.Quindi si! dire di un animale "è solo un animale" è riduttivo; dire del proprio animale "è solo un animale" non è solo riduttivo ma anche offensivo, oltre che molto stupido; e si! Nicole Graham ha consapevolmente deciso di stare a fianco del suo cavallo e con altrettanta consapevolezza non lo avrebbe mai abbandonato e sarebbe rimasta al suo fianco fino alla fine, come avrebbe fatto Astro con lei e come fanno, la cronaca è piena di storie di animali che salvano i propri padroni, regolarmente con noi i nostri animali, i nostri "membri della famiglia" .E naturalmente no, anzi NO! Astro non è, per Nicole per me o per chiunque altro voglia aprire il proprio cuore ad un animale, solo un cavallo!
Non solo gli animali amano, ma sentono il desiderio di essere amati.
(Charles Darwin )

venerdì 8 novembre 2013

Gesti di solidarietà...

Navigando in Internet da diversi mesi ormai, ho notato, con un certo dispiacere, che le immagini o le notizie preferite sono quelle che riguardano il male: violenze, torture, morti, ai danni di animali, spessissimo, bambini, o donne...E' innegabile: il male esiste, l'uomo è cattivo, la gente trova sempre un sottile piacere nello sfogare la propria rabbia e la propria frustrazione con un gesto tipico di vigliaccheria che è, appunto, quello di rifarsi, violentemente, sui deboli!Vorrei avere la classica bacchetta magica o le giuste parole per eliminare tutto questo male ma purtroppo non è così però ho un blog da dove spesso parlo a favore dei più deboli e dove spesso raccolgo testimonianze del bene, come questa volta...Stanca di vedere l'ennesima foto dell'animale torturato, dispiaciuta di vedere che si sta diffondendo una certa sfiducia nei confronti degli umani ho cercato immagini di solidarietà, di bontà, d'amore...Il bene esiste tanto quanto il male, in egual misura ma fa meno notizia. Ecco allora questo collage che raccoglie solo alcune delle immagini che ho trovato. Dietro ognuna di queste immagini c'è una storia, ognuna di queste immagini meriterebbe di essere commentata,ma ne verrebbe fuori un libro e non è questa la mia intenzione, per ora. Quindi guardate attentamente queste immagini e potrete vedere la donna che è rimasta tre ore con il suo cavallo che stava lentamente affondando nel fango, il ciclista che ha dissetato un koala, dei bambini che hanno salvato un cane, il pompiere che ha salvato un gatto ed altre ancora insieme a semplicissimi gesti di una mano che dà una briciola ad un uccellino, di un senzatetto che dà il suo cappotto al suo cane, di una bambina che salva il suo cagnolino da un'alluvione, passando per le bellissime storie di amicizia tra un monaco ed una tigre, un uomo e un cerbiatto, un bambino ed un capibara, un uomo e un coccodrillo...godetevele sono tutte per voi...
Aiutare un animale in difficoltà...un semplice gesto che distingue l'essere "umano" dal resto dei suoi simili.
( Rosanna Cira )