lunedì 21 gennaio 2013
Dall'Olimpo...( capitolo terzo)
L'imsistente trillo della sveglia fu quasi un sollievo per Virginia...almeno aveva una scusa per alzarsi!Aveva passato la notte praticamente in bianco; era sabato, stasera Aurora sarebbe andata a quel compleanno e lei...lei aveva accettato con troppa fretta l'ennesimo invito a cena di Giorgio, proprio per quella sera. Ma cosa accedenti le era preso? D'accordo che quando lui le aveva chiesto di uscire, con un tono piuttosto stanco probabilmente era certo del suo ennesimo rifiuto, lei aveva acconsentito con gioia ma era solo perchè aveva pensato che uscire le avrebbe fatto bene, l'avrebbe distratta dal pensiero di Aurora." Oddio Aurora questa sera esce con delle amiche e degli amici... Chissà se tra questi amici c'è anche qualcuno che per lei è più di un amico..."pensava Virginia mentre si alzava più stanca di quando si era coricata la sera prima. "Ma quando è cresciuta Aurora? Dov'ero io mentre quell'allegra e deliziosa bambina veniva sostituita da quest'adolescente impaziente, arrogante e presuntuosa?" No no questo non era proprio giusto, Virginia lo sapeva, Aurora magari era sì un pò prepotente, ed anche impaziente ma arrogante...arrogante proprio no o magari, se lo era, lo era nello stesso identico modo in cui lo era stata lei con sua madre e probabilmente sua madre con la nonna prima di lei...e così via. In fondo l'animo umano è sempre uguale, può cambiare il mondo che ci circonda ma l'uomo no, i suoi sentimenti sono sempre gli stessi! Era solo che per Virginia quella era stata una settimana pesante....Prima aveva dovuto spiegare a Giorgio che prima o poi Aurora doveva pur cominciare ad uscire, i figli crescono non li si può mica tenere sotto una campana di vetro! La cosa buffa è che nemmeno lei credeva a quello che diceva a Giorgio e che lei avrebbe voluto e come tenere Aurora chiusa in casa, preferibilmente in una bella teca di cristallo, fino al compimento del suo quarantesimo anno d'età...Comunque... Prima c'era stato Giorgio da affrontare, poi la sua leggerezza nell'accettare l'invito di..."Un momento, anche lui si chiama Giorgio! Ecco perchè mi sono pentita quasi subito di aver accettato l'invito di questa sera. E se quella teoria secondo la quale il nome determina il carattere di chi lo porta fosse vera? Questo vorrebbe dire che anche il mio collega è un farfallone bugiardo come il mio ex marito...Ma no ma cosa vado a pensare...Teoria del carattere determinato dal nome... che assurdità!" E con una scrollata di capo Virginia si era infilata sotto la doccia. Mentre faceva scorrere il benefico getto dell'acqua calda sulla nuca aveva ricominciato a pensare ad Aurora...Parlare con la madre di Ammina l'aveva alquanto tranquillizzata. I ragazzi sarebbero andati al cinema, al The Space Odeon a vedere un film in 3D e poi da Fresco per una pizza. Entrambi i locali erano in zona Duomo, quindi molto centrali e poi i genitori di Ammina sarebbero sempre stati con loro. A debita distanza daccordo, ma pur sempre senza perderli di vista. Certo continuava ad essere preoccupata, in fondo quella era la prima volta che sua figlia usciva da sola, ma sapeva che questa prima volta sarebbe arrivata, prima o poi...E poi avrebbe fatto bene anche a lei uscire per una sera. Non ricordava nemmeno più quando era stata l'ultima volta che era uscita...Quattro, cinque anni prima, con Giorgio il suo ex. Lei era ancora molto innamorata di lui allora e faceva finta di non vedere e non sapere che per lui, lei non era l'unica...Basta pensare a lui, pensarci la faceva arrabbiare, la faceva sentire ancora umiliata e ferita e lei non aveva nessuna intenzione di rovinarsi la sua prima uscita dopo tanti anni per colpa di quell'irresponsabile del suo ex...E poi c'era quella lettera...quella terribile lettera che era arrivata alla sua posta lì, al giornale, qualche giorno prima. Aveva deciso che non poteva ignorarla, che doveva rispondere ma cosa rispondere ad una madre distrutta dal dolore perchè la figlia, un anno prima, era morta in un incidente d'auto? Magari poteva parlarne con Giorgio questa sera; in fondo era un giornalista anche lui ed erano colleghi, non avrebbe fatto il nome di quella donna, gli avrebbe solo raccontato della sua angoscia e chiesto un parere su cosa risponderle. "Già cosa si risponde ad una donna che ti dice: Virginia mi aiuti Lei, ho altri due figli ma non riesco nemmeno ad alzarmi dal letto la mattina...Perchè se mi alzo dal letto mi rendo conto che la mia Paola, la mia piccola Paola, non c'è più.Non è nel suo letto, non è a tavola con noi, non è nella mia vita...La prego mi aiuti...Già cosa posso dire io per aiutarla?" Pensava Virginia mentre si strofinava vigorosamente i capelli con l'asciugamano.
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