domenica 19 ottobre 2014

Cane eroe e mamma orsa coraggio...

Leggo del cane che per salvare una persona che conosceva appena ha affrontato due pitbull, trovando la morte, circa 3/4 giorni fa. Non ho mai smesso di pensarci e più volte ho pensato di farne un articolo ma vuoi per un motivo, vuoi per l'altro non ci sono riuscita. Poi ieri sera leggo un'altra notizia altrettanto triste e violenta ed allora ho avuto l'ulteriore conferma che le coincidenze non esistono e niente avviene per caso. Ma procediamo con ordine. La vicenda del cane eroe ( se cliccate sopra la scritta andrete alla cronaca del fatto) è presto detta:un randagio da qualche tempo si recava ogni mattina presso la tomba del suo padrone. Di giorno in giorno, tra lui e il custode del cimitero si era creata una certa amicizia. Una mattina di qualche giorno fa entrano nel cimitero due pitbull che tentano di aggredire il custode. Il meticcio, sentendo probabilmente l'abbaiare decisamente aggressivo dei due cani, corre immediatamente in aiuto del suo nuovo amico e ingaggia una lotta con i due pitbull permettendo all'uomo di scappare e salvarsi. Per la verità l'uomo ha a sua volta cercato di aiutare il cane ma ha dovuto desistere e chiamare i carabinieri...quando finalmente i tre cani hanno smesso di sbranarsi per il povero meticcio sembra non ci sia stato nulla da fare...come per uno dei due pitbull...
L'altra vicenda, che ho letto ieri sera, riguarda una mamma...una mamma orsa, un'orsa della luna precisamente. Credo che tutti sappiano a quale Vita/non Vita di tortura e sofferenza siano costretti gli orsi della luna in alcune parti dell'Asia e anche il perchè ma se qualcuno ancora non lo sa: la bile miracolosa degli orsi della luna
 Quindi la seconda notizia che leggo, ieri sera, riguarda un gesto estremo, ed estremamente triste nella sua violenza, di una mamma orsa tenuta prigioniera per la sua bile. Ho trovato solo il testo in inglese:Mamma orsa coraggio( riportato dai media cinesi) ma riassumo la vicenda.
Una mamma orsa della luna, prigioniera in una gabbia dove le è impedito qualunque movimento, con un catetere infilato nell'addome a vita atto all'estrazione della bile, sentendo il proprio figlio urlare di terrore mentre gli "umani" stavano provvedendo ad inserire un catetere nell'addome del piccolo, con uno sforzo tremendo e la forza che solo una mamma può trovare all'occorrenza, è riuscita a scardinare la porta della sua gabbia e liberatasi è corsa incontro al suo cucciolo. Gli umani sono scappati ma hanno visto la mamma stringere a sè il cucciolo con tale violenza da strangolarlo e dopo sbattersi ripetutamente contro un muro fino a procurarsi la morte...
Due storie tristissime, due vicende di dolore e morte che hanno per protagonisti due animali, due morti, anzi  tre,  che hanno racchiuso un sentimento d'amore, quell'amore che anche gli animali sono in grado di provare!
Proviamo a riflettere sul gesto estremo del cane...probabilmente questo cane quando si è lanciato contro altri due cani non ha riflettuto sulla possibilità che avrebbe potuto non farcela; non ha pensato che lui, meticcio di non grossissima taglia, avrebbe avuto ben poche possibilità contro due cani  che, dato che hanno immediatamente dimostrato aggressività nei confronti dell'uomo che volevano attaccare, erano sicuramente cani inferociti e violenti causa maltrattamenti( pare che uno dei due pitbull avesse le orecchie tagliate e solitamente le orecchie e la coda si tagliano ai cani che si intende usare nei combattimenti-chiarisco che questa è una mia ipotesi)da parte degli umani. Non ha riflettuto no, sono certa che no, avrebbe potuto restare lì sulla tomba del suo padrone o provare a scappare e invece no si è lanciato immediatamente in difesa del suo nuovo amico. Probabile che poi la sua sia diventata la difesa di se stesso o che poi non ha più potuto, nemmeno volendolo, scappare a causa delle ferite riportate ma cosa sia successo dopo ha ben poca importanza quello che importa è il perchè è successo il "dopo". E il perchè ha una sola ed unica spiegazione: la lealtà, la fedeltà che solo gli animali sono in grado di provare al 100%, senza mezze misure, e l'infinito amore che "anche" gli animali sono in grado di provare. Questo cane ha sentito che il suo nuovo amico, quel nuovo amico che ogni tanto gli portava una ciotola d'acqua e del cibo, quel nuovo amico che ogni tanto gli faceva una carezza era in difficoltà e un amico non si abbandona nel momento del bisogno, un amico lo si aiuta nel momento del bisogno, se poi per aiutare un'altra Vita immoli la tua va da sè che diventi anche un eroe e che tu sia uomo, cane, ippopotamo o leone poco importa sempre "eroe" resti!Vero è che per arrivare a perdere la tua Vita per salvarne un'altra devi agire d'istinto, senza troppe riflessioni altrimenti non potrai mai diventare un eroe...quindi ogni onore a questo cane che per aiutare non il suo padrone ma un altro essere umano ha perso la propria Vita ed in modo molto, molto doloroso, immagino, purtroppo...
Questo cane eroe dimostra, oltre ogni ragionevole dubbio, che loro,gli animali, anche se agiscono sempre in modo istintivo, sono in grado come e spesso meglio di noi, di provare gratitudine, affetto, lealtà, coraggio...quindi provano dei sentimenti esattamente, anzi spesso meglio, di noi umani.
Passiamo invece al gesto dell'orsa. Anche qui questa tristissima vicenda ha molto di "umano"...una madre, una mamma orsa, quindi un animale, comprendendo che la carne della sua carne, la Vita che ogni mamma ritiene più importante della propria, stava intraprendendo la sua stessa non Vita di dolore, tortura e prigionia decide di uccidere il proprio figlio per poi uccidersi. In questa vicenda due cose mi hanno dato motivo di riflessione. La prima è che una volta riuscita a liberarsi e ad uccidere il proprio piccolo, una scelta estrema e dolorosa ma che denota un profondo amore ed anche molta intelligenza, mamma orsa non abbia cercato di aggredire gli umani, era ormai libera, ma abbia provveduto ad uccidersi; e la seconda è che se si è liberata in quel momento avrebbe potuto farlo anche prima, quindi perchè non farlo prima? Mah...Credo che per un qualunque orso della luna liberarsi sia praticamente impossibile; alcune volte, oltre all'essere chiusi in gabbia, hanno anche un giubbino di ferro per evitare che, cercando di togliersi il catetere, si feriscano a morte, o si uccidano a questo punto posso pensare; inoltre quel catetere da cui viene quotidianamente tolta loro la bile senza tante accortezze, gli provoca svariate infezioni e malattie con tanto di dolore quindi, la loro possibilità di cercare la libertà e di trovare invece una morte immediata ma preferibile alla lunghissima agonia a cui sono condannati è praticamente nulla eppure...eppure questa madre in qualche modo è riuscita...sentire le grida del proprio cucciolo, che avrà distinto in mezzo ad altre urla, le ha dato quella scarica di adrenalina sufficiente da avere abbastanza forza per scardinare la porta in ferro di una gabbia e correre in aiuto del suo piccolo...Queste straordinarie performance avvengono a volte anche tra gli umani e solitamente si tratta di madri; il coraggio di una madre non è un modo di dire assolutamente no! Quindi riesce a liberarsi e che fa? La cosa che, secondo chi sostiene che gli animali non abbiano nè sentimenti nè intelligenza, sarebbe stato logico avesse fatto era aggredire chi attentava alla Vita del suo cucciolo; la normale e istintiva reazione di qualunque mamma, anche umana se qualcuno attenta alla Vita della propria prole. E invece no! Questa mamma ha, evidentemente, riflettuto, pensato a cosa doveva fare per aiutare il suo piccolo in pericolo...e dato che lei era probabilmente in quelle condizioni da anni e probabilmente sapeva, aveva capito che la stessa identica non Vita di dolore e torture e sofferenze e prigionia era destinata al suo piccolino ha preferito ucciderlo e poi uccidersi. Ha capito che la sola strada percorribile era quella di togliere il prima possibile questa non Vita al suo cucciolo...encomiabile gesto direi! Un gesto che, nel suo caso, denota intelligenza e forza, non fisica ovviamente, e molto molto coraggio oltre che un infinito Amore...Perchè poi non ha aggredito i suoi e gli aguzzini del figlio? Ipotizzo ma credo di non sbagliarmi: perchè troppo debole, fisicamente ma soprattutto mentalmente per il grande dolore che provava per quello che aveva appena fatto...E' contro ogni logica e dal punto di vista di una madre, contro Natura sopravvivere al proprio figlio, ucciderlo con quelle stesse mani/zampe che dovrebbero accudirlo è qualcosa che rasenta la pazzia secondo me e credo che la povera mamma orsa dopo quel gesto, che nel suo caso era il solo gesto che una mamma poteva compiere per dimostrare al proprio figlio quanto lo amasse, sia impazzita di dolore, perchè se avesse avuto ancora un briciolo di quella intelligenza e lucidità che l'ha spinta a fare quello che ha fatto, avrebbe sicuramente rivolto la sua rabbia contro gli aguzzini del suo piccolo...invece non era più lucida era solo una povera mamma impazzita dal dolore per quello che aveva appena fatto...
Quindi credo sia probabile che non sia riuscita a scrivere prima l'articolo sul cane eroe perchè dovevo leggere anche di quest'altro eroico gesto...in entrambe queste vicende si parla di dolore e sofferenza e morte ma si parla, più di tutto, di lealtà, coraggio, intelligenza e Amore sentimenti che "anche" gli animali sono in grado di provare e pur di dimostrarlo a noi, o a se stessi, rinunciano alla propria Vita...Queste due vicende dovrebbero dare modo a noi "umani" di riflettere: siamo sì capaci di infliggere dolore e sofferenza ad ogni forma di Vita che riteniamo inferiore ma per essere veramente superiori non dovremmo essere altrettanto capaci di dare Amore a chi, da noi ritenuto inferiore, è in grado di darcelo e di dimostrarcelo?


Non c'è differenza fondamentale tra l'uomo e gli animali superiori nelle loro facoltà mentali...Gli animali inferiori, come l'uomo, provano manifesto piacere e dolore, felicità e sofferenza.
( Charles Robert Darwin )




venerdì 10 ottobre 2014

Ho generato un mostro... ma io mamma gli voglio bene lo stesso...

...ma al mondo intorno non interessa e resta sempre un mostro!
Ecco il punto è questo...I cattivi non nascono sotto i cavoli e i buoni sotto una bella siepe di rose, tutti ma proprio tutti gli esseri viventi sono generati da una madre; una madre che dopo 9 mesi, nel caso degli umani ma di cuccioli umani sto parlando, di gestazione li partorisce con dolore, li allatta al seno o quantomeno provvede a nutrirli con regolare frequenza nei loro primi mesi di vita, li ama e li educa con la convinzione di fare sempre le cose nel miglior modo possibile per il suo cucciolo. Fin qui provvede la Natura con la sua perfezione dopo...dopo questi deliziosi ed adorabili cuccioli crescono e diventano: belli o bellissimi, ma anche brutti, sgraziati, goffi, simpatici, antipatici,allegri, seri, buoni, cattivi...ecco concentriamoci un attimo sull'ultimo aggettivo:cattivi!I bambini cattivi non sono figli di un altro pianeta, non nascono da madri aliene ma da madri umane che amano i loro figli esattamente come tutte le altre madri e che, credo, continuano ad amarli anche quando questa cattiveria diventa palese e pericolosa per il resto del genere umano. Perchè dico questo...perchè sto pensando ai tre uomini di 24 anni che hanno seviziato un ragazzino di 14 anni in modo violento e brutale...la cronaca del fatto per chi non la conoscesse potrete leggerla qui...
Tre adulti che sono stati, come tutti noi, bambini carini, paffuti e dolcissimi come tutti i neonati sanno essere ma che ad un certo punto della loro vita, crescendo, sono diventati adulti sbandati e crudeli, perchè quello che è stato fatto al ragazzino non è una bravata( perdonatemi l'eufemismo) tra adolescenti ma una vera e propria crudeltà compiuta da tre uomini ai danni di un ragazzino indifeso. A questo punto sarebbe logico che i genitori dei colpevoli oltre a chiedere perdono al ragazzino ed alla sua famiglia e sperare che questa gente distrutta da un dolore del genere sia capace di perdonare, si facessero un esame di coscienza e si chiedessero dove, quando in cosa ho sbagliato nell'educare mio figlio? Magari poi i genitori non c'entrano, anche se ho dei dubbi in proposito, e allora se si ritiene di essere stati bravi genitori e di aver educato al meglio il proprio figlio, il passo successivo sarebbe quello di pensare"ho generato un mostro!" Ok...cambia qualcosa? No, per una madre non dovrebbe cambiare assolutamente niente...una madre ama sempre e comunque i propri figli ma...al mondo intorno non interessa e resta sempre un mostro! Mi è capitato, a volte, di far notare ai miei figli che anche Hitler ha avuto una madre che lo ha amato e che magari anche lui è stato un bambino carino e dolce e affettuoso...e lo stesso si può dire per ogni singolo mostro che ha messo piede sulla Terra per generare dolore e sofferenza e morte...anche i serial killer sono neonati carini e dolci, anche gli assassini, anche gli stupratori...insomma tutti siamo stati, prima di essere gli adulti buoni o cattivi che siamo diventati, dei neonati dolci e carini e indifesi. Questo giustifica forse le persone cattive? Assolutamente no!!! Questo vuol semplicemente dire che è normale per una madre amare il proprio figlio; è normale che ogni madre speri di aver generato la miss mondo o il Nobel per la fisica; è normale che ogni madre veda il proprio figlio come la perfezione ma...non è normale che una madre non prenda coscienza che il proprio figlio è una brutta persona; non è normale che una madre cerchi di difendere il proprio figlio, adulto di 24 anni, dicendo che ha fatto una bravata; non è normale che si tenda a giustificare sempre tutto e tutti dando la colpa alla società, all'educazione, ad internet, al degrado sociale...no perdonatemi ma non è normale! Il Male c'è, esiste ed è una caratteristica tipica degli esseri umani ed ogni donna può diventare madre di un mostro, come ogni madre può vedere il proprio bambino in un letto d'ospedale sconvolto, dolorante e terrorizzato da quanto gli è stato fatto. Ecco, un'altra cosa che ho spesso detto ai miei figli nei lunghi anni in cui li ho educati è stata "gli altri siamo noi" perchè in fondo non vedo differenza tra la madre della vittima e le madri dei tre carnefici...sono madri che amano tutte i loro figli, sono tutte madri che soffrono e la madre del carnefice non dovrebbe avere alcuna difficoltà a capire la sofferenza dell'altra madre e del bambino massacrato in ospedale. Personalmente sento sulla mia pelle la sofferenza di quella madre... anche mio figlio ha avuto 14 anni, anche mio figlio avrebbe potuto essere quel bambino ed anche mio figlio avrebbe potuto essere uno di quei "mostri" e questo anche se io penso, e spero, di essere stata una buona madre. Non parlo di persone che hanno turbe psichiche, di persone che hanno subito violenza da bambini, magari in famiglia, e quindi da adulti sanno parlare solo il linguaggio della violenza ma parlo di persone che crescendo sanno capire cosa è Bene e cosa è Male; parlo di persone che godono, o magari hanno goduto, nel far del male al gatto del vicino; parlo di persone che anche di fronte alle urla del ragazzino, di fronte ai suoi occhi terrorizzati, alle sue grida di aiuto, al suo sanguinare non si sono fermate; parlo di persone che godono nel far del male agli altri; parlo di persone che sono nate con la cattiveria nel cuore perchè se non sei capace di fermarti di fronte alle grida di dolore, alle urla di terrore, al contorcersi e tremare di un corpo indifeso sei un sadico, sei un mostro! E allora cosa dovrebbe dire la madre di un mostro? Semplicemente:" Ho generato un mostro, perdonatemi, ma gli voglio bene ugualmente"...ma dato che al resto del mondo non interessa si dovrebbe smettere di cercare di giustificare sempre e comunque una crudeltà, ai danni di qualunque essere vivente venga perpetrata, perchè se vogliamo veramente sradicare il Male dobbiamo finalmente cominciare a capire che il Male esiste, fa parte di noi, si è evoluto con noi, "il genere umano", e, purtroppo, alcuni di noi nascono con il Male nel cuore...

Chi non punisce il Male comanda che lo si faccia.
                                             ( Leonardo da Vinci )

giovedì 9 ottobre 2014

My poetry...

                                                       NON DOVEVO MORIRE


Correvi felice incontro alla vita...
Amata
amante
curiosa
e serena.
Ogni giorno bevevi
il sole
la pioggia
il vento
la neve...
bimba dai sensi appagati...

Correvi rabbiosa incontro alla vita
Frustrata
delusa
amata
ma odiavi.
Non più
ogni giorno bevevi,
il sole
la pioggia
il vento
la neve...
giovane anima dai sensi esigenti...

Correvi eccitata incontro alla vita
Le mani tremanti
le voci agitate
i volti arrossati
gli sguardi sgranati
giovane anima dai sensi,
per ora,
appagati...

Correvi felice incontro alla vita...
La corsa notturna
lo schianto mortale...

Giovane anima
sgomenta e impaurita
lotti
combatti
ti sbatti...
ma i sensi tiranni
ti hanno tradita!

Giovane Angelo
dai sensi ormai sazi
ti guardi dall'alto
ti guardi e ti vedi...
pupazzo scomposto
dai sensi feriti...

Giovane Angelo
dai sensi elevati
ti guardi dall'alto
ti guardi e...
non dovevo 
ti dici
non dovevo morire...

giovedì 2 ottobre 2014

Ciao nonna...ti voglio bene nonna...

Non amo parlare di me sia perchè non credo che ad altre persone possa, nè dovrebbe, interessare la mia vita sia perchè sono un carattere riservato per Natura ma oggi, che è la festa dei nonni voglio fare un'eccezione e parlare della donna che mi ha praticamente cresciuta...mia nonna appunto! Mia mamma ha sempre lavorato, anche perchè lavorava, insieme a mio padre, in proprio e questo comportava che lei usciva da casa alle 7 circa di mattina e ne rientrava dopo almeno 12 h , fatta eccezione per l'orario del pranzo. Quindi da che ho memoria mia nonna è sempre stata presente nella mia vita, almeno fino ai miei quindici anni, quando per l'impossibilità di essere gestita da mia madre, io ero ovviamente un'adolescente quindi incapace di gestire una donna anziana che mostrava pericolosi segni, per lei e per noi, di demenza senile, si è trasferita, o meglio è stata trasferita, a casa di un'altra figlia che non lavorando poteva occuparsi di lei a tempo pieno. L'anno dopo, quindi io di anni ne avevo 16, mia nonna è morta...aveva 86 anni. La morte di mia nonna è stato il mio primo grande dolore ma se devo essere sincera, e perchè non dovrei proprio qui sul mio blog?, mia nonna in realtà è sempre rimasta con me...è nel mio cuore, è nei miei pensieri ma soprattutto è nei suoi insegnamenti e nell'educazione che ho ricevuto da lei. Mia nonna era già anziana quando io sono nata, circa  70 anni che per i tempi odierni sono una giovane anzianità ma negli anni '60 erano una vera e propria età avanzata. So per certo, me lo hanno sempre detto in famiglia, che la prima parola che ho farfugliato è stata "nonna" questo perchè, ovviamente, era con lei che trascorrevo la mia giornata.Man mano che io crescevo e quindi cominciavo a fissare dei ricordi nella mia memoria, mia nonna invecchiava...infatti io la ricordo quasi sempre seduta o in cucina a cucinare: impastare, tagliare verdure, pulire pesce, o sgusciare legumi, o sulla poltrona che aveva nella sua camera, persa nei suoi ricordi e nelle sue nostalgie. Insieme a mia nonna c'erano con me i miei animali a farmi compagnia e devo dire che io giocavo molto da sola o con questi animali piuttosto che con mia nonna cosa che invece ho visto fare a mia mamma con i miei figli; ma è comprensibile era una donna veramente anziana, per quei tempi intendo, inoltre era, come tutte le donne e mamme di quei tempi, una donna che era stata consumata dalla Vita. Mia nonna è nata nei primi anni del '900, al sud, e il suo primo ricordo è il devastante terremoto del 1908 che ha raso al suolo Reggio, Messina e vari paesini circostanti; poi è cresciuta con ben due guerre mondiali una da figlia, della quale non parlava mai, ed una da moglie e madre della quale non parlava quasi mai. Nella sua lunga vita ha avuto 7 figli: 5 femmine e due maschi e un destino alquanto crudele le ha portato via entrambi i figli maschi: uno morto a 2/3 anni per una qualche malattia infantile ed uno dilaniato da una bomba a mano all'età di 14 anni...Non ha avuto una vita facile mia nonna, crescere 5 figlie femmine negli anni a cavallo della seconda guerra mondiale non deve essere stato facile; le figlie femmine non potevano lavorare allora e non potevano andare a scuola...ma credo che ogni madre di quei tempi non ha avuto una vita facile quindi sorvolerei sui sacrifici e le umiliazioni e le paure e le angosce della sua vita di mamma e mi concentrerei sulla "Donna" che è stata mia nonna...mia nonna era una donna allegra, una donna che con una frase, una parola scherzosa di mio padre, un mio buffo modo di dire si apriva in una risata lunghissima, una di quelle risate che fanno ballare la pancia degli anziani e gli fanno venire le lacrime agli occhi...ecco mia nonna rideva moltissimo e con me non è stata per niente severa anzi...però...però oltre ad insegnarmi quella che è definita buona educazione, non si mangia con la bocca aperta, non si parla mentre si ha il cibo in bocca, quando si sbadiglia si mette la mano davanti alla bocca, si dice per favore e grazie, si dice vorrei e non voglio ecc, mi ha insegnato a non sprecare mai il cibo, per esempio, e anche se era abbastanza permissiva con me non ha mai permesso che io non mangiassi quello che lei cucinava per noi...se non  mi piaceva pazienza, lei mi diceva" mangiane almeno un pò vedrai che poi ti piacerà"!Non ho mai visto mia nonna, dopo aver sparecchiato, buttare via qualcosa, ogni avanzo che rimaneva nel piatto di portata veniva riciclato per la sera, persino l'insalata di pomodoro che riproponeva con il "biscotto bagnato" una variazione dell'epoca, al sud ancora di oggi, dell'attuale bruschetta. Se le chiedevo perchè o le dicevo "nonna lo butto?" mi rispondeva "no, non si butta il cibo, bisogna ringraziare Dio se siamo così fortunati da avere del cibo in tavola e se impari a non sprecarlo non soffrirai mai la fame"...Ho detto che avevo sempre degli animaletti in casa che io adoravo fin da piccolissima ma come tutti i bambini a volte ero maldestra con loro e mia nonna mi faceva notare che dovevo stare attenta perchè loro erano più deboli e delicati di me e potevo fargli male; non mi ha mai permesso di farne dei pelouche da strapazzare come volevo, quindi mia nonna mi ha insegnato il rispetto per chi è più debole,,,. Poi cominciando ad andare a scuola ho cominciato ad avere i primi piccoli fastidi e pianti: un bambino che mi aveva preso in giro, un rimprovero della maestra, il mio giocattolo preferito che si era rotto...allora mia nonna mi chiamava vicino a sè, mi faceva sedere per terra, poi mi faceva poggiare la testa sulle sue ginocchia e accarezzandomi i capelli mi diceva " piangi Rosi, piangi pure, sfogati hai bisogno di far uscire il dolore con le lacrime così poi quando tutto il dolore sarà uscito e ti sarai asciugata gli occhi vedrai che starai meglio e avrai gli occhi più belli"...e man mano che io mi calmavo lei cominciava a raccontarmi una storia, una favola o qualcosa di sè; io piano piano smettevo di piangere e quando mi ero asciugata gli occhi lei tirava fuori dalla tasca del suo grembiule nero e fiorellini bianchi una caramella, una gelatina di frutta le adoravo!, e mi strappava un sorriso..." vedi, mi diceva allora, hai pianto, hai vissuto il dolore e adesso puoi sorridere di nuovo"...ecco mia nonna mi ha insegnato a sorridere, mi ha insegnato ad accettare e vivere il dolore ma soprattutto mi ha insegnato a sorridere...Mia nonna ha avuto un marito, diciamo un pò libertino, che ha avuto una figlia fuori dal matrimonio che, in tarda età, ha riconosciuto; per motivi personali e lunghi da spiegare, quando io ero piccola andavamo,a volte, i miei genitori, mia nonna ed io, a trascorrere la domenica a casa di questa sorellastra di  mia madre; con lei viveva sua mamma...Ho sempre visto mia nonna non solo parlare con questa donna, ma mangiare alla sua tavola e ridere con lei come se il loro passato non fosse stato un uomo in comune...Ovviamente da bambina non potevo capire questa strana dinamica: se quella che io chiamavo zia era sorella di mia madre perchè aveva un'altra mamma? Ho provato a chiederlo a mia nonna e lei mi rispondeva che  mia mamma e la zia erano sorelle perchè figlie dello stesso padre e avevano lo stesso cognome, così in modo semplice e naturale ho imparato ad accettare la cosa e solo crescendo ho capito che non ho mai sentito una parola di rabbia o di biasimo nei confronti di quella donna uscire dalla bocca di mia nonna...se ce l'aveva con lei o con il marito, morto ben 20 anni prima, non lo so quello che so è che mia nonna, l'aveva perdonata, o perdonati che dir si voglia, e provava anche del sincero affetta per quella figlia sfortunata nata da un capriccio di suo marito. Quindi mia nonna mi ha insegnato il perdono, mi ha insegnato che nella vita non si deve mai giudicare nè mai far pagare ai figli o a un popolo intero le colpe dei padri o di un unico uomo...mi ha insegnato che è possibile perdonare anche cose gravissime, basta solo volerlo fare e credere di poterci riuscire. 
Ma quando la ricordo mi piace ricordare, in modo particolare, la sua spontanea e grassa risata anche se a volte entravo da lei e la vedevo seduta con gli occhi lucidi e arrossati ma lei, vedendomi, si apriva in un sorriso e tirava fuori dalla tasca del suo grembiule nero a fiorellini bianchi, una caramella, una gelatina di frutta, che io adoravo, e mi raccontava una storia...
Grazie nonna per tutto quello che mi hai insegnato...ti voglio tanto bene nonna...

Le nonne sono mamme con un sacco di caramelle.
                                                                     ( Anonimo )