giovedì 30 maggio 2013

Prima di abbandonarlo...

Si avvicina l'estate e con essa il più crudele dei maltrattamenti che si possa fare ad un cane:l'abbandono!Credo sia quindi molto importante risolvere il problema a monte e non quando non è un problema e, perciò, l'abbandono non è una soluzione...Intendo dire che bisognerebbe riflettere molto ma molto bene prima di regalare ai figli, per Natale, compleanno , promozione o altro il batuffolo di pelo carino e morbido tanto desiderato. Spesso il genitore o la persona sola che adotta un cane pensa di prendere un pelouche: piccolo, morbido, carino, assolutamente immobile ed esclusivamente decorativo. Non è così!!!Il cane è un essere senziente, è un organismo che cresce, invecchia e solitamente muore prima dei padroni ma soprattutto è un essere che sviluppa una maturità ed un'intelligenza, per memoria, capacità di ragionamento, desideri e altro, pari a quella di un bambino di tre anni. Naturalmente parlo di un esemplare al di sopra dei sei mesi. Con la differenza che un bambino di tre anni con il tempo cresce, un cane resta lì, a quel livello. Ho sempre avuto cani, molti, nella mia vita ed ho cresciuto due figli quindi so quello che dico e credetemi un bambino di tre anni è un gran tiranno rompiscatole! 
Prima di mandarmi a quel paese, dandomi della presuntuosa arrogante vi chiedo, per favore, di leggere l'articolo fino in fondo...è importante, se vogliamo capire insieme, se è meglio prenderlo o no un cucciolo per i nostri figli o semplicemente per noi, per farci compagnia.
Un bambino di tre anni è piuttosto indipendente, cammina, corre salta ma è ancora troppo piccolo per essere lasciato solo, abbandonato a se stesso, quindi lo si deve sempre controllare. Il cane ha bisogno di non essere lasciato solo troppo a lungo, ha bisogno di essere accompagnato quando deve fare i bisogni, altrimenti rischia di essere un pericolo per sé e per gli altri e deve essere controllato, almeno i primi mesi affinché non faccia danni in casa.
Un bambino di tre anni non può stare sempre chiuso in una stanza, deve socializzare con gli altri bambini, giocare, correre nel parco. Il cane non può e non deve stare legato ad una catena né può vivere in un piccolo appartamento, soprattutto se è di taglia grossa, tutto il giorno un giorno dopo l'altro; almeno una volta al giorno ha bisogno di correre, sfogarsi, socializzare con i suoi simili quindi lo si deve accompagnare, ogni volta che è possibile, in uno spazio a lui destinato, dove possa sfogarsi giocando e correndo.
Un bambino di tre anni comincia a fare i capricci con il cibo, non mangia più questo ma vuole solo quello, comincia a distinguere e manifestare la sua preferenza per il gusto dolce e salato e spesso mette a dura prova la pazienza di ogni genitore. Il cane non è schizzinoso ma ha bisogno di uno o due pasti regolari, dipende dalla taglia, bilanciati e nutrienti proprio come per un bambino e questo per tutta la sua vita. Quindi se diventerà non so...un molossoide sarà anche costoso da nutrire.
Un bambino di tre anni solitamente non porta più il pannolino ma non è ancora in grado di lavarsi il culetto da solo né, a volte, di andare in bagno da solo, quindi bisogna sempre correre, qualunque cosa si stia facendo, alla sua richiesta di "mamma cacca!". Il cane si abitua a sporcare ad orari e anche se questi orari si possono allungare o anticipare, si devono rispettare e generalmente, dato che è un animale da branco e territoriale, preferisce sempre la stessa strada. Inoltre al cane importa poco, anzi niente, se piove, nevica, fa freddo o se il suo padrone ha la febbre, la caviglia gonfia o semplicemente non ha voglia...lui deve sporcare ed il suo bagno è la passeggiata che gli facciamo fare noi. A volta potrà capitare di doverlo lavare e sempre, assolutamente sempre (in fondo anche noi con lui faremo sempre la stessa strada, quindi se non vogliamo fare la gimkana tra la cacca del nostro cane...), bisogna raccogliere e buttare nel cestino la sua popò. Quindi se il cane è piccolo ok ma se è grosso anche il suo escremento lo sarà.
Un bambino di tre anni si ammala spesso perché deve formarsi gli anticorpi, quindi spesso si fanno lunghe sedute dal pediatra e poi si lasciano molti soldi in farmacia, con tutte le angosce, le paure e le nottate che le varie malattie dei nostri figli ci portano. Il cane si ammala esattamente come noi umani, non spesso ma si ammala. I cani di razza poi sono predisposti, a seconda dei loro tratti somatici, dimensioni o altro a malattie tipiche per ogni razza. Inoltre il cane ha bisogno, esattamente come i bambini nei primi anni di vita, di regolari vaccinazioni che nel caso del cane si protraggono, almeno una volta l'anno, per tutta la sua vita Quindi lunghe sedute dal veterinario, molti soldi spesi perché il servizio sanitario nazionale non rimborsa le spese mediche per animali, almeno per ora, e ovviamente angosce e preoccupazioni perché lo si vede soffrire.
Quindi grosso modo sia un bambino di tre anni che un cane sono un serio impegno, molti fastidi e parecchi soldi spesi...
Però...sia un bambino di tre anni che un cane ci ripagano ampiamente e sanno non solo farsi amare ma soprattutto amarci e farci sentire unici.
Ogni genitore lo sa...E' stata una giornata pesante, siamo distrutti entriamo all'asilo a prendere nostro figlio lui ci vede e...ci corre incontro felice, ci riempie di baci,  fissa i suoi occhi nei nostri e con lo sguardo ci dice" ti voglio bene, sei tutto il mio mondo, ti voglio bene così come sei,,,"
Ogni proprietario di cane lo sa... La sera quando apre la porta stanco, nervoso, con la sola voglia di sdraiarsi sul divano ed allungare le gambe viene assalito da un vortice di affetto peloso che abbaia, gli salta addosso, lo lecca e quando riesce a fissare i suoi occhi nei nostri ci dice: " ti voglio bene, sei tutto il mio mondo, ti voglio bene così come sei..."E in entrambi i casi mentre fissiamo i nostri occhi nei loro non solo dimentichiamo la giornata pesante, i problemi, i dolori, anche solo per un attimo, ma ci sentiamo anche onnipotenti e immortali e capaci di smuovere le montagne perché l'amore incondizionato di qualcuno, questo tipo di amore incondizionato, ci rende forti e ci dà gioia e serenità! Queste cose le sanno non solo i genitori ma tutti i proprietari di cani, proprietari consapevoli intendo...
Ecco questo è il motivo per cui si amano i bambini e si amano gli animali: l'amore, l'amore incondizionato, puro, semplice; l'amore dato solo per il piacere di darlo; gli animali, i cani in questo caso, e i bambini, i nostri bambini, ci amano solo perché esistiamo, solo perché ci prendiamo cura di loro. Ci amano se siamo belli, brutti, ricchi, poveri, stanchi, nervosi, felici, tristi, egoisti, generosi....ci amano se viviamo in una villa allo stesso modo che se dormiamo sotto un ponte; ci amano quando li sgridiamo e quando li lodiamo; ci amano quando li ignoriamo e quando giochiamo con loro...chi altro è in grado di darci questo amore così totale e puro nella sua semplicità? E questo amore lo possiamo leggere nei loro occhi ogni volta,  e sempre sempre sempre, che decidiamo di guardarli negli occhi.
I nostri bambini crescono, diventano grandi e sì continuano ad amarci ma anche a giudicarci , a colpevolizzarci, ad allontanarsi da noi perché, giustamente, devono percorrere la loro strada nella vita da soli. Il nostro cane no, resterà sempre con noi e per noi sarà sempre il nostro piccolo di tre anni. Rompiscatole si ma con un'immensa e inesauribile capacità d'amare.
Che dire ancora a chi è arrivato fin qui nella lettura di questo articolo? Prima di prendere un cane, riflettete, riflettete bene, un bambino di tre anni non lo si dimentica in autogrill, né fuori dal supermercato, né davanti alla posta dell'asilo...il nostro bambino peloso a quattro zampe di tre anni non è diverso dal nostro umano di tre anni e non si abbandona MAI MAI MAI!!!
Chi non avendo mai avuto cani decide, dopo aver letto questo articolo, di prendere comunque un cane so che lo farà con la giusta consapevolezza ed ha tutta la mia stima, oltre quella di chi lo conosce, perché ha un cuore capace di riconoscere l'amore e l'intelligenza di accettare qualche fastidio in cambio di questo amore  e quindi non lo abbandonerà mai!
Chi invece, proprio dopo aver letto questo articolo, deciderà di non prendere più un cane perché non si sente pronto o non vuole caricarsi di questi fastidi ha ugualmente tutta la mia stima, oltre quella di chi lo conosce, perché ha un cuore capace di amare ma l'intelligenza di prendersi la responsabilità di dire" non me la sento di caricarmi di  questi fastidi" e quindi non prendendolo non lo abbandonerà mai!
Mentre a chi dopo aver letto l'articolo, pensando che io sia la solita arrogante presuntuosa per di più animalista, deciderà comunque di prendere un cane per poi abbandonarlo quando dovrà andare in vacanza o magari quando si accorgerà che costa troppo mantenerlo, o che è un peso portarlo fuori, curarlo ecc, dico...un bel niente! Questa persona non ha un cuore e non saprà mai cos'è l'amore ma soprattutto non ha un'intelligenza quindi...non capirebbe nemmeno gli insulti...e credo che come me la pensa anche chi lo conosce!!!





Aveva una grande nostalgia di essere amato così com'era, buono o cattivo, bello o brutto,stupido o intelligente, con tutti i suoi difetti.
                                                     ( Michael Ende)








martedì 21 maggio 2013

L'intelligenza può renderti felice?

Secondo il dott. G. Perna, psichiatra, una maggiore consapevolezza della nostra intelligenza può aiutarci ad essere felici! Intanto dobbiamo considerare che il QI, il famigerato quoziente intellettivo, è responsabile solo della nostra intelligenza per non più del 20%. Il restante 80% è formato da ben altre forme d'intelligenza: l'intelligenza empatica, l'intelligenza spirituale e quella corporea sono alcune tra le varie intelligenze che possediamo. Se, sempre secondo il dott. sopra citato, riuscissimo a riconoscere e a sviluppare queste tre intelligenze  potremmo riuscire ad avere una vita decisamente piena e realizzata e questo potrebbe permetterci di essere, se non felici, almeno sereni e appagati. Per esempio: chi ha la classica intelligenza empatica, la capacità di mettersi "nei panni degli altri" percependo le loro più intime emozioni positive o negative che siano, può sfruttare questa sua capacità non solo in famiglia ma anche sul lavoro con i colleghi, traendone un immediato beneficio. C'è poi chi giudica le persone con "la pancia"...stomaco chiuso alla vista della nuova vicina o farfalle nello stomaco quando si è conosciuta la nuova collega. Sensazioni da non sottovalutare perché spesso, sulla distanza, si rivelano veritiere, la nostra intelligenza corporea non sbaglia! C'è chi invece ama fare lunghe passeggiate solitarie nel bosco, ascoltando gli uccellini o soffermandosi a guardare un fiore appena sbocciato...che appena può si iscrive al corso di yoga e sta a lungo seduta a meditare o semplicemente a fantasticare, in solitudine. Questa è la classica intelligenza spirituale, molto preziosa per chi la possiede perché gli permette di vivere in completa armonia e consapevolezza ogni singolo momento della giornata. Quindi vivendo nel presente è in grado di districarsi tra i vari impegni giornalieri con estrema facilità e serenità.
Queste le capacità che alcuni hanno e altri no, però la buona notizia è che tutti, ma proprio tutti, se lo desideriamo possiamo educare, e quindi potenziare, la nostra intelligenza anzi le nostre intelligenze.!
Per sviluppare e potenziare l'intelligenza emotiva(o empatica), che ci permette di migliorare i nostri rapporti con gli altri, è necessario imparare ad ascoltare. Quando si parla con qualcuno bisogna cercare di svuotare la nostra mente da ogni pensiero e concentrarci su quanto  ci viene detto, cercando di ripetere nella nostra mente le singole parole e sforzandoci di percepire le emozioni che queste parole nascondono.
L'intelligenza corporea è quella più facile da sviluppare, ne siamo provvisti in larga misura tutti è quello che nel resto del regno animale, a parte il genere umano, si chiama istinto! Gli animali, e i neonati per la verità, per istinto percepiscono, negli umani che li accudiscono, la rabbia, la bontà, la paura, il dolore ecc ecc. Quindi basta semplicemente seguire il nostro istinto la prossima volta che  ci dirà no o si; seguirlo senza timore di sbagliare; anzi bisognerebbe addirittura, prima di prendere una decisione importante e non, concentrarci su di noi e sulle nostre sensazioni, attraverso il respiro, il cuore, la pancia.
E poi c'è la bellissima intelligenza spirituale, quella che personalmente preferisco. Sviluppare questo tipo d'intelligenza in realtà è molto piacevole; basta passare delle giornate in mezzo alla Natura, assaporandone i colori, i suoni, gli odori, camminando lentamente e beandoci, con tutti i nostri sensi, delle meraviglie che ci circondano e che ultimamente non riusciamo più a percepire. Basta una sola giornata in mezzo alla Natura con la giusta predisposizione d'animo per farci tornare bambini meravigliandoci di tutto quello che ci circonda. Chi ha la fortuna di vivere in mezzo alla Natura sa quanto Lei sia generosa con chi la sa apprezzare.
Ecco questo è quanto ho letto e quanto ho voluto condividere con voi perché l'ho trovato molto ma molto interessante. Il particolare che chi parla di empatia, spiritualità e istinto sia uno psichiatra, quindi un medico portato a ragionare in termini puramente scientifici, mi sembra ancora più interessante dell'articolo stesso. Sembra che stiamo entrando in una nuova era di consapevolezza fondata sull'amore per la Natura e sull'istinto che da Lei abbiamo appreso in questi lunghissimi secoli di coabitazione, ma che ultimamente noi umani sembriamo aver dimenticato, e questo non può che migliorarci e speriamo  non sia troppo tardi!
Felicità è anche non accorgersi che in realtà si è soli.
(Banana Yoshimoto)



lunedì 13 maggio 2013

Il nonno nel sottoscala...(le favole della nonna)



C'era una volta una famiglia: mamma papà e bimbo appena nato. Questa famiglia abitava in una casa a due piani.Nel piano di sotto c'erano: una bella cucina spaziosa, un bagno, un piccolo studio per il papà e una grande soggiorno dove la mamma e il papà ricevevano i loro amici. Nel piano di sopra c'erano: la camera da letto, la cameretta del bambino, un bagno ed una grande veranda chiusa che la mamma aveva riempito di piante e dove era un piacere trascorrere le afose serate estive. Naturalmente all'interno della casa c'era una scala che portava al piano di sopra. Dato che la scala da un lato si appoggiava al muro mentre dall'altro aveva il vuoto che correva per tutta la sua lunghezza la mamma, a cui piacevano molto le piante, aveva messo piante anche lì, nel sottoscala.  Passano i giorni che diventano settimane e poi mesi e per la mamma arriva il momento di tornare a lavorare. Che fare con il bimbo? La mamma non aveva né i genitori, morti poco tempo prima, né fratelli o sorelle e il papà aveva ancora in vita solo il papà. Quindi mamma e papà parlano di cosa sarebbe meglio per il bambino ed alla fine decidono che la cosa migliore era affidarlo al nonno, in fondo era sempre meglio che portarlo all'asilo!
Così il nonno la mattina usciva da casa sua e andava ad accudire il nipotino nella casa del figlio. Passano i giorni che diventano settimane e poi mesi e poi anni...il nonno adorava il nipotino e il nipotino adorava il nonno praticamente erano una cosa sola, sempre insieme, sempre allegri e contenti l'uno della compagnia dell'altro.Il bambino cresce e comincia ad andare a scuola finchè un giorno...quando il bambino aveva circa otto anni il nonno si sente male. Al rientro dall'ospedale il responso:"Il nonno non può più vivere da solo!" Che fare? Mamma e papà si consultano ancora una volta. La mamma voleva mettere il suocero in una casa di cura il papà non voleva. "Ma come posso mettere mio padre in un ospizio dopo che lui ha


cresciuto mio figlio?" diceva..." Ma non possiamo nemmeno tenerlo qui con noi" rispondeva piccata la mamma "E poi dove lo mettiamo?" "Ma la casa è talmente grande...possiamo trasformare il mio studio nella sua stanza." "No, non possiamo dove andrai tu la sera a controllare i tuoi documenti e a sbrigare le tue cose? Non penserai per caso di trasformare il soggiorno nel tuo studio vero?" ribatteva la mamma. "Allora possiamo ricavare una stanzetta nella veranda, è così grande...""Che dici e le mie piante dove dovrei metterle secondo te?""E se lo mettessimo a dormire con il bambino? Loro sono molto legati e si farebbero compagnia..."" No no escluso gli anziani non possono stare nella stessa stanza dei bambini..." e via così senza riuscire a mettersi d'accordo su dove mettere a dormire il nonno. Alla fine dopo una lunga discussione la mamma e il papà riescono a mettersi d'accordo e a trovare una soluzione: avrebbero trasformato il sottoscala nella stanza da letto del nonno, così lui sarebbe rimasto a casa con loro ma allo stesso tempo non avrebbero dovuto rinunciare alle loro comodità. E così fecero...Il nonno, poverino, acconsentì di buon grado alla nuova sistemazione anche perché questo gli permetteva di stare tutto il giorno con l'adorato nipotino. E' vero che nel sottoscala non c'era molto spazio giusto lo spazio sufficiente per un letto, una sedia ed un armadio ad un' anta, ma tanto lui non aveva molti vestiti...


Passano i giorni che diventano settimane e un giorno, nel rientrare dal lavoro il papà trova il bambino che gioca sul tappeto del soggiorno con i mattoncini di legno." Ciao che bella costruzione hai fatto cos'è?" "E' la casa dove andrò a vivere da grande, papà. Vedi è come la nostra: qui c'è la cucina, qui il bagno, qui il mio studio e qui la stanza dove mangiamo con i nostri amici. Poi sali questa scale e qui c'è la camera mia, qui quella del bambino e qui il bagno." " Bella, bravo e questi mattoncini sotto la scala cosa sono?" " E' il letto dove vai a dormire tu quando sei vecchio e vieni a vivere a casa mia papà..."

Morale della nonna: la miglior educazione è l'esempio! E il cattivo esempio che diamo ai nostri figli oggi, è quello che faranno a noi i nostri figli domani!

Gli uomini mentre insegnano, imparano
(Seneca)








sabato 11 maggio 2013

Photogallery di...mamme...

Tantissimi auguri a tutte le mamme del mondo...
La madre ha inventato l'amore sulla terra
(Edmond Haraucourt)

mercoledì 8 maggio 2013

Vivisezione:metodo di studio e di ricerca consistente in operazioni di dissezione effettuati su animali vivi!!!

Di solito quando si parla in difesa degli animali si usa l'espressione "parlare per chi non ha voce"...In effetti gli animali la voce ce l'hanno però non parlano la lingua degli esseri umani, qualunque essa sia. Gli animali parlano una lingua per noi incomprensibile e fatta di tanta gestualità, comprensibilissima solo per chi vuole veramente ascoltarli!!!Dunque si parla al posto loro perché loro non sono in grado di farsi comprendere dalla maggior parte di noi umani ma solo da alcuni fortunati che hanno sensibilità, empatia e intelligenza sufficienti per riconoscere loro dei diritti ed una dignità che va rispettata. Questo era quello che pensavo e che ancora penso ma l'altro giorno mi è capitato, navigando sul web, di vedere un video antivivisezionista. Il video era stato girato con telecamere nascoste quindi assolutamente veritiero e non alterato né artefatto ad arte per sensibilizzare i più a favore di chi è contro la vivisezione. Sinceramente non sono riuscita a vedere il video fino in fondo quindi non ho intenzione di raccontarvi cosa ho visto, né credo che lo avrei fatto comunque, perché anche solo cercare di ricordare quegli sguardi mi fa venire i brividi dall'orrore!!! Mentre commentavo questo video con la persona che lo aveva postato mi è venuto spontanea una domanda:
"Ma come fanno queste persone a lavorare, quei poveri animali torturati urleranno, quindi come fanno a resistere alle loro urla di dolore?" La risposta è stata :" Gli tagliano le corde vocali!"Mi sono quindi informata ed ho saputo che fin da cuccioli, agli animali di allevamenti destinati ai laboratori di vivisezione, vengono tagliate le corde vocali...Mi fermerei un attimo su questa cosa che anche se sembra una sciocchezza è comunque gravissima e da sola rispecchia la brutalità e la crudeltà, quindi anche l'inutilità, della vivisezione. Psicologicamente parlando l'urlo di dolore non è solo lo sfogo di chi sta soffrendo ma in teoria dovrebbe anche impedire all'aguzzino di continuare a provocare dolore, questo almeno per ciò che riguarda esseri umani con coscienza e sensibilità e non sadici, psicopatici ecc.Ricordo infatti che una volta vidi un documentario della National Geographic che parlava proprio di questo. Si faceva infatti notare che solitamente le scene in cui un animale viene aggredito, per fame e sempre e solo per fame, da un predatore, il documentario non ha l'audio oppure ha una musica o una voce di sottofondo. Questo perché la stessa scena con le urla di
dolore della preda risulterebbe troppo violenta per la visione soprattutto dei bambini e degli animi sensibili. A riprova di ciò si vedeva due volte la stessa scena per un durata di circa 10 min ognuna. Si trattava dell'aggressione da parte di un branco di leonesse ad un bisonte. La scena senza audio l'ho guardata senza particolari difficoltà, mi dispiaceva per la preda ma mi dicevo che era una normale legge della Natura, e per la verità lo è! La scena con l'audio, invece, non sono riuscita a guardarla perché i muggiti di dolore mi creavano troppa sofferenza e anche se continuavo a dirmi che la cosa rientrava nella normale legge della Natura la palese sofferenza del bisonte mi ha impedito di continuare a guardare...D'accordo io nei confronti degli animali e dei bambini sono sensibilissima ma sfido chiunque è meno sensibile di me a prendere un animale o una persona e torturarla con la calma e la lucidità necessaria alla ricerca medica, mentre questa urla con tutto il suo fiato l'indicibile dolore a cui è sottoposta..Quindi gli tagliano le corde vocali per poter lavorare con assoluta calma e lucidità mentale...come dire non gridano=non soffrono.Credo sia questo quello che si ripetono e ripetono a chiunque voglia ascoltarli i dipendenti dei laboratori di vivisezione.
Ma facciamo un passo indietro. Nel titolo del post ho riportato il termine esatto, derivante dal latino, della parola vivisezione. Si parla di "dissezione effettuata su animali VIVI". Già dire una frase del genere nell'evoluto 2013 fa rabbrividire: "DISSEZIONE SU ANIMALI VIVI". Il termine "vivisezione" fu coniato nell'700 e la vivisezione si è diffusa, come metodo di studio, nei secoli XVII-XIX. Non si può assolutamente negare che la maggior parte delle conoscenze mediche attuali si sono ottenute grazie agli studi effettuati sugli animali in quegli anni. Bisogna anche considerare che la cultura, o meglio la coscienza degli uomini dell'epoca era molto ma molto diversa. E' infatti della seconda metà del ?600 la diffusione dell'idea meccanicista di Cartesio (1596-1650) con la teoria dell'animale-macchina . Secondo questa teoria l'animale non soffre e le sue manifestazioni di dolore sono solo risposte a stimoli( si parla quindi di vivisezione giustificata). Per restare in tema filosofico viene spontaneo chiedersi perché un filosofo, Cartesio, ha sentito la necessità di elaborare una teoria sulla vivisezione e sulla conseguente sofferenza causata all'animale sezionato( da vivo e non anestetizzato perché gli anestetici avrebbero potuto alterare i risultati scientifici).La risposta non può che essere una e una sola: perché evidentemente già a quell'epoca c'era qualcuno che riteneva la vivisezione inaccettabile. Infatti un ricercatore dell'epoca, di nome Hooke(1635-1703), dichiara, in una lettera inviata ad un altro ricercatore, Boyle(1627-1691), di non essere insensibile alle sofferenze degli animali, inoltre dice anche che si rifiuta di sezionarne altri e chiede che vengano almeno anestetizzati. Parole cadute nel vuoto perché la vivisezione è continuata e continua tuttora, su larga scala e per le cose più disparate: ricerca medica, test di tolleranza ai comestici, ai detersivi, ai tessuti ecc, assurdi test psicologici tesi a scoprire le cose più strane e illogiche e assolutamente prive non solo di interesse scientifico ma nemmeno interessanti alla maggior parte delle persone( tipo quanto vive urlando un cane a cui sia stato conficcato un ferro rovente nel cervello, cosa sente un gatto se gli si tolgono le palpebre e gli si inietta del liquido irritante nel nervo ottico, quanto resiste un animale a svariate scariche elettriche d'intensità e potenza variate in base al peso, all'età ...e via così. Ho letto tanti articoli e visto tantissime foto e vi assicuro che qualunque tortura vi venga in mente potete tranquillamente dirla dichiarando che è stato un esperimento scientifico!) e poi non dimentichiamo gli animali usati nei laboratori per armi chimiche, quelli mandati nello spazio, quelli fatti saltare con bombe, asfissiati con gas ecc ecc,  e tutto ciò senza anestesia!!! Perché tutto questo? Perché l'uomo è cattivo si certo ma non è cattivo solo l'uomo che materialmente fa queste cose è altrettanto cattivo l'essere umano che queste cose preferisce ignorarle, è altrettanto cattivo l'uomo che chiede alle varie case farmaceutiche, cosmetiche, di abiti o alimentari la perfezione, la pillola della felicità, il detersivo miracoloso che usato a litri non fa venire l'orticaria, lo shampoo che non brucia gli occhi, la crema che toglie rughe e decenni fin dalla prima passata,..In pratica tutti noi siamo responsabili della sofferenza di questi animali perché siamo noi con la nostra ricerca della perfezione che abbiamo incrementato il mercato della ricerca con l'inevitabile vivisezione. Naturalmente prima di scrivere questo articolo ho letto non solo il parere di chi è contro la vivisezione ma anche di chi è a favore della vivisezione. Mi spiace ma niente potrà mai convincermi che la vivisezione serve...forse potrebbe servire la sola ed unica ricerca a scopo medico, ma solo e sempre sotto anestesia e con il massimo rispetto per l'animale. Ma anche qui ci sarebbe tanto da dire perché è vero che biologicamente parlando siamo fatti dei medesimi elementi chimici ma è anche vero che solo il 95% del DNA animale è simile al nostro e trattandosi di organismi viventi che differiscono per tante altre cose, il modo psicologico di reagire alla cura per esempio, quello scarto del 5% può fare e fa una notevole differenza. Inoltre c'è un semplicissimo discorso etico-filosofico da considerare: o gli animali sono animali che nulla hanno da spartire con noi e quindi via di torture a gogò tanto non soffrono e se soffrono chi se ne importa e allora va da sé che non importano nemmeno i risultati ottenuti, oppure l'animale è tanto simile a noi che questi esperimenti sono assolutamente necessari ma allora è come se a queste torture si sottoponesse un essere umano. Quindi secondo me la vivisezione è assolutamente inutile e se non ci fossero molti, ma veramente molti, soldi a tenere in piedi questa barbarie, credo che già da tempo sarebbe stata eliminata. E' quindi dovere di ogni singolo essere umano con un minimo di coscienza prendere atto di questa crudeltà inutile cominciando a muoversi di conseguenza. Su internet si trovano sia la petizione da firmare contro la vivisezione, sia le liste dei vari prodotti che ancora usano gli animali; per chi poi desidera documentarsi al meglio e con le massime informazioni possibili può, semplicemente digitando la parola "vivisezione", ottenere tutte le informazioni che vuole comprese le varie interviste pro e contro.Chiunque, secondo propria coscienza, è libero di andare a cercarli e di decidere se vuole dare voce a queste povere creature innocenti a cui, per permettere a noi esseri egoisti e imperfetti di ottenere una irraggiungibile perfezione, tolgono la voce tagliando le corde vocali!!!
Non è necessario credere in una fonte soprannaturale del male:gli uomini da soli sono perfettamente capaci di qualsiasi malvagità.
(Joseph Conrad)