Caro Babbo Natale,
eccomi qui a scriverti anche quest'anno. Come ti ho gia' scritto l'anno scorso (per chi volesse leggere la lettera dello scorso annoCaro Babbo Natale ) credo fermamente in te, però mi hai delusa...quello che ti avevo chiesto lo scorso anno non si è avverato! Forse sono stata io troppo esigente, riconosco che annullare secoli e secoli di prepotenza, arroganza, egoismo ed egocentrismo che hanno dato origine a questa attuale evoluzione dell'"IO"sia alquanto difficile e di sicuro non basta un solo anno ma probabilmente ci vorranno anni e anni, spero non secoli, di lavoro su noi stessi. Allora quest'anno provo a chiederti qualcosa di più semplice, più alla portata di noi imperfetti esseri umani...Mi dispiace molto notare che esseri a me simili, anche se di simile a me, ma per fortuna anche a tantissimi altri, hanno solo la capacità di camminare eretti sulle zampe posteriori, perchè per il resto...dicevo...mi spiace notare che esseri a me simili non hanno nè coscienza nè cuore e meno che mai rispetto per se stessi e per il resto della Vita che li circonda. In quest'ultimo anno il bilancio delle crudeltà, della vanità, del bisogno, da parte degli umani, di soddisfare i propri desideri, di qualunque genere essi siano, si è rivelato molto, ma davvero molto, pesante. Di fronte al desiderio di soddisfare la sua Natura avida ed egoista l'essere umano non si ferma davanti a niente...violenta, uccide, tortura, insulta...la sua fantasia nell'essere egoisticamente crudele non ha fondo, non ha limiti. Quando pensi di aver visto il peggio ecco che una nuova vicenda ti sconvolge e ti fa capire che il peggio lo devi ancora vedere. Purtroppo chi porta spesso sulla propria pelle, e sulla propria Vita, il peggio delle crudeltà dell'uomo sono le categorie più deboli: bambini, donne, anziani e, naturalmente, animali. Ecco quest'anno vorrei concentrarmi su di loro, sugli animali. Tu, e anche chi mi legge da un pò, sai benissimo quanto io ami gli animali, quanto rispetto io abbia per ogni forma di Vita che c'è sulla Terra ma in questo caso il mio Amore per gli animali non c'entra poi molto...
Vedi caro Babbo Natale
credo che se si è capaci di rispettare, aiutare e difendere chi è assolutamente incapace di competere con noi, che siamo decisamente la razza dominante, va da sè che si è altrettanto capaci di capire, proteggere e difendere i propri simili.Penso a tutti gli usi crudeli che noi umani siamo capaci di fare degli animali...li martirizziamo e uccidiamo per divertirci, per curarci, per nutrirci, per soddisfare la nostra vanità e il nostro deviato concetto di eleganza , o semplicemente per sfogare la nostra vigliaccheria e frustrazione. Loro hanno ben poche possibilità di difendersi, poche o quasi nulle possibilità di salvarsi...A questo punto mi chiedo, caro Babbo Natale, ma se siamo capaci di restare così indifferenti davanti al dolore, alle urla, alla paura della morte e alle lacrime di un essere indifeso che non può in alcun modo proteggersi da noi, come possiamo avere amore, comprensione, tolleranza nei confronti dei nostri simili?Se siamo capaci di torturare il cane del vicino come possiamo capire che non dobbiamo alzare le mani su nostra moglie? Se possiamo fare sesso con un cavallo, con una scimmia, con un cane come possiamo capire che non dobbiamo toccare i bambini? Se preferiamo non sapere che la pelle o la pelliccia che indossiamo è intrisa del sangue e della sofferenza di un animale scuoiato vivo come possiamo capire che fare la guerra ai nostri simili è sbagliato?Se tagliamo le corde vocali agli animali che usiamo per fare esperimenti su di loro, illudendoci che siano necessari per la nostra sopravvivenza, come possiamo sentire le urla dei bambini che muoiono di fame? Se giustifichiamo chi tortura un cagnoline, perchè è un bambino e quello è solo un animale, come possiamo pretendere che lo stesso bambino rispetti il suo compagno di scuola più fragile e meno bello di lui?Se siamo capaci di crescere un cane, un gatto o un altro animale, convivere con lui per anni, amarlo e farci amare e poi lo buttiamo nella spazzatura perchè vecchio e malato come possiamo pretendere di avere cura e rispetto per i nostri genitori anziani e malati o per il barbone che incontriamo per strada?E la lista delle comparazioni, caro Babbo Natale, potrebbe continuare ma non voglio annoiarti nè farti perdere del tempo...ecco quindi che ti faccio subito la mia richiesta...è una richiesta semplice, semplicissima...
Caro Babbo Natale,
vorrei che quest'anno tu facessi in modo che gli esseri umani si ricordino di avere un cuore, un semplicissimo cuore...
Non voglio solo proteggere quelli che considero miei simili, gli animali, ma voglio proteggere quelli che dicono di essere "umani" come me...Non è possibile essere "umani" e dimenticare , ignorare che la sofferenza è sofferenza, che il sangue è sangue, che il dolore è dolore che...il Male genera inevitabilmente altro Male in una spirale di dolore e morte che comincia massacrando un povero animale e prosegue abusando di un bambino, per passare infine ad uccidere, violentare, torturare i nostri fratelli nel DNA!
Caro Babbo Natale,
tu, io e per fortuna molti altri "umani" sappiano che anche gli animali soffrono e piangono e hanno sentimenti esattamente come noi "umani" quindi,per logica, se si è capaci di restare indifferenti davanti alle urla di dolore e paura di un animale, che grida di dolore e paura esattamente come noi, al suo sangue, rosso come il nostro, alle sue lacrime, trasparenti e salate come le nostre, mi chiedo:come possiamo pretendere che possiamo capire il dolore, la paura, le lacrime degli altri esseri "umani"?. Non ti chiedo grandi cose, non pretendo che il mondo intero smetta di usare gli animali per nutrirsi, coprirsi o altro ti chiedo un cuore, un cuore che provi compassione e "umanità" e che percepisca, comprenda la sofferenza che procura...se regalerai ad ognuno di noi "umani" un cuore sono certa che tutto il resto verrà da sè e così come abbiamo trovato il modo di fare grandi, grandissime scoperte, che ci hanno migliorato la Vita troveremo anche il modo di convivere tra noi senza farci del Male e di rispettare, anche nel momento in cui li dobbiamo usare per il nostro sostentamento, gli animali che dalla notte dei tempi ci sono stati compagni e grande aiuto nella nostra evoluzione...
Con i miei migliori auguri di buon Natale a chi leggerà questa lettera
Rosanna Cira
domenica 21 dicembre 2014
domenica 14 dicembre 2014
domenica 7 dicembre 2014
domenica 30 novembre 2014
martedì 25 novembre 2014
Donna...
DONNA...
Donna...
da grembo materno
hai sorriso alla Vita...
da grembo di donna
hai donato la Vita...
Donna...
con occhi sognanti
hai aspettato la Vita...
con occhi pestati
hai guardato la Vita...
Donna...
con mani tremanti
hai amato la Vita...
per mani violente
hai temuto la Vita...
Donna...
con dolci parole
ti ha adulato la Vita...
con insulti feroci
ti ha ingannato la Vita...
Donna...
con sguardi d'Amore
guardavi la Vita...
con occhi di odio
ti han tolto la Vita...
Donna...
Tu doni la Vita...
Tu insegni ad Amare...
Tu cerchi l'Amore...
Tu...
Tu...
Tu...
Tu devi insegnare...
Tu devi imparare...
che esiste il rispetto
prima di Amare...
Donna...
Tu...
Tu per prima
Ti devi Amare
e...
ancor prima...
far rispettare...
25 novembre giornata mondiale contro la violenza alle Donne!
Rosanna Cira
lunedì 24 novembre 2014
domenica 23 novembre 2014
Una favola sporca...
C'era una volta una bambina...Una bella bambina, con le lunghe trecce color castano dorato che quando saltava alla corda con le compagne, nel cortile della scuola, saltavano con lei...Op, op,op...La bella bambina con le lunghe trecce color castano dorato viveva in una bella casa con la sua mamma, il suo papà e il suo fratellino più piccolo di qualche anno. Era felice la bella bambina con le lunghe trecce color castano dorato e se qualcuno le chiedeva cosa vuoi fare da grande lei rispondeva decisa:"Il dottore!" e scappava via ridendo e con le guance in fiamme, quasi a superare la vergogna che una dichiarazione così importante le provocava. Tutto filava liscio nella vita della bella bambina con i capelli castano dorato ma questa è una favola sporca quindi...Un brutto giorno il papà della bella bambina con i capelli castano dorato si ammalò...Un brutto male, uno di quei brutti mali che non solo ti colpiscono nel corpo ma anche nella Vita e negli affetti. La famiglia della bella bambina con i capelli castano dorato abitava in un piccolo paese dove non c'era un ospedale in grado di curare il suo papà e così, la mamma ed il papà avevano dovuto cercare un altro ospedale. L'ospedale grande ed attrezzato abbastanza da curare quel brutto male era molto lontano e la mamma ed il papà non potevano portare la bella bambina ed il suo fratellino con loro quindi, li lasciavano dai parenti. C'era la nonna e poi c'era la zia. Anzi la zia non era proprio la zia era un'amica della mamma che viveva con un fratello più grande. La bella bambina con i capelli castano dorato la conosceva da sempre e dato che l'amica della mamma e suo fratello erano spesso a casa della sua mamma lei e il suo fratellino li chiamavano zia e zio.E così per la bella bambina con i capelli castano dorati e per il suo fratellino cominciano gli anni del vagabondare...andavano a volte dalla nonna, a volte dagli zii. A casa della nonna dormivano in un unica stanza, in due letti gemelli ed erano tanto, tanto felici perchè si facevano compagnia; si sentivano tanto soli senza la mamma e il papà...Ma quando andavano dagli zii avevano due stanze separate perchè lo zio diceva che non era bello che lei, che era "una ragazzina" , dormisse con il suo fratellino. La bella bambina con i lunghi capelli castano dorato aveva paura di dormire da sola e sapeva che anche il suo fratellino aveva paura di dormire da solo ma la mamma le aveva detto di fare la brava ed ubbidire alla nonna e agli zii quando era a casa loro e così non diceva niente. Finchè una sera...Una sera la porta della sua camera si apre piano, piano, piano, senza fare rumore...la bella bambina con i capelli castano dorato stava per mettersi a gridare quando..."Ah è solo lo zio, meno male..."Lo zio si siede sul letto e comincia ad accarezzarle i capelli, piano, piano, piano...che bella quella carezza sui capelli, la fa sentire meno sola... lei vuole bene allo zio poi...poi la mano dello zio si infila dentro il suo pigiamino e comincia ad accarezzarle la pelle e la bambina vuole dire"Zio..." ma lo zio le mette l'altra mano davanti alla bocca e le dice" Stai zitta e non dire che sono venuto qui stanotte altrimenti dico alla tua mamma che sei una bambina cattiva e che non puoi più stare con noi...alla mamma dispiacerebbe e tu non vuoi far soffrire la tua mamma vero?"...La bambina, che in quel momento non si sentiva bella, voleva dire "no non voglio far soffrire la mia mamma non dirò niente ma tu stai fermo" ma aveva ancora la mano davanti alla bocca e non poteva parlare ed allora comincia a fare no con la testa e i bei capelli castano dorato si sparpagliano sul cuscino e le vanno dentro gli occhi e si incastrano nelle dita dello zio che li tira e la mano dello zio la tocca e la tocca e la tocca e lei...lei comincia a piangere e lacrime silenziose le scendono sulle guance di bambina e le inzuppano i capelli e lei le ingoia e sono amare e sono amare e sono amare...
Poi lo zio era andato via e la bambina, che non si sentiva più bella, aveva continuato a piangere e a piangere e a piangere e alla fine si era addormentata... La bambina, che non si sentiva più bella ma brutta e sporca e avrebbe voluto nascondersi da tutti, aveva pensato che lo zio non sarebbe più tornato la notte, al buio, nel suo letto e invece...Invece sera dopo sera, ogni volta che dormiva dalla zia, lui tornava e lei stava lì, ferma, tremante ma ferma e piangeva e le lacrime le rigavano le guance le inzuppavano i capelli le colavano in bocca ed erano amare erano amare, erano amare...
Purtroppo il papà non guarì dalla malattia ma cercò di guarire facendosi curare per anni ed anni, anni ed anni in cui la bambina, che si sentiva brutta e sporca e voleva nascondersi, andava a dormire dalla nonna e dagli zii. Poi un bel giorno la bambina, che non si sentiva più bella ma brutta e sporca e voleva nascondersi, si accorge di essere cresciuta...il suo papà non c'è più già da un pò e lei non va più a dormire dalla zia però...però non ha dimenticato quello che lo zio, che adesso vive con la sua mamma, le ha fatto per anni solo che adesso, quando va a dormire, si chiude a chiave e non permette a nessuno di entrare nella sua stanza!E' cresciuta adesso ma non ha più i bei capelli lunghi castano dorato, li ha tagliati molto, molto corti così quando la sera piange, perchè lei piange ancora tutte le sere, non si inzuppano più delle sue lacrime, e li ha tinti di nero, nero corvino, così non luccicano più le sue lacrime sui capelli alla luce della luna...e poi è magra la bella bambina è tanto magra, tanto, tanto magra!
Lei odia il cibo, il cibo è sporco, il suo corpo è sporco... la costringono a mangiare ma lei va in bagno e vomita tutto e insieme al cibo vomita anche la sporcizia, lo schifo che si sente dentro e quando non ha niente più da buttare fuori dal suo corpo piange, si siede lì, nel bagno e piange...e la mamma e suo fratello bussano alla porta perchè lei sta lì, chiusa e piange e lei apre e la mamma dice" Ma cos'hai? Cosa ti succede figlia mia?" e lei la guarda e vorrebbe dirle tutto e vorrebbe raccontarle che lei è una bambina sporca e brutta e che vorrebbe nascondersi ma...ma non le escono fuori le parole; la sua mamma ha tanto sofferto non può soffrire ancora per colpa sua...lo zio no, non bussa mai alla porta del bagno quando lei è chiusa dentro e vomita e piange...lo zio no...non bussa mai!
Naturalmente non ha fatto il dottore.. e come poteva lei brutta e sporca curare delle persone? Lavora in un supermercato, come commessa, là nessuno la guarda e lei non guarda nessuno, si limita a dire "Buongiorno signora, ha la tessera?" e "I punti li vuole?" e a passare sul rullo le scatole, i barattoli , le bottiglie...poi la sera torna a casa e si chiude in bagno e vomita e piange...Poi, un bel giorno, un signore alla cassa le dice"No, non ho la tessera perchè?"Mah...quel perchè la scuote; lei alza gli occhi e...e piano piano, con il tempo, si ricorda di essere donna, si ricorda di quando era una bella bambina con le lunghe trecce castano dorato che saltavano con lei,op op op, quando lei saltava alla corda nel cortile della scuola con le sue compagne e sorride...si sorride ad uno sconosciuto che nel frattempo non è più uno sconosciuto e gli racconta perchè si chiude in bagno a vomitare e piangere; non lo aveva mai raccontato a nessuno e lui la capisce e la vede bella e pulita e le dice "Ti amo" e lei scopre che non è sbagliato mangiare, che non è lei brutta e sporca e che se continua a piangere lui,"lo zio", continuerà ad entrare nella sua stanza, la notte, al buio, tutte le sere... ma adesso lei è grande e non è sola e non deve chiudere la porta a chiave e allora si cresce i capelli e lascia che tornino del loro colore naturale:castano dorato...Adesso è una bella bambina con i lunghi capelli castano dorato, ed è una mamma ed ha al suo fianco un papà e "lo zio" non entra più nella sua stanza la sera ma lei...lei sa che non dimenticherà mai, ma sa anche che lei è stata fortunata ma altri bambini? Saranno fortunati come lei? E allora cosa può fare per aiutare altri bambini che la sera hanno uno zio che in una casa buia e silenziosa li va a trovare nel loro lettino e mentre li tocca gli dice" stai zitta o lo dico alla tua mamma e lei soffrirà e tu non vuoi far soffrire la tua mamma vero?"? Cosa può fare?
Ed ecco che un giorno legge un articolo su un giornale che parla di bambini che, come lei, sono stati sessualmente abusati; bambini che adesso sono grandi e vorrebbero, raccontando la loro storia, aiutare altri bambini e decide di raccontare la sua storia lì, sul giornale, magari confessando quello che è successo a lei potrà aiutare qualche bambino, potrà impedire ad !uno zio" di fare del male ad un altro bambino e magari potrà riuscire a ripulire una favola sporca...
Questa storia, che ho leggermente favoleggiato, è tratta da un'intervista che ho letto su un giornale qualche tempo fa. Ho pensato di scriverla nella speranza, o se volete la presunzione, che venga letta da qualche "zio", continuiamo a chiamarlo così, e che costui si renda conto di quanto male sta per fare e di come possa sporcare, per sempre, la favola della Vita di un bambino...La protagonista di questa storia è stata abbastanza fortunata ed è riuscita a crearsi, nonostante tutto, una sua Vita ma per molte altre donne non è così...molte altre donne che sono state abusate da bambine non riescono mai più a vivere la loro femminilità, ad essere mogli e madri, ad essere donne...
Poi lo zio era andato via e la bambina, che non si sentiva più bella, aveva continuato a piangere e a piangere e a piangere e alla fine si era addormentata... La bambina, che non si sentiva più bella ma brutta e sporca e avrebbe voluto nascondersi da tutti, aveva pensato che lo zio non sarebbe più tornato la notte, al buio, nel suo letto e invece...Invece sera dopo sera, ogni volta che dormiva dalla zia, lui tornava e lei stava lì, ferma, tremante ma ferma e piangeva e le lacrime le rigavano le guance le inzuppavano i capelli le colavano in bocca ed erano amare erano amare, erano amare...
Purtroppo il papà non guarì dalla malattia ma cercò di guarire facendosi curare per anni ed anni, anni ed anni in cui la bambina, che si sentiva brutta e sporca e voleva nascondersi, andava a dormire dalla nonna e dagli zii. Poi un bel giorno la bambina, che non si sentiva più bella ma brutta e sporca e voleva nascondersi, si accorge di essere cresciuta...il suo papà non c'è più già da un pò e lei non va più a dormire dalla zia però...però non ha dimenticato quello che lo zio, che adesso vive con la sua mamma, le ha fatto per anni solo che adesso, quando va a dormire, si chiude a chiave e non permette a nessuno di entrare nella sua stanza!E' cresciuta adesso ma non ha più i bei capelli lunghi castano dorato, li ha tagliati molto, molto corti così quando la sera piange, perchè lei piange ancora tutte le sere, non si inzuppano più delle sue lacrime, e li ha tinti di nero, nero corvino, così non luccicano più le sue lacrime sui capelli alla luce della luna...e poi è magra la bella bambina è tanto magra, tanto, tanto magra!
Lei odia il cibo, il cibo è sporco, il suo corpo è sporco... la costringono a mangiare ma lei va in bagno e vomita tutto e insieme al cibo vomita anche la sporcizia, lo schifo che si sente dentro e quando non ha niente più da buttare fuori dal suo corpo piange, si siede lì, nel bagno e piange...e la mamma e suo fratello bussano alla porta perchè lei sta lì, chiusa e piange e lei apre e la mamma dice" Ma cos'hai? Cosa ti succede figlia mia?" e lei la guarda e vorrebbe dirle tutto e vorrebbe raccontarle che lei è una bambina sporca e brutta e che vorrebbe nascondersi ma...ma non le escono fuori le parole; la sua mamma ha tanto sofferto non può soffrire ancora per colpa sua...lo zio no, non bussa mai alla porta del bagno quando lei è chiusa dentro e vomita e piange...lo zio no...non bussa mai!
Naturalmente non ha fatto il dottore.. e come poteva lei brutta e sporca curare delle persone? Lavora in un supermercato, come commessa, là nessuno la guarda e lei non guarda nessuno, si limita a dire "Buongiorno signora, ha la tessera?" e "I punti li vuole?" e a passare sul rullo le scatole, i barattoli , le bottiglie...poi la sera torna a casa e si chiude in bagno e vomita e piange...Poi, un bel giorno, un signore alla cassa le dice"No, non ho la tessera perchè?"Mah...quel perchè la scuote; lei alza gli occhi e...e piano piano, con il tempo, si ricorda di essere donna, si ricorda di quando era una bella bambina con le lunghe trecce castano dorato che saltavano con lei,op op op, quando lei saltava alla corda nel cortile della scuola con le sue compagne e sorride...si sorride ad uno sconosciuto che nel frattempo non è più uno sconosciuto e gli racconta perchè si chiude in bagno a vomitare e piangere; non lo aveva mai raccontato a nessuno e lui la capisce e la vede bella e pulita e le dice "Ti amo" e lei scopre che non è sbagliato mangiare, che non è lei brutta e sporca e che se continua a piangere lui,"lo zio", continuerà ad entrare nella sua stanza, la notte, al buio, tutte le sere... ma adesso lei è grande e non è sola e non deve chiudere la porta a chiave e allora si cresce i capelli e lascia che tornino del loro colore naturale:castano dorato...Adesso è una bella bambina con i lunghi capelli castano dorato, ed è una mamma ed ha al suo fianco un papà e "lo zio" non entra più nella sua stanza la sera ma lei...lei sa che non dimenticherà mai, ma sa anche che lei è stata fortunata ma altri bambini? Saranno fortunati come lei? E allora cosa può fare per aiutare altri bambini che la sera hanno uno zio che in una casa buia e silenziosa li va a trovare nel loro lettino e mentre li tocca gli dice" stai zitta o lo dico alla tua mamma e lei soffrirà e tu non vuoi far soffrire la tua mamma vero?"? Cosa può fare?
Ed ecco che un giorno legge un articolo su un giornale che parla di bambini che, come lei, sono stati sessualmente abusati; bambini che adesso sono grandi e vorrebbero, raccontando la loro storia, aiutare altri bambini e decide di raccontare la sua storia lì, sul giornale, magari confessando quello che è successo a lei potrà aiutare qualche bambino, potrà impedire ad !uno zio" di fare del male ad un altro bambino e magari potrà riuscire a ripulire una favola sporca...
Questa storia, che ho leggermente favoleggiato, è tratta da un'intervista che ho letto su un giornale qualche tempo fa. Ho pensato di scriverla nella speranza, o se volete la presunzione, che venga letta da qualche "zio", continuiamo a chiamarlo così, e che costui si renda conto di quanto male sta per fare e di come possa sporcare, per sempre, la favola della Vita di un bambino...La protagonista di questa storia è stata abbastanza fortunata ed è riuscita a crearsi, nonostante tutto, una sua Vita ma per molte altre donne non è così...molte altre donne che sono state abusate da bambine non riescono mai più a vivere la loro femminilità, ad essere mogli e madri, ad essere donne...
venerdì 7 novembre 2014
Quando il candore si macchia di sangue...
"Ho 23 anni sono un educatore e mi sento attratto dai bambini.(...)E sono disperato , perchè mi chiedo se quel che provo non passerà mai e sarò costretto a lasciare il lavoro che amo".
E' con questa agghiacciante frase, nella sua sincerità, che inizia l'articolo che mi accingo a leggere...Proseguo nella lettura e scopro che chi parla è un ragazzo, con impulsi sessuali devianti, che frequenta un gruppo di sostegno , una volta a settimana, organizzato dal Comune di una grande città italiana. Questo mi riposta alla mente le volte che mi sono trovata a discutere di un fatto di cronaca che parlava di questa piaga inaccettabile in una società civile:la pedofilia!Da madre e da persona sensibile quale credo di essere ho sempre ritenuto inaccettabile parlare di malattia nei confronti di un pedofilo. Mi spiego meglio...Naturalmente non sono una psicologa nè una psichiatra o sociologa ecc ma una persona con una certa cultura generale ed un'intelligenza nella media ma ho anche, come moltissime altre persone, dei principi morali uniti alla convinzione che abusare, sessualmente e non, approfittare con violenza di esseri viventi più deboli e fragili, bambini e animali per esempio, sia segno di grandissima vigliaccheria, frustrazione e inciviltà salvo alcuni casi, piuttosto rari, in cui si può parlare veramente di malattia. E qui arrivo alla frase con cui ho iniziato questa riflessione. Quindi parlando di casi di pedofilia si sente speso dire è una persona malata, è una persona che ha subito abusi a sua volta, che ha un trascorso di maltrattamenti infantili ecc ecc...Benissimo posso accettare questo tipo di discorso ma non posso accettare che un adulto consapevole ed intelligente sentendosi attratto verso un bambino non si fermi un attimo a riflettere provando a chiedersi"Ma sono forse malato? E' normale che io provi attrazione per un bambino?" La risposta di un uomo adulto, intelligente e con una certa moralità dovrebbe essere un SI!!! forte chiaro e senza possibilità di discussione alla prima domanda ed un NO!!! altrettanto forte chiaro e indiscutibile alla seconda domanda. E una persona malata cosa fa?Si cura...va dal medico, gli espone i sintomi e si cura. Perchè allora non curare un disturbo così pericoloso, immorale e crudele, si indubbiamente crudele, come una devianza sessuale che ti spinge ad avere pulsioni sessuali verso i bambini?So bene che questo mio ragionamento può sembrare semplicistico ma onestamente, semplicistico quanto si vuole ma, mi sia concesso, io lo trovo anche estremamente logico. Non sono una moralista perbenista e bigotta e non disdegno i piaceri della vita, sesso compreso e se si parla di due, o più. adulti senzienti e consenzienti niente mi sconvolge che sia bondage, sado-maso, scambio di coppie o qualsiasi altra cosa ma solo e sempre se si parla di adulti consapevoli, senzienti e consenzienti. Nel rapporto adulto/bambino o persona/animale la persona consenziente è solo una e la controparte è una vittima che non sa cosa nè perchè sta succedendo quello che gli sta succedendo. Quindi ripeto se si vuole parlare di malattia, se si vuole accettare, se volete che io veda il pedofilo come una persona malata, psichicamente intendo, devo poter sapere che questa persona ha spontaneamente deciso di farsi curare, altrimenti, sempre e solo dal mio punto di vista è chiaro, di malato ha ben poco il resto è schifoso egoismo e ricerca di un piacere lascivo e viscido oltre che estremamente vigliacco. Quindi il ragazzo che ha deciso di frequentare questo corso di recupero è una persona malata, indubbiamente, ma è anche una persona intelligente e con una moralità, una persona civile e degna di chiamarsi tale che ha accettato la sua malattia ed ha deciso di curarsi così come io mi curo la gastrite o il mal di schiena. E questo mi riporta in mente una conversazione avuta mesi fa con un amico il dott Angelo Mottola che per cultura e per il lavoro che svolge ne sa molto più di me di certi argomenti. Parlando con Angelo lui un giorno mi dice che "non tutti i pedofili abusano dei bambini e non tutti coloro che abusano dei bambini sono pedofili". Questa sua affermazione mi ha alquanto meravigliata devo essere sincera e quindi gli ho chiesto cosa intendesse. Per fortuna ho conservato la sua spiegazione che riporto fedelmente: "La mia è una considerazione che viene da una parte da ricerche effettuate sulla casistica degli abusi sessuali, dove si evince(...)quello che ho detto e da una parte dalla diagnosi di pedofilia contenuta nel DSM , Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali,messo a punto dall'American Psychiatric Association, usato da psichiatri e psicologi. NON TUTTI I PEDOFILI ABUSANO DI BAMBINI= soggetti pedofili con un orientamento sessuale diretto verso soggetti pre-puberi, ma che non necessariamente fanno seguire a queste fantasie dei comportamenti pedofili nè presentano un disagio sociale, lavorativo o familiare a causa di queste fantasie. Questa differenziazione prende atto dell'esistenza, confermata da numerosi studi internazionali, di persone che ammettono di sentirsi attratte dai bambini ma non arrivano mai a mettere in atto comportamenti di rilevanza penale". Mi inchino agli psicologi e agli psichiatri che hanno studiato questi comportamenti e naturalmente accetto il discorso della malattia. "NON TUTTI COLORO CHE ABUSANO DI BAMBINI SONO PEDOFILI=Bisogna infatti distinguere la pedofilia in senso stretto-che come abbiamo visto è un disturbo- dalle altre forme di abuso sessuale su minori che possono essere commesse da soggetti non pedofili( ad es. l'induzione alla prostituzione, la tratta di minorenni a scopo sessuale)"...Il mio amico è stato chiarissimo!Quindi parlando di malattia in senso stretto c'è chi la riconosce e si fa curare e chi riesce a controllarsi...E poi c'è chi non vuole o non sa riconoscerla e chi invece non è malato proprio per nulla ma intorno a questo disgustoso fenomeno in spaventosa crescita( secondo una ricerca di Terre Des Hommes le molestie sessuali su minori sono cresciute del 42% in 10 anni)ci guadagna, spesso economicamente ma a volte anche solo come personalissima gratifica che non deve essere necessariamente sessuale. E allora come e perchè si dovrebbe continuare a parlare di malattia davanti ad un fenomeno che non è confinato a pochi sporadici casi ma che chiaramente coinvolge una bella fetta della nostra civilissima popolazione mondiale di "esseri umani"? Proviamo solo a pensare a quanti bravi padri di famiglia, o ragazzi normalissimi magari regolarmente fidanzati, la sera si mettono davanti ad un pc e nascosti dall'anonimato di uno schermo e da un nickname fantasioso si dilettano guardando foto di bambini in posizioni e atteggiamenti equivoci... rientrano nel termine medico-scientifico redatto dal DSM? Non credo! E queste brave persone dove trovano queste foto? Forse inizialmente sono innocenti foto di famiglia, magari bambini in costume o piccole bimbe che si atteggiano a miss, ma poi dato che la necessità aguzza l'ingegno sono propensa a credere che riescano, magari con difficoltà lo ammetto, ad approdare a specifici siti che, di foto di bambini umiliati nella loro innocenza sono pieni.I titolari, abili nel nascondere le loro tracce, sono forse malati? Non credo!E quando la violenza avviene in famiglia, quando ad abusare del proprio figlio/figlia è un padre, un nonno, uno zio, un amico si parla di persone malate? Se dobbiamo accettare che lo siano anche loro allora è indubbio che se non tutta la popolazione mondiale maschile, un buon tre quarti è malata...e allora possiamo anche affermare che siamo una popolazione di persone malate. E su questo sono d'accordo ma non malate nel senso stretto e medico scientifico bensì malati di inciviltà, di vigliaccheria, di egoismo ed egocentrismo allo stato puro, di puro edonismo e spasmodica ricerca di un proprio piacere...siamo una popolazione di esseri marci e disgustosi perchè provare piacere nell'abusare di un bambino, sentire un desiderio sessuale verso un bambino e non cercare, non ammettere "sono malato aiutatemi" è sintomo di grettezza mentale e incapacità di provare sentimenti perchè non si ha un cuore, non si ha una morale non si ha nemmeno l'ombra di quella "umanità" che dovrebbe spingerci a proteggere chi è fragile, debole ed indifeso...E insieme a chi compie l'atto disumano c'è chi sa, intuisce, crede ma tace, preferisce dire no non può essere, preferisce non affrontare un percorso doloroso e umiliante si ma per chi? Non certo per il bambino abusato che di dolore ed umiliazione e lacrime e sangue ne sa già abbastanza, ma per l'adulto che nasconde la vergogna che non si deve dire...quindi se probabilmente sono, anzi siamo malati, siamo malati di indifferenza, vigliaccheria, disumanità...siamo malati di crudeltà...
Ogni crudeltà nasce da durezza di cuore e debolezza
(Lucio Anneo Seneca )
E' con questa agghiacciante frase, nella sua sincerità, che inizia l'articolo che mi accingo a leggere...Proseguo nella lettura e scopro che chi parla è un ragazzo, con impulsi sessuali devianti, che frequenta un gruppo di sostegno , una volta a settimana, organizzato dal Comune di una grande città italiana. Questo mi riposta alla mente le volte che mi sono trovata a discutere di un fatto di cronaca che parlava di questa piaga inaccettabile in una società civile:la pedofilia!Da madre e da persona sensibile quale credo di essere ho sempre ritenuto inaccettabile parlare di malattia nei confronti di un pedofilo. Mi spiego meglio...Naturalmente non sono una psicologa nè una psichiatra o sociologa ecc ma una persona con una certa cultura generale ed un'intelligenza nella media ma ho anche, come moltissime altre persone, dei principi morali uniti alla convinzione che abusare, sessualmente e non, approfittare con violenza di esseri viventi più deboli e fragili, bambini e animali per esempio, sia segno di grandissima vigliaccheria, frustrazione e inciviltà salvo alcuni casi, piuttosto rari, in cui si può parlare veramente di malattia. E qui arrivo alla frase con cui ho iniziato questa riflessione. Quindi parlando di casi di pedofilia si sente speso dire è una persona malata, è una persona che ha subito abusi a sua volta, che ha un trascorso di maltrattamenti infantili ecc ecc...Benissimo posso accettare questo tipo di discorso ma non posso accettare che un adulto consapevole ed intelligente sentendosi attratto verso un bambino non si fermi un attimo a riflettere provando a chiedersi"Ma sono forse malato? E' normale che io provi attrazione per un bambino?" La risposta di un uomo adulto, intelligente e con una certa moralità dovrebbe essere un SI!!! forte chiaro e senza possibilità di discussione alla prima domanda ed un NO!!! altrettanto forte chiaro e indiscutibile alla seconda domanda. E una persona malata cosa fa?Si cura...va dal medico, gli espone i sintomi e si cura. Perchè allora non curare un disturbo così pericoloso, immorale e crudele, si indubbiamente crudele, come una devianza sessuale che ti spinge ad avere pulsioni sessuali verso i bambini?So bene che questo mio ragionamento può sembrare semplicistico ma onestamente, semplicistico quanto si vuole ma, mi sia concesso, io lo trovo anche estremamente logico. Non sono una moralista perbenista e bigotta e non disdegno i piaceri della vita, sesso compreso e se si parla di due, o più. adulti senzienti e consenzienti niente mi sconvolge che sia bondage, sado-maso, scambio di coppie o qualsiasi altra cosa ma solo e sempre se si parla di adulti consapevoli, senzienti e consenzienti. Nel rapporto adulto/bambino o persona/animale la persona consenziente è solo una e la controparte è una vittima che non sa cosa nè perchè sta succedendo quello che gli sta succedendo. Quindi ripeto se si vuole parlare di malattia, se si vuole accettare, se volete che io veda il pedofilo come una persona malata, psichicamente intendo, devo poter sapere che questa persona ha spontaneamente deciso di farsi curare, altrimenti, sempre e solo dal mio punto di vista è chiaro, di malato ha ben poco il resto è schifoso egoismo e ricerca di un piacere lascivo e viscido oltre che estremamente vigliacco. Quindi il ragazzo che ha deciso di frequentare questo corso di recupero è una persona malata, indubbiamente, ma è anche una persona intelligente e con una moralità, una persona civile e degna di chiamarsi tale che ha accettato la sua malattia ed ha deciso di curarsi così come io mi curo la gastrite o il mal di schiena. E questo mi riporta in mente una conversazione avuta mesi fa con un amico il dott Angelo Mottola che per cultura e per il lavoro che svolge ne sa molto più di me di certi argomenti. Parlando con Angelo lui un giorno mi dice che "non tutti i pedofili abusano dei bambini e non tutti coloro che abusano dei bambini sono pedofili". Questa sua affermazione mi ha alquanto meravigliata devo essere sincera e quindi gli ho chiesto cosa intendesse. Per fortuna ho conservato la sua spiegazione che riporto fedelmente: "La mia è una considerazione che viene da una parte da ricerche effettuate sulla casistica degli abusi sessuali, dove si evince(...)quello che ho detto e da una parte dalla diagnosi di pedofilia contenuta nel DSM , Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali,messo a punto dall'American Psychiatric Association, usato da psichiatri e psicologi. NON TUTTI I PEDOFILI ABUSANO DI BAMBINI= soggetti pedofili con un orientamento sessuale diretto verso soggetti pre-puberi, ma che non necessariamente fanno seguire a queste fantasie dei comportamenti pedofili nè presentano un disagio sociale, lavorativo o familiare a causa di queste fantasie. Questa differenziazione prende atto dell'esistenza, confermata da numerosi studi internazionali, di persone che ammettono di sentirsi attratte dai bambini ma non arrivano mai a mettere in atto comportamenti di rilevanza penale". Mi inchino agli psicologi e agli psichiatri che hanno studiato questi comportamenti e naturalmente accetto il discorso della malattia. "NON TUTTI COLORO CHE ABUSANO DI BAMBINI SONO PEDOFILI=Bisogna infatti distinguere la pedofilia in senso stretto-che come abbiamo visto è un disturbo- dalle altre forme di abuso sessuale su minori che possono essere commesse da soggetti non pedofili( ad es. l'induzione alla prostituzione, la tratta di minorenni a scopo sessuale)"...Il mio amico è stato chiarissimo!Quindi parlando di malattia in senso stretto c'è chi la riconosce e si fa curare e chi riesce a controllarsi...E poi c'è chi non vuole o non sa riconoscerla e chi invece non è malato proprio per nulla ma intorno a questo disgustoso fenomeno in spaventosa crescita( secondo una ricerca di Terre Des Hommes le molestie sessuali su minori sono cresciute del 42% in 10 anni)ci guadagna, spesso economicamente ma a volte anche solo come personalissima gratifica che non deve essere necessariamente sessuale. E allora come e perchè si dovrebbe continuare a parlare di malattia davanti ad un fenomeno che non è confinato a pochi sporadici casi ma che chiaramente coinvolge una bella fetta della nostra civilissima popolazione mondiale di "esseri umani"? Proviamo solo a pensare a quanti bravi padri di famiglia, o ragazzi normalissimi magari regolarmente fidanzati, la sera si mettono davanti ad un pc e nascosti dall'anonimato di uno schermo e da un nickname fantasioso si dilettano guardando foto di bambini in posizioni e atteggiamenti equivoci... rientrano nel termine medico-scientifico redatto dal DSM? Non credo! E queste brave persone dove trovano queste foto? Forse inizialmente sono innocenti foto di famiglia, magari bambini in costume o piccole bimbe che si atteggiano a miss, ma poi dato che la necessità aguzza l'ingegno sono propensa a credere che riescano, magari con difficoltà lo ammetto, ad approdare a specifici siti che, di foto di bambini umiliati nella loro innocenza sono pieni.I titolari, abili nel nascondere le loro tracce, sono forse malati? Non credo!E quando la violenza avviene in famiglia, quando ad abusare del proprio figlio/figlia è un padre, un nonno, uno zio, un amico si parla di persone malate? Se dobbiamo accettare che lo siano anche loro allora è indubbio che se non tutta la popolazione mondiale maschile, un buon tre quarti è malata...e allora possiamo anche affermare che siamo una popolazione di persone malate. E su questo sono d'accordo ma non malate nel senso stretto e medico scientifico bensì malati di inciviltà, di vigliaccheria, di egoismo ed egocentrismo allo stato puro, di puro edonismo e spasmodica ricerca di un proprio piacere...siamo una popolazione di esseri marci e disgustosi perchè provare piacere nell'abusare di un bambino, sentire un desiderio sessuale verso un bambino e non cercare, non ammettere "sono malato aiutatemi" è sintomo di grettezza mentale e incapacità di provare sentimenti perchè non si ha un cuore, non si ha una morale non si ha nemmeno l'ombra di quella "umanità" che dovrebbe spingerci a proteggere chi è fragile, debole ed indifeso...E insieme a chi compie l'atto disumano c'è chi sa, intuisce, crede ma tace, preferisce dire no non può essere, preferisce non affrontare un percorso doloroso e umiliante si ma per chi? Non certo per il bambino abusato che di dolore ed umiliazione e lacrime e sangue ne sa già abbastanza, ma per l'adulto che nasconde la vergogna che non si deve dire...quindi se probabilmente sono, anzi siamo malati, siamo malati di indifferenza, vigliaccheria, disumanità...siamo malati di crudeltà...
Ogni crudeltà nasce da durezza di cuore e debolezza
(Lucio Anneo Seneca )
domenica 19 ottobre 2014
Cane eroe e mamma orsa coraggio...
Leggo del cane che per salvare una persona che conosceva appena ha affrontato due pitbull, trovando la morte, circa 3/4 giorni fa. Non ho mai smesso di pensarci e più volte ho pensato di farne un articolo ma vuoi per un motivo, vuoi per l'altro non ci sono riuscita. Poi ieri sera leggo un'altra notizia altrettanto triste e violenta ed allora ho avuto l'ulteriore conferma che le coincidenze non esistono e niente avviene per caso. Ma procediamo con ordine. La vicenda del cane eroe ( se cliccate sopra la scritta andrete alla cronaca del fatto) è presto detta:un randagio da qualche tempo si recava ogni mattina presso la tomba del suo padrone. Di giorno in giorno, tra lui e il custode del cimitero si era creata una certa amicizia. Una mattina di qualche giorno fa entrano nel cimitero due pitbull che tentano di aggredire il custode. Il meticcio, sentendo probabilmente l'abbaiare decisamente aggressivo dei due cani, corre immediatamente in aiuto del suo nuovo amico e ingaggia una lotta con i due pitbull permettendo all'uomo di scappare e salvarsi. Per la verità l'uomo ha a sua volta cercato di aiutare il cane ma ha dovuto desistere e chiamare i carabinieri...quando finalmente i tre cani hanno smesso di sbranarsi per il povero meticcio sembra non ci sia stato nulla da fare...come per uno dei due pitbull...
L'altra vicenda, che ho letto ieri sera, riguarda una mamma...una mamma orsa, un'orsa della luna precisamente. Credo che tutti sappiano a quale Vita/non Vita di tortura e sofferenza siano costretti gli orsi della luna in alcune parti dell'Asia e anche il perchè ma se qualcuno ancora non lo sa: la bile miracolosa degli orsi della luna.
Quindi la seconda notizia che leggo, ieri sera, riguarda un gesto estremo, ed estremamente triste nella sua violenza, di una mamma orsa tenuta prigioniera per la sua bile. Ho trovato solo il testo in inglese:Mamma orsa coraggio( riportato dai media cinesi) ma riassumo la vicenda.
Una mamma orsa della luna, prigioniera in una gabbia dove le è impedito qualunque movimento, con un catetere infilato nell'addome a vita atto all'estrazione della bile, sentendo il proprio figlio urlare di terrore mentre gli "umani" stavano provvedendo ad inserire un catetere nell'addome del piccolo, con uno sforzo tremendo e la forza che solo una mamma può trovare all'occorrenza, è riuscita a scardinare la porta della sua gabbia e liberatasi è corsa incontro al suo cucciolo. Gli umani sono scappati ma hanno visto la mamma stringere a sè il cucciolo con tale violenza da strangolarlo e dopo sbattersi ripetutamente contro un muro fino a procurarsi la morte...
Due storie tristissime, due vicende di dolore e morte che hanno per protagonisti due animali, due morti, anzi tre, che hanno racchiuso un sentimento d'amore, quell'amore che anche gli animali sono in grado di provare!
Proviamo a riflettere sul gesto estremo del cane...probabilmente questo cane quando si è lanciato contro altri due cani non ha riflettuto sulla possibilità che avrebbe potuto non farcela; non ha pensato che lui, meticcio di non grossissima taglia, avrebbe avuto ben poche possibilità contro due cani che, dato che hanno immediatamente dimostrato aggressività nei confronti dell'uomo che volevano attaccare, erano sicuramente cani inferociti e violenti causa maltrattamenti( pare che uno dei due pitbull avesse le orecchie tagliate e solitamente le orecchie e la coda si tagliano ai cani che si intende usare nei combattimenti-chiarisco che questa è una mia ipotesi)da parte degli umani. Non ha riflettuto no, sono certa che no, avrebbe potuto restare lì sulla tomba del suo padrone o provare a scappare e invece no si è lanciato immediatamente in difesa del suo nuovo amico. Probabile che poi la sua sia diventata la difesa di se stesso o che poi non ha più potuto, nemmeno volendolo, scappare a causa delle ferite riportate ma cosa sia successo dopo ha ben poca importanza quello che importa è il perchè è successo il "dopo". E il perchè ha una sola ed unica spiegazione: la lealtà, la fedeltà che solo gli animali sono in grado di provare al 100%, senza mezze misure, e l'infinito amore che "anche" gli animali sono in grado di provare. Questo cane ha sentito che il suo nuovo amico, quel nuovo amico che ogni tanto gli portava una ciotola d'acqua e del cibo, quel nuovo amico che ogni tanto gli faceva una carezza era in difficoltà e un amico non si abbandona nel momento del bisogno, un amico lo si aiuta nel momento del bisogno, se poi per aiutare un'altra Vita immoli la tua va da sè che diventi anche un eroe e che tu sia uomo, cane, ippopotamo o leone poco importa sempre "eroe" resti!Vero è che per arrivare a perdere la tua Vita per salvarne un'altra devi agire d'istinto, senza troppe riflessioni altrimenti non potrai mai diventare un eroe...quindi ogni onore a questo cane che per aiutare non il suo padrone ma un altro essere umano ha perso la propria Vita ed in modo molto, molto doloroso, immagino, purtroppo...
Questo cane eroe dimostra, oltre ogni ragionevole dubbio, che loro,gli animali, anche se agiscono sempre in modo istintivo, sono in grado come e spesso meglio di noi, di provare gratitudine, affetto, lealtà, coraggio...quindi provano dei sentimenti esattamente, anzi spesso meglio, di noi umani.
Passiamo invece al gesto dell'orsa. Anche qui questa tristissima vicenda ha molto di "umano"...una madre, una mamma orsa, quindi un animale, comprendendo che la carne della sua carne, la Vita che ogni mamma ritiene più importante della propria, stava intraprendendo la sua stessa non Vita di dolore, tortura e prigionia decide di uccidere il proprio figlio per poi uccidersi. In questa vicenda due cose mi hanno dato motivo di riflessione. La prima è che una volta riuscita a liberarsi e ad uccidere il proprio piccolo, una scelta estrema e dolorosa ma che denota un profondo amore ed anche molta intelligenza, mamma orsa non abbia cercato di aggredire gli umani, era ormai libera, ma abbia provveduto ad uccidersi; e la seconda è che se si è liberata in quel momento avrebbe potuto farlo anche prima, quindi perchè non farlo prima? Mah...Credo che per un qualunque orso della luna liberarsi sia praticamente impossibile; alcune volte, oltre all'essere chiusi in gabbia, hanno anche un giubbino di ferro per evitare che, cercando di togliersi il catetere, si feriscano a morte, o si uccidano a questo punto posso pensare; inoltre quel catetere da cui viene quotidianamente tolta loro la bile senza tante accortezze, gli provoca svariate infezioni e malattie con tanto di dolore quindi, la loro possibilità di cercare la libertà e di trovare invece una morte immediata ma preferibile alla lunghissima agonia a cui sono condannati è praticamente nulla eppure...eppure questa madre in qualche modo è riuscita...sentire le grida del proprio cucciolo, che avrà distinto in mezzo ad altre urla, le ha dato quella scarica di adrenalina sufficiente da avere abbastanza forza per scardinare la porta in ferro di una gabbia e correre in aiuto del suo piccolo...Queste straordinarie performance avvengono a volte anche tra gli umani e solitamente si tratta di madri; il coraggio di una madre non è un modo di dire assolutamente no! Quindi riesce a liberarsi e che fa? La cosa che, secondo chi sostiene che gli animali non abbiano nè sentimenti nè intelligenza, sarebbe stato logico avesse fatto era aggredire chi attentava alla Vita del suo cucciolo; la normale e istintiva reazione di qualunque mamma, anche umana se qualcuno attenta alla Vita della propria prole. E invece no! Questa mamma ha, evidentemente, riflettuto, pensato a cosa doveva fare per aiutare il suo piccolo in pericolo...e dato che lei era probabilmente in quelle condizioni da anni e probabilmente sapeva, aveva capito che la stessa identica non Vita di dolore e torture e sofferenze e prigionia era destinata al suo piccolino ha preferito ucciderlo e poi uccidersi. Ha capito che la sola strada percorribile era quella di togliere il prima possibile questa non Vita al suo cucciolo...encomiabile gesto direi! Un gesto che, nel suo caso, denota intelligenza e forza, non fisica ovviamente, e molto molto coraggio oltre che un infinito Amore...Perchè poi non ha aggredito i suoi e gli aguzzini del figlio? Ipotizzo ma credo di non sbagliarmi: perchè troppo debole, fisicamente ma soprattutto mentalmente per il grande dolore che provava per quello che aveva appena fatto...E' contro ogni logica e dal punto di vista di una madre, contro Natura sopravvivere al proprio figlio, ucciderlo con quelle stesse mani/zampe che dovrebbero accudirlo è qualcosa che rasenta la pazzia secondo me e credo che la povera mamma orsa dopo quel gesto, che nel suo caso era il solo gesto che una mamma poteva compiere per dimostrare al proprio figlio quanto lo amasse, sia impazzita di dolore, perchè se avesse avuto ancora un briciolo di quella intelligenza e lucidità che l'ha spinta a fare quello che ha fatto, avrebbe sicuramente rivolto la sua rabbia contro gli aguzzini del suo piccolo...invece non era più lucida era solo una povera mamma impazzita dal dolore per quello che aveva appena fatto...
Quindi credo sia probabile che non sia riuscita a scrivere prima l'articolo sul cane eroe perchè dovevo leggere anche di quest'altro eroico gesto...in entrambe queste vicende si parla di dolore e sofferenza e morte ma si parla, più di tutto, di lealtà, coraggio, intelligenza e Amore sentimenti che "anche" gli animali sono in grado di provare e pur di dimostrarlo a noi, o a se stessi, rinunciano alla propria Vita...Queste due vicende dovrebbero dare modo a noi "umani" di riflettere: siamo sì capaci di infliggere dolore e sofferenza ad ogni forma di Vita che riteniamo inferiore ma per essere veramente superiori non dovremmo essere altrettanto capaci di dare Amore a chi, da noi ritenuto inferiore, è in grado di darcelo e di dimostrarcelo?
L'altra vicenda, che ho letto ieri sera, riguarda una mamma...una mamma orsa, un'orsa della luna precisamente. Credo che tutti sappiano a quale Vita/non Vita di tortura e sofferenza siano costretti gli orsi della luna in alcune parti dell'Asia e anche il perchè ma se qualcuno ancora non lo sa: la bile miracolosa degli orsi della luna.
Quindi la seconda notizia che leggo, ieri sera, riguarda un gesto estremo, ed estremamente triste nella sua violenza, di una mamma orsa tenuta prigioniera per la sua bile. Ho trovato solo il testo in inglese:Mamma orsa coraggio( riportato dai media cinesi) ma riassumo la vicenda.
Una mamma orsa della luna, prigioniera in una gabbia dove le è impedito qualunque movimento, con un catetere infilato nell'addome a vita atto all'estrazione della bile, sentendo il proprio figlio urlare di terrore mentre gli "umani" stavano provvedendo ad inserire un catetere nell'addome del piccolo, con uno sforzo tremendo e la forza che solo una mamma può trovare all'occorrenza, è riuscita a scardinare la porta della sua gabbia e liberatasi è corsa incontro al suo cucciolo. Gli umani sono scappati ma hanno visto la mamma stringere a sè il cucciolo con tale violenza da strangolarlo e dopo sbattersi ripetutamente contro un muro fino a procurarsi la morte...
Due storie tristissime, due vicende di dolore e morte che hanno per protagonisti due animali, due morti, anzi tre, che hanno racchiuso un sentimento d'amore, quell'amore che anche gli animali sono in grado di provare!
Proviamo a riflettere sul gesto estremo del cane...probabilmente questo cane quando si è lanciato contro altri due cani non ha riflettuto sulla possibilità che avrebbe potuto non farcela; non ha pensato che lui, meticcio di non grossissima taglia, avrebbe avuto ben poche possibilità contro due cani che, dato che hanno immediatamente dimostrato aggressività nei confronti dell'uomo che volevano attaccare, erano sicuramente cani inferociti e violenti causa maltrattamenti( pare che uno dei due pitbull avesse le orecchie tagliate e solitamente le orecchie e la coda si tagliano ai cani che si intende usare nei combattimenti-chiarisco che questa è una mia ipotesi)da parte degli umani. Non ha riflettuto no, sono certa che no, avrebbe potuto restare lì sulla tomba del suo padrone o provare a scappare e invece no si è lanciato immediatamente in difesa del suo nuovo amico. Probabile che poi la sua sia diventata la difesa di se stesso o che poi non ha più potuto, nemmeno volendolo, scappare a causa delle ferite riportate ma cosa sia successo dopo ha ben poca importanza quello che importa è il perchè è successo il "dopo". E il perchè ha una sola ed unica spiegazione: la lealtà, la fedeltà che solo gli animali sono in grado di provare al 100%, senza mezze misure, e l'infinito amore che "anche" gli animali sono in grado di provare. Questo cane ha sentito che il suo nuovo amico, quel nuovo amico che ogni tanto gli portava una ciotola d'acqua e del cibo, quel nuovo amico che ogni tanto gli faceva una carezza era in difficoltà e un amico non si abbandona nel momento del bisogno, un amico lo si aiuta nel momento del bisogno, se poi per aiutare un'altra Vita immoli la tua va da sè che diventi anche un eroe e che tu sia uomo, cane, ippopotamo o leone poco importa sempre "eroe" resti!Vero è che per arrivare a perdere la tua Vita per salvarne un'altra devi agire d'istinto, senza troppe riflessioni altrimenti non potrai mai diventare un eroe...quindi ogni onore a questo cane che per aiutare non il suo padrone ma un altro essere umano ha perso la propria Vita ed in modo molto, molto doloroso, immagino, purtroppo...
Questo cane eroe dimostra, oltre ogni ragionevole dubbio, che loro,gli animali, anche se agiscono sempre in modo istintivo, sono in grado come e spesso meglio di noi, di provare gratitudine, affetto, lealtà, coraggio...quindi provano dei sentimenti esattamente, anzi spesso meglio, di noi umani.
Passiamo invece al gesto dell'orsa. Anche qui questa tristissima vicenda ha molto di "umano"...una madre, una mamma orsa, quindi un animale, comprendendo che la carne della sua carne, la Vita che ogni mamma ritiene più importante della propria, stava intraprendendo la sua stessa non Vita di dolore, tortura e prigionia decide di uccidere il proprio figlio per poi uccidersi. In questa vicenda due cose mi hanno dato motivo di riflessione. La prima è che una volta riuscita a liberarsi e ad uccidere il proprio piccolo, una scelta estrema e dolorosa ma che denota un profondo amore ed anche molta intelligenza, mamma orsa non abbia cercato di aggredire gli umani, era ormai libera, ma abbia provveduto ad uccidersi; e la seconda è che se si è liberata in quel momento avrebbe potuto farlo anche prima, quindi perchè non farlo prima? Mah...Credo che per un qualunque orso della luna liberarsi sia praticamente impossibile; alcune volte, oltre all'essere chiusi in gabbia, hanno anche un giubbino di ferro per evitare che, cercando di togliersi il catetere, si feriscano a morte, o si uccidano a questo punto posso pensare; inoltre quel catetere da cui viene quotidianamente tolta loro la bile senza tante accortezze, gli provoca svariate infezioni e malattie con tanto di dolore quindi, la loro possibilità di cercare la libertà e di trovare invece una morte immediata ma preferibile alla lunghissima agonia a cui sono condannati è praticamente nulla eppure...eppure questa madre in qualche modo è riuscita...sentire le grida del proprio cucciolo, che avrà distinto in mezzo ad altre urla, le ha dato quella scarica di adrenalina sufficiente da avere abbastanza forza per scardinare la porta in ferro di una gabbia e correre in aiuto del suo piccolo...Queste straordinarie performance avvengono a volte anche tra gli umani e solitamente si tratta di madri; il coraggio di una madre non è un modo di dire assolutamente no! Quindi riesce a liberarsi e che fa? La cosa che, secondo chi sostiene che gli animali non abbiano nè sentimenti nè intelligenza, sarebbe stato logico avesse fatto era aggredire chi attentava alla Vita del suo cucciolo; la normale e istintiva reazione di qualunque mamma, anche umana se qualcuno attenta alla Vita della propria prole. E invece no! Questa mamma ha, evidentemente, riflettuto, pensato a cosa doveva fare per aiutare il suo piccolo in pericolo...e dato che lei era probabilmente in quelle condizioni da anni e probabilmente sapeva, aveva capito che la stessa identica non Vita di dolore e torture e sofferenze e prigionia era destinata al suo piccolino ha preferito ucciderlo e poi uccidersi. Ha capito che la sola strada percorribile era quella di togliere il prima possibile questa non Vita al suo cucciolo...encomiabile gesto direi! Un gesto che, nel suo caso, denota intelligenza e forza, non fisica ovviamente, e molto molto coraggio oltre che un infinito Amore...Perchè poi non ha aggredito i suoi e gli aguzzini del figlio? Ipotizzo ma credo di non sbagliarmi: perchè troppo debole, fisicamente ma soprattutto mentalmente per il grande dolore che provava per quello che aveva appena fatto...E' contro ogni logica e dal punto di vista di una madre, contro Natura sopravvivere al proprio figlio, ucciderlo con quelle stesse mani/zampe che dovrebbero accudirlo è qualcosa che rasenta la pazzia secondo me e credo che la povera mamma orsa dopo quel gesto, che nel suo caso era il solo gesto che una mamma poteva compiere per dimostrare al proprio figlio quanto lo amasse, sia impazzita di dolore, perchè se avesse avuto ancora un briciolo di quella intelligenza e lucidità che l'ha spinta a fare quello che ha fatto, avrebbe sicuramente rivolto la sua rabbia contro gli aguzzini del suo piccolo...invece non era più lucida era solo una povera mamma impazzita dal dolore per quello che aveva appena fatto...
Quindi credo sia probabile che non sia riuscita a scrivere prima l'articolo sul cane eroe perchè dovevo leggere anche di quest'altro eroico gesto...in entrambe queste vicende si parla di dolore e sofferenza e morte ma si parla, più di tutto, di lealtà, coraggio, intelligenza e Amore sentimenti che "anche" gli animali sono in grado di provare e pur di dimostrarlo a noi, o a se stessi, rinunciano alla propria Vita...Queste due vicende dovrebbero dare modo a noi "umani" di riflettere: siamo sì capaci di infliggere dolore e sofferenza ad ogni forma di Vita che riteniamo inferiore ma per essere veramente superiori non dovremmo essere altrettanto capaci di dare Amore a chi, da noi ritenuto inferiore, è in grado di darcelo e di dimostrarcelo?
Non c'è differenza fondamentale tra l'uomo e gli animali superiori nelle loro facoltà mentali...Gli animali inferiori, come l'uomo, provano manifesto piacere e dolore, felicità e sofferenza.
( Charles Robert Darwin )
lunedì 13 ottobre 2014
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