Cos'è la felicità?Non è facile dare una risposta a questa domanda...Personalmente ho sempre creduto che la felicità, così come la gioia, la rabbia, il dolore e tutti gli altri sentimenti che gli esseri umani sono in grado di provare, sia molto relativa e personale. Nel senso che ci sono persone geneticamente predisposte a provare tristezza durante la maggior parte della loro vita, ed altre che invece sono portate a provare gioia e quindi felicità. E' vero ci sono persone ottimiste, che sempre e comunque provano e sentono del bello e del buono in ogni cosa e persone pessimiste, che invece nel loro quotidiano provano quasi sempre solo dolore e rabbia. Eppure l'attimo, perchè la felicità è un attimo intenso e profondo quanto una vita intera, di felicità lo proviamo tutti e anche più spesso di quanto non si creda.Proviamo ad andare un pò indietro con la memoria, molto indietro a quando eravamo bambini, per esempio...Forse non tutti abbiamo avuto un'infanzia serena, magari qualcuno ha anche avuto "una brutta infanzia", ma credo che almeno una volta, anche una sola tutti noi da bambini abbiamo provato un istante di felicità!Per esempio la mattina di Natale, quando pieni di speranza e ansia siamo andati sotto l'albero e abbiamo trovato: wow la bambola che tanto desideravamo, la macchinina come quella del nostro compagno di banco, l'ultimo modello della scatola dei lego...Cos'era quella se non felicità? Quell'immensa gioia che abbiamo provato quando, scartando il regalo, abbiamo visto che babbo Natale ci aveva portato proprio quel giocattolo, quello che avevamo tanto desiderato.E quanto ci abbiamo giocato...Crescendo la felicità è cambiata, è cresciuta con noi ma non è andata via. Ricordiamo tutti la nostra prima "cotta". Quell'emozione strana, quel senso di languore allo stomaco che si prova quando si comincia a guardare un esemplare dell'altro sesso con occhi diversi. Non tutti sono stati sempre ricambiati, d'accordo, ma prima o poi qualcuno è arrivato per tutti...e che emozione sapere che l'altra persona provava lo stesso nostro interesse. E il primo bacio? Credo che quello lo ricordiamo tutti, ma proprio tutti e cos'era quella meravigliosa sensazione di pace e benessere se non felicità?E gli attimi di felicità continuano: ottenere il lavoro tanto desiderato, laurearsi dopo tante fatiche, sposarsi con la persona che in quel momento si amava più della propria vita, guardare negli occhi nostro figlio appena nato....Attimi, appunto, solo meravigliosi, impagabili istanti di puro benessere, di pura pace, con se stessi ed il mondo, attimi di un vago senso di immortalità e onnipotenza. Del resto se la felicità non durasse, per l'appunto, un attimo sarebbe gioia, serenità, benessere psichico. La felicità, proprio perchè intensa e travolgente dura solo un attimo.Non credo che il nostro cuore, la nostra mente, potrebbero reggere la felicità a lungo nè credo che riusciremmo a goderla appieno se durasse per tutta la vita. Però quell'attimo di felicità se ben custodito, se ben apprezzato, se vissuto con la consapevolezza che merita ci permette di andare avanti a testa alta, sapendo che prima o poi, anche nei momenti più tristi, se si sa ben cercare quell'attimo arriva. Per me quest'anno è arrivato. Mi preparavo ad affrontare un Natale non proprio allegro e sereno: mia mamma è mancata da poco, i miei figli lavorano all'estero...Ero abbastanza triste ed anche un pò depressa ma poi... mio figlio è a casa con me per una convalescenza post operatoria e mia figlia...mia figlia decide di farmi una sorpresa e suona a casa sua(il possessivo "sua" non è un errore, è proprio quello che intendevo) all'una di notte del 23 dicembre!Trovarmela davanti, inattesa ed inaspettata, è stato per me il più bel regalo di Natale e per un attimo, che porterò sempre nel mio cuore, ho provato l'intenso, meraviglioso, indescrivibile attimo di felicità.E così ho passato un Natale sereno e allegro con la mia famiglia, tutta la mia famiglia.Ecco perchè desidero fare a tutti un augurio non per Natale, che ormai è passato, ma per l'anno nuovo, questo 2013 che , almeno in Europa, sembra iniziare sotto pessimi auspici:auguro a tutti voi, con sincerità, di riconoscere e apprezzare il vostro attimo di felicità;vi auguro di saperlo cogliere, anche se è solo un attimo, e di custodirlo gelosamente nel vostro cuore e nella vostra memoria. Perchè se lo riconoscerete quell'attimo di felicità vi accompagnerà sempre e vi sarà d'aiuto anche nei momenti più bui.
Bisognerebbe tentare di essere felici, non foss'altro per dare l'esempio
(Prèvert)
sabato 29 dicembre 2012
giovedì 20 dicembre 2012
Dall'Olimpo...(capitolo secondo)
Nel parcheggiare Virginia si rese conto, non senza una certa apprensione, di essere arrivata lì senza nemmeno accorgersene persa com'era nei suoi pensieri di madre preoccupata e moglie ferita!"Spero solo di non essere passata con il rosso" pensò proprio mentre le ragazze cominciavano ad uscire...Ma dov'era Aurora? Ecco Claudia, la sua amica del cuore, ecco la ragazza con i capelli rossi che si chiama...si chiama...niente non lo ricorda mai il nome di quella ragazza ha un nome così strano Asia, Arya,Amia...insomma qualcosa del genere... ma Aurora?? Ah eccola... e un grosso sorriso di sollievo si stampò sul viso di Virginia. Il suo sorriso di madre orgogliosa, nato spontaneo alla vista della bella figlia che si avvicinava alla macchina, però scomparve presto quando si accorse che l'espressione della figlia non era proprio di gioia."Ciao amore tutto bene?" "Uhm uhm""Com'è andata a scuola?" "Solito...""Hai mangiato, sei stanca?""Mamma basta con tutte queste domande, non sono più una bambina, piantala uffa."E sbuffando la figlia si era voltata con aria imbronciata verso il finestrino, per guardare fuori con ostentata indifferenza. "Ok"pensò Virginia "oggi non è la giornata giusta, forse è meglio lasciarla stare."Quindi cercando di apparire normale e non ferita, anche se in realtà lo era eccome, si immise nel traffico e cominciò a guidare in silenzio verso casa. Ogni tanto lanciava uno sguardo alla figlia, sperando di trovarla girata verso di lei e con in faccia quel bel sorriso birichino che aveva da bambina, ma niente...Aurora continuava a guardare, con ostinata perseveranza, fuori dal finestrino come se al di là del vetro si rincorressero i più bei paesaggi del mondo e non file e file interminabili di facciate, tutte ugualmente sporche, di enormi condomini della periferia milanese.Quando Virginia premette il pulsante del cancello automatico che immetteva alla loro villetta, fu quasi sollevata di essere arrivata a casa e di dover scendere da quella macchina dove l'aria cominciava a mancare, per quanto era pesante. A cena però l'umore di Aurora cambiò e da musona e taciturna, qual era stata fino a poco prima, divenne allegra e chiaccherona. Cominciò a raccontarle della sua giornata per filo e per segno e con ricchezza di particolari e riuscì anche a farla ridere raccontandole l'episodio dell'interrogazione, di latino, di un suo compagno che Aurora definiva "più asino dell'asino più asino tra gli asini!"..."Quindi ti dicevo mamma che dato che sabato non devo andare da papà posso andare alla festa di compleanno di Ammina, andiamo in pizzeria e poi al cinema naturalmente sua madre ci accompagna...""Frena frena chi è Ammina?""Come chi è? E' la mia compagna di scuola, quella con quei bei capelli rossi...la conosci" "Ma non si chiama Asia o Amia o che accidenti ne so?" "No mamma, me lo chiedi ogni volta ed ogni volta sbagli nome. Possibile che proprio non ti entra in testa?Si chiama Ammina A-M-M-I-N-A capito?""Ehi signorina non usare quel tono da saputella con me, sai?E' un nome insolito, non comune quindi non mi viene facile ricordarlo...""No, dalle sue parti è molto comune e poi non è così insolito.""Perché di quale parte è Ammina?""Suo padre è italiano ma sua madre è iraniana, irachena non so con precisione, comunque viene da quelle parti lì. Però non è musulmana e poi parla benissimo l'italiano.E' una dottoressa, sai...""Va bene basta così, in fondo non è importante di dov'è o non è Ammina. Quindi mi stavi parlando di un compleanno, che comprende una pizza e poi un cinema...Ma da sole, sole voi due intendo?" "No certo che no, ci saranno anche Claudia e Stella e poi Paolo, Alberto e Franco e poi ci accompagnerà la mamma di Ammina, prima in pizzeria e poi al cinema..." E la mente di Virginia si rese conto che se la matematica non è un'opinione questo voleva dire che tre più tre fa sei; tre ragazze e tre ragazzi anzi ine/ini in giro soli per Milano di sabato sera..."NO!"quasi urlò senza nemmeno rendersi conto né di averlo detto né di aver usato un tono di voce un po' troppo alto."Cosa no mamma?"Anche il tono di Aurora era cambiato o era una sua impressione? Dov'era finita la ragazza cicalona di poco prima?"No sabato sera non vai da nessuna parte, se vuoi ti porto io a mangiare una pizza e poi al cine..." "MAMMA MA SEI IMPAZZITA O COSA???"Adesso era la voce di Aurora ad avere assunto il tipico tono squillante di una soprano che fa i gorgheggi per schiarirsi la voce."Come puoi anche solo per un attimo pensare che io voglia venire al cinema con te?Io non voglio andare al cinema, voglio andare al compleanno di Ammina, voglio uscire con le mie amiche, per favore mamma..."la frase si era conclusa con un tono decisamente più pacato e quasi supplichevole al che Virginia si era lasciata intenerire ed aveva iniziato un braccio di ferro con Aurora che si era protratto per un tempo infinitamente lungo. Virginia aveva provato a spiegare alla figlia che forse era troppo presto, in fondo aveva solo quindici anni, per cominciare ad uscire la sera. Aurora si era difesa facendole notare che aveva "già" quindici anni e poi non era da sola oltre alle sue amiche ed ai suoi amici ci sarebbero stati con loro i genitori di Ammina. Certo, in pizzeria si sarebbero seduti ad un altro tavolo e al cinema non sarebbero entrati e poi le ragazze si sarebbero fermate a dormire a casa di Ammina "...e pensa mamma, questo è per te un grosso vantaggio, sabato sera puoi uscire anche tu con qualche amica, magari con un collega è tanto tempo che non esci! E poi domenica mattina, non prima delle undici però, vieni a prendermi da Ammina... Dai per favore mamma" e con la furbizia che solo gli adolescenti sanno dove sta di casa, Aurora si era alzata ed aveva abbracciato la madre, stampandole anche uno schioccante bacio sulla guancia. Cosa fare? Sotto un certo punto di vista la figlia aveva ragione, presto o tardi avrebbe pur dovuto cominciare ad uscire e poi anche se questa era la prima volta che usciva la sera, non era sola, c'erano con lei altre ragazze e i genitori di Ammina, a debita distanza d'accordo ma comunque presenti. E poi, e anche questa possibilità stuzzicava parecchio Virginia, lei avrebbe potuto, finalmente, uscire con un'amica o meglio ancora con Giorgio, quel nuovo collega che le faceva gli occhi dolci già da un po'...Bellissimi occhi verdi, per la verità, che lei faceva sempre finta di non vedere, perché come fai ad iniziare una storia se hai una figlia di quindici anni a casa? " E va bene, puoi andare al compleanno ma domani voglio il numero di telefono della mamma di Asia o come diavolo si chiama, voglio sentire da lei qual'è il programma della serata.D'accordo?""Si certo mamma, tutto quello che vuoi, sei la mamma più buona e dolce e meravigliosa del mondo ed io sono così felice di essere tua figlia..."" Ma dove accidenti vanno a scovarla tutta questa furbizia i ragazzi d'oggi?"pensò con un sospiro Virginia prima di girarsi su un fianco e mettersi, finalmente!, a dormire.
sabato 15 dicembre 2012
Stupro con connivenza...( non della vittima!)
La notizia, al solito, la leggo sul giornale.Anzi per essere esatti l'ennesimo stupro ormai, in Italia, non fa più notizia!
La vicenda è infatti riportata nella rubrica della posta dei lettori. Una lettrice è venuta a sapere che una ragazza è stata, pochi giorni fa, violentata a Bovolone(Vr) in pieno giorno, dietro un bar che era, al momento dell'agressione, pieno di avventori. Natutalmente la ragazza avrà, anzi ha, chiesto aiuto, naturalmente l'aggressore era una persona già nota alle forze dell'ordine e naturalmente nessuno è intervenuto...
Questi assurdi naturalmente ci rendono colpevoli tanto quanto l'aggressore stesso...
Mi viene in mente un bellissimo film che ho visto circa 30 anni fa. Non ricordo il titolo, non importa, ricordo però che la protagonista era una giovanissima ma già estremamente talentuosa Jodie Foster.
La trama sembra ricalcare, in un assurdo gioco di preveggenza, la notizia dello stupro di Bovolone.
Una ragaza viene violentata in un bar da due ragazzi.Il tutto avviene mentre un nutrito gruppo di avventori non solo si gode la scena ma incita con urla, risate e olè d'approvazione, i due bastardi.La ragazza denuncia la violenza: i due colpevoli vengono accusati ma lei non è contenta, giustamente vuole, e ottiene, di più. Inizia infatti una battaglia legale affinchè anche i presenti che non hanno partecipato ma incitato, vengano accusati. Nel film la ragazza vince!!!
E nella realtà?
Non mi viene difficile immaginare, in quanto donna, quanto possa essere doloroso ed umiliante, più per l'anima che per il corpo( e si sa che le ferite dell'anima non si rimarginano mai!), essere violentata.Altrettanto facile mi riesce immaginare quanto possa essere ancora più umiliante, per l'anima, denunciare uno stupro in una società se non proprio maschilista, decisamente maschile perchè gestita da uomini e creata a misura d'uomo! Immagino cosa sia per una donna che ha subito violenza sentirsi chiedere: a che ora stava rientrando, com'era vestita, se aveva dato retta a sconosciuti o se aveva bevuto...Come se rientrare la sera tardi a casa, con una minigonna inguinale e con qualche bicchiere di troppo nel corpo significhi: sono qui, sono pronta e voglio essere brutalmente sbattuta a terra e violentata!Ricordo che anni fa ho letto di una sentenza della Corte di Cassazione che giudicava non colpevole di stupro un uomo perchè la vittima quel giorno indossava i jeans!Quindi se hai i jeans non c'è violenza perchè non sono facili da togliere, se hai la minigonna inguinale non c'è violenza perchè in qualche modo te la sei cercata!Se poi sei libera e giovane ed hai l'abitudine di attardarti la sera, devi solo ringraziare che finora ti è andata bene!
Assurdo...!!!
In ogni caso, denunciando uno stupro corri anche il rischio di sentirti dire, non sono solo le parole a parlare...,che quasi quasi era colpa tua.
Quindi in poche, troppo poche, tendono a denunciare una violenza.Però fino ad ora in tante abbiamo creduto che per porteggersi bastasse stare in mezzo alla gente, frequentare strade illuminate e alla luce del sole e magari vestirsi in modo meno provocante...No, ormai anche queste prcauzioni non servono più a niente, visto che ci possono violentare in pieno giorno nei pressi di un bar senza che nessuno alzi un dito in nostra difesa!
A questo punto sorge spontaneo chiedersi: ma queste persone che hanno scelto di non sentire, di non sapere e di non intervenire, non si sentono nemmeno un pò responsabili di quella violenza?Agli occhi di quella donna e di tutte le donne del mondo, loro sono responsabili tanto quanto il violentatore.
Come staranno vivendo, con la loro coscienza sporca quei dieci, venti, o forse solo uno, avventori del bar che hanno sentito le grida d'aiuto ma hanno fatto finta di nulla?
Tra loro c'erano sicuramente padri, fratelli, figli, generi.... nessuno di noi è nato sotto un cavolo!
Come faranno adesso quelle persone a guardare in faccia le loro madri, mogli, fidanzate, sorelle, figlie...?
Come hanno potuto, sentendo delle grida d'aiuto, far finta di niente, finire di bere il loro caffè, pagare e uscire?
Ma cosa ci sta succedendo?
Perchè delle persone normalissime, non credo fossero dei delinquenti, hanno pensato che l'indifferenza non è un crimine?
Mi è capitato di vedere, in un video su youtube, un ippopotamo che ha cercato disperatamente, ma ahimè inutilmente, di salvare una gazzella da un coccodrillo...
Poi mi capita di leggere che degli esseri umani, ripeto esseri umani!, fingono di non sapere che a pochi metri da loro una ragazza viene violentata.
Cosa devo pensare se leggo le due frasi una dopo l'altra? Che stiamo forse diventando peggio degli animali(mi scuso con gli animali che molto spesso sono migliori di noi umani),nel senso che stiamo perdendo la nostra coscienza? Che stanno diventando più umani e coscienti gli animali di noi?
Se così fosse allora è inutile proccuparsi della fine del mondo; mi sembra più logico preoccuparsi che presto qualche altra specie più umana di noi. possa diventare, al nostro posto, la specie dominante.
La vicenda è infatti riportata nella rubrica della posta dei lettori. Una lettrice è venuta a sapere che una ragazza è stata, pochi giorni fa, violentata a Bovolone(Vr) in pieno giorno, dietro un bar che era, al momento dell'agressione, pieno di avventori. Natutalmente la ragazza avrà, anzi ha, chiesto aiuto, naturalmente l'aggressore era una persona già nota alle forze dell'ordine e naturalmente nessuno è intervenuto...
Questi assurdi naturalmente ci rendono colpevoli tanto quanto l'aggressore stesso...
Mi viene in mente un bellissimo film che ho visto circa 30 anni fa. Non ricordo il titolo, non importa, ricordo però che la protagonista era una giovanissima ma già estremamente talentuosa Jodie Foster.
La trama sembra ricalcare, in un assurdo gioco di preveggenza, la notizia dello stupro di Bovolone.
Una ragaza viene violentata in un bar da due ragazzi.Il tutto avviene mentre un nutrito gruppo di avventori non solo si gode la scena ma incita con urla, risate e olè d'approvazione, i due bastardi.La ragazza denuncia la violenza: i due colpevoli vengono accusati ma lei non è contenta, giustamente vuole, e ottiene, di più. Inizia infatti una battaglia legale affinchè anche i presenti che non hanno partecipato ma incitato, vengano accusati. Nel film la ragazza vince!!!
E nella realtà?
Non mi viene difficile immaginare, in quanto donna, quanto possa essere doloroso ed umiliante, più per l'anima che per il corpo( e si sa che le ferite dell'anima non si rimarginano mai!), essere violentata.Altrettanto facile mi riesce immaginare quanto possa essere ancora più umiliante, per l'anima, denunciare uno stupro in una società se non proprio maschilista, decisamente maschile perchè gestita da uomini e creata a misura d'uomo! Immagino cosa sia per una donna che ha subito violenza sentirsi chiedere: a che ora stava rientrando, com'era vestita, se aveva dato retta a sconosciuti o se aveva bevuto...Come se rientrare la sera tardi a casa, con una minigonna inguinale e con qualche bicchiere di troppo nel corpo significhi: sono qui, sono pronta e voglio essere brutalmente sbattuta a terra e violentata!Ricordo che anni fa ho letto di una sentenza della Corte di Cassazione che giudicava non colpevole di stupro un uomo perchè la vittima quel giorno indossava i jeans!Quindi se hai i jeans non c'è violenza perchè non sono facili da togliere, se hai la minigonna inguinale non c'è violenza perchè in qualche modo te la sei cercata!Se poi sei libera e giovane ed hai l'abitudine di attardarti la sera, devi solo ringraziare che finora ti è andata bene!
Assurdo...!!!
In ogni caso, denunciando uno stupro corri anche il rischio di sentirti dire, non sono solo le parole a parlare...,che quasi quasi era colpa tua.
Quindi in poche, troppo poche, tendono a denunciare una violenza.Però fino ad ora in tante abbiamo creduto che per porteggersi bastasse stare in mezzo alla gente, frequentare strade illuminate e alla luce del sole e magari vestirsi in modo meno provocante...No, ormai anche queste prcauzioni non servono più a niente, visto che ci possono violentare in pieno giorno nei pressi di un bar senza che nessuno alzi un dito in nostra difesa!
A questo punto sorge spontaneo chiedersi: ma queste persone che hanno scelto di non sentire, di non sapere e di non intervenire, non si sentono nemmeno un pò responsabili di quella violenza?Agli occhi di quella donna e di tutte le donne del mondo, loro sono responsabili tanto quanto il violentatore.
Come staranno vivendo, con la loro coscienza sporca quei dieci, venti, o forse solo uno, avventori del bar che hanno sentito le grida d'aiuto ma hanno fatto finta di nulla?
Tra loro c'erano sicuramente padri, fratelli, figli, generi.... nessuno di noi è nato sotto un cavolo!
Come faranno adesso quelle persone a guardare in faccia le loro madri, mogli, fidanzate, sorelle, figlie...?
Come hanno potuto, sentendo delle grida d'aiuto, far finta di niente, finire di bere il loro caffè, pagare e uscire?
Ma cosa ci sta succedendo?
Perchè delle persone normalissime, non credo fossero dei delinquenti, hanno pensato che l'indifferenza non è un crimine?
Mi è capitato di vedere, in un video su youtube, un ippopotamo che ha cercato disperatamente, ma ahimè inutilmente, di salvare una gazzella da un coccodrillo...
Poi mi capita di leggere che degli esseri umani, ripeto esseri umani!, fingono di non sapere che a pochi metri da loro una ragazza viene violentata.
Cosa devo pensare se leggo le due frasi una dopo l'altra? Che stiamo forse diventando peggio degli animali(mi scuso con gli animali che molto spesso sono migliori di noi umani),nel senso che stiamo perdendo la nostra coscienza? Che stanno diventando più umani e coscienti gli animali di noi?
Se così fosse allora è inutile proccuparsi della fine del mondo; mi sembra più logico preoccuparsi che presto qualche altra specie più umana di noi. possa diventare, al nostro posto, la specie dominante.
Non c'è crimine tanto abominevole che ciascuno di noi non possa compiere.
(Dostoevskij)
venerdì 14 dicembre 2012
Clima, che allegro buontempone...
Certo che anche Madre Natura sembra avere un suo senso dell'umorismo e il clima che questa mattina ha svegliato l'Italia lo dimostra.
Mi è stato fatto notare che, essendo la nostra penisola un suolo esteso per ben 131.275 km(quadrati),-isole escluse-la cosa è normale.
Ok... il nord dell'Italia è circondato dalle Alpi, il sud è abbracciato dal Mediterraneo quindi non è insolito, in nessun periodo dell'anno, che diverse situazioni climatiche si presentino giornalmente agli italiani.
Eppure il diverso cielo sotto cui si sono svegliate questa mattina, 14/12/'12, ben 60.626.442 persone (almeno tali erano al censimento del 2011) sembra quasi uno scherzo della Natura.
Naturalmente non sono assolutamente in grado di sapere che clima c'era questa mattina al risveglio di ogni singolo italiano, però le tre immagini a fianco sono, per così dire, immagini campione perché provengono da tre estremità della nostra bellissima penisola.
La prima, quella con il bel paesaggio innevato, è stata scattata nell'estremo nord ovest, ai piedi delle Alpi. La temperatura era di -1°.
La seconda, quella con il bel cielo azzurro intenso, è uno spaccato del centro dell'Italia, il "caput mundi". La temperatura era di 12°.
La terza, cielo nuvoloso ma comunque azzurrissimo, è dell'estremo sud quello dove i mari Ionio e Tirreno si abbracciano, miscelandosi in un unico splendido mar Mediterraneo. La temperatura era di 18°.
Guardando e riguardando queste foto, trovo che la cosa ha una sua sorta di ironia come se la stessa Natura, attraverso il clima, volesse divertirsi con
noi italiani.
Come dire...figli della stessa terra ma non dello stesso cielo cioè...stessa madre ma padre diverso!
Ah ecco perché noi italiani del nord, del centro e del sud siamo diversi pur essendo fratelli, colpa dei geni di nostro padre!
Mi è stato fatto notare che, essendo la nostra penisola un suolo esteso per ben 131.275 km(quadrati),-isole escluse-la cosa è normale.
Ok... il nord dell'Italia è circondato dalle Alpi, il sud è abbracciato dal Mediterraneo quindi non è insolito, in nessun periodo dell'anno, che diverse situazioni climatiche si presentino giornalmente agli italiani.
Eppure il diverso cielo sotto cui si sono svegliate questa mattina, 14/12/'12, ben 60.626.442 persone (almeno tali erano al censimento del 2011) sembra quasi uno scherzo della Natura.
Naturalmente non sono assolutamente in grado di sapere che clima c'era questa mattina al risveglio di ogni singolo italiano, però le tre immagini a fianco sono, per così dire, immagini campione perché provengono da tre estremità della nostra bellissima penisola.
La prima, quella con il bel paesaggio innevato, è stata scattata nell'estremo nord ovest, ai piedi delle Alpi. La temperatura era di -1°.
La seconda, quella con il bel cielo azzurro intenso, è uno spaccato del centro dell'Italia, il "caput mundi". La temperatura era di 12°.
La terza, cielo nuvoloso ma comunque azzurrissimo, è dell'estremo sud quello dove i mari Ionio e Tirreno si abbracciano, miscelandosi in un unico splendido mar Mediterraneo. La temperatura era di 18°.
Guardando e riguardando queste foto, trovo che la cosa ha una sua sorta di ironia come se la stessa Natura, attraverso il clima, volesse divertirsi con
noi italiani.
Come dire...figli della stessa terra ma non dello stesso cielo cioè...stessa madre ma padre diverso!
Ah ecco perché noi italiani del nord, del centro e del sud siamo diversi pur essendo fratelli, colpa dei geni di nostro padre!
Signore dammi il senso dell'umorismo
( San Tommaso Moro)
lunedì 10 dicembre 2012
Amicizia: introvabile tesoro o abusato sentimentalismo?
Amicizia:legame affettuoso tra due o più persone, nato da affinità di sentimento e tenuto saldo da reciproca stima e considerazione. Ecco questa è la definizione che il vocabolario dà del sostantivo femminile "amicizia".
Onestamente mi sembra un pò eccessiva...Quanti di noi possono con assoluta sincerità, almeno con se stessi, dichiarare che nei confronti dei propri amici provano non solo affetto ma soprattutto stima e considerazione? E quanti si sentirebbero di dire che gli amici provano per loro gli stessi sentimenti?Eppure di amici, di compagnoni, di persone che trascorrono buona parte della vita insieme, per amicizia, è pieno il mondo.Siamo animali sociali, che amano vivere in branco e fin da piccoli cerchiamo di condividere il nostro tempo libero con persone che sentiamo simili per età, sesso, o semplicemente perchè sono materialmente disponibili.Non c'è niente di sbagliato in tutto questo, anzi... spesso le amicizie createsi da bambini sono le uniche che resistono al tempo ed al modificarsi, causa la crescita, del carattere.Sono le amicizie che sono cresciute con noi, alle quali vogliamo bene perchè sono parte della nostra vita, perchè condividono la nostra memoria...sono quegli amici che magari crescendo vediamo sempre meno, ma quando li rivediamo è come se ci fossimo lasciati un minuto prima! Fortunate quelle persone che hanno amici così...( se la vita non ti ha allontanato dal luogo dove sei nato e cresciuto, ovviamente!)Ma se invece l'amicizia è nata da adulti, possiamo veramente parlare di amici oppure si tratta di semplici conoscenze con le quali ci troviamo a percorrere un pezzo della nostra vita?Bella domanda...Personalmente ho insegnato ai miei figli che l'amico, se lo si considera tale, se si prova per lui/lei dell'affetto va accettato per quello che è, senza mai giudicarlo e soprattutto senza mai cercare di cambiarlo. Questo è l'unico metro da me usato con le varie persone che hanno attraversato la mia vita, e che io ho definito miei amici. Va da sè, dato che ho già trascorso buona parte della mia vita terrena, che non tutte le persone che ho conosciuto andavano accettate per quello che erano, anzi proprio per quello avrebbero dovuto essere evitate. Ecco questo è un altro grande vantaggio dell'amicizia.L'amico lo puoi scegliere, non devi per forza accettare tutti, nè devi per forza tenerti quelli che trovi. Tutti noi siamo un perfettamente bilanciato paniere di pregi e difetti, dove gli uni non sono migliori degli altri così come gli altri non sono peggiori degli uni. Quindi alcuni miei difettti possono dar fastidio ad alcune persone e ad altre no. Così come i miei pregi per alcuni sono validi, per altri inutili. E' quest'insieme di pregi e difetti che ci rende simpatici o antipatici e che rende gli altri, ai nostri occhi, simpatici o antipatici. Perciò trovare un amico, anche da adulti, non sarebbe per niente difficile, in realtà. Bisogna solo cercare di frequentare quelle persone che ci stanno più simpatiche e a cui noi stiamo, a nostra volta, simpatici. Eppure a volte anche questa semplice equazione non dà il risultato sperato. Perchè?Secondo me perchè tutti noi abbiamo l'arroganza di pensare di essere migliori degli altri, o quantomeno di aver avuto le esperienze giuste che ci hanno permesso, sbagliando, di capire cosa è giusto e cosa no. Ecco allora che, come sempre facciamo con tutte le persone disposte ad ascoltarci, cerchiamo di cambiare l'amico, cominciamo a giudicarlo, ci offendiamo con facilità se questi ha sbagliato con noi, e pretendiamo, dandogli dei consigli o cambiando il nostro atteggiamnto, che il nostro amico si comporti come noi volevamo si comportasse. Non parlo dei consigli nè delle critiche richieste, quelle da un amico sono sempre ben accette, parlo di quei malumori, quei rancorucci, quei fastidi che cominciamo a provare verso un amico quando lui ci ha fatto qualcosa che noi magari non avremmo fatto.Ok l'amico ci ha feriti, ma se la ferita non è grave e non sanguina in modo emorragico, non sarebbe meglio provare a capire perchè l'amico ci ha fatto del male, prima di giudicarlo non più tale?E poi siamo veramente sicuri che noi, mai e poi mai lo avremmo ferito?Anche questa è una bella presunzione di noi umani, noi veniamo solo feriti e non feriamo mai. Non è vero noi veniamo feriti e feriamo esattamente allo stesso identico modo.Il problema è sempre racchiuso in quella piccola equazione di prima: siccome gli amici li possiamo scegliere, non sarebbe molto più semplice accettare come amici, volendo loro bene, stimandoli e sperando nella reciprocità dei sentimenti, solo quelle persone che hanno pregi e difetti simili ai nostri? In teoria si ma in pratica sembra che ultimamente il concetto di amicizia sia alquanto svalutato, soprattutto tra i giovani. Si cercano amici con cui uscire, andare al cinema o a mangiare una pizza senza nemmeno sforzarsi di conoscerli realmente, senza nemmeno cercare di capire se sono veramente delle persone con cui, caratterialmente, potremmo avere delle affinità.E' come se nell'era della tecnologia, quella in cui con un clic ci si innamora, ci si lascia, si cercano amici,si litiga con amici, l'essere umano si fosse impigrito e non avesse più molta voglia di mettersi in gioco, faccia a faccia o meglio carattere per carattere. Quindi per quello che vedo, anche attraverso le esperienze dei miei figli, l'amicizia ultimamente è un concetto un pò troppo abusato e ormai liso, ma non è mai stata, nè mai lo sarà, un introvabile tesoro. Sono sicura che anche i giovani lo capiranno, l'amicizia è si un tesoro, ma non introvabile, come tutti i tesori basta avere la buona volontà e il desiderio di cercarlo.
Onestamente mi sembra un pò eccessiva...Quanti di noi possono con assoluta sincerità, almeno con se stessi, dichiarare che nei confronti dei propri amici provano non solo affetto ma soprattutto stima e considerazione? E quanti si sentirebbero di dire che gli amici provano per loro gli stessi sentimenti?Eppure di amici, di compagnoni, di persone che trascorrono buona parte della vita insieme, per amicizia, è pieno il mondo.Siamo animali sociali, che amano vivere in branco e fin da piccoli cerchiamo di condividere il nostro tempo libero con persone che sentiamo simili per età, sesso, o semplicemente perchè sono materialmente disponibili.Non c'è niente di sbagliato in tutto questo, anzi... spesso le amicizie createsi da bambini sono le uniche che resistono al tempo ed al modificarsi, causa la crescita, del carattere.Sono le amicizie che sono cresciute con noi, alle quali vogliamo bene perchè sono parte della nostra vita, perchè condividono la nostra memoria...sono quegli amici che magari crescendo vediamo sempre meno, ma quando li rivediamo è come se ci fossimo lasciati un minuto prima! Fortunate quelle persone che hanno amici così...( se la vita non ti ha allontanato dal luogo dove sei nato e cresciuto, ovviamente!)Ma se invece l'amicizia è nata da adulti, possiamo veramente parlare di amici oppure si tratta di semplici conoscenze con le quali ci troviamo a percorrere un pezzo della nostra vita?Bella domanda...Personalmente ho insegnato ai miei figli che l'amico, se lo si considera tale, se si prova per lui/lei dell'affetto va accettato per quello che è, senza mai giudicarlo e soprattutto senza mai cercare di cambiarlo. Questo è l'unico metro da me usato con le varie persone che hanno attraversato la mia vita, e che io ho definito miei amici. Va da sè, dato che ho già trascorso buona parte della mia vita terrena, che non tutte le persone che ho conosciuto andavano accettate per quello che erano, anzi proprio per quello avrebbero dovuto essere evitate. Ecco questo è un altro grande vantaggio dell'amicizia.L'amico lo puoi scegliere, non devi per forza accettare tutti, nè devi per forza tenerti quelli che trovi. Tutti noi siamo un perfettamente bilanciato paniere di pregi e difetti, dove gli uni non sono migliori degli altri così come gli altri non sono peggiori degli uni. Quindi alcuni miei difettti possono dar fastidio ad alcune persone e ad altre no. Così come i miei pregi per alcuni sono validi, per altri inutili. E' quest'insieme di pregi e difetti che ci rende simpatici o antipatici e che rende gli altri, ai nostri occhi, simpatici o antipatici. Perciò trovare un amico, anche da adulti, non sarebbe per niente difficile, in realtà. Bisogna solo cercare di frequentare quelle persone che ci stanno più simpatiche e a cui noi stiamo, a nostra volta, simpatici. Eppure a volte anche questa semplice equazione non dà il risultato sperato. Perchè?Secondo me perchè tutti noi abbiamo l'arroganza di pensare di essere migliori degli altri, o quantomeno di aver avuto le esperienze giuste che ci hanno permesso, sbagliando, di capire cosa è giusto e cosa no. Ecco allora che, come sempre facciamo con tutte le persone disposte ad ascoltarci, cerchiamo di cambiare l'amico, cominciamo a giudicarlo, ci offendiamo con facilità se questi ha sbagliato con noi, e pretendiamo, dandogli dei consigli o cambiando il nostro atteggiamnto, che il nostro amico si comporti come noi volevamo si comportasse. Non parlo dei consigli nè delle critiche richieste, quelle da un amico sono sempre ben accette, parlo di quei malumori, quei rancorucci, quei fastidi che cominciamo a provare verso un amico quando lui ci ha fatto qualcosa che noi magari non avremmo fatto.Ok l'amico ci ha feriti, ma se la ferita non è grave e non sanguina in modo emorragico, non sarebbe meglio provare a capire perchè l'amico ci ha fatto del male, prima di giudicarlo non più tale?E poi siamo veramente sicuri che noi, mai e poi mai lo avremmo ferito?Anche questa è una bella presunzione di noi umani, noi veniamo solo feriti e non feriamo mai. Non è vero noi veniamo feriti e feriamo esattamente allo stesso identico modo.Il problema è sempre racchiuso in quella piccola equazione di prima: siccome gli amici li possiamo scegliere, non sarebbe molto più semplice accettare come amici, volendo loro bene, stimandoli e sperando nella reciprocità dei sentimenti, solo quelle persone che hanno pregi e difetti simili ai nostri? In teoria si ma in pratica sembra che ultimamente il concetto di amicizia sia alquanto svalutato, soprattutto tra i giovani. Si cercano amici con cui uscire, andare al cinema o a mangiare una pizza senza nemmeno sforzarsi di conoscerli realmente, senza nemmeno cercare di capire se sono veramente delle persone con cui, caratterialmente, potremmo avere delle affinità.E' come se nell'era della tecnologia, quella in cui con un clic ci si innamora, ci si lascia, si cercano amici,si litiga con amici, l'essere umano si fosse impigrito e non avesse più molta voglia di mettersi in gioco, faccia a faccia o meglio carattere per carattere. Quindi per quello che vedo, anche attraverso le esperienze dei miei figli, l'amicizia ultimamente è un concetto un pò troppo abusato e ormai liso, ma non è mai stata, nè mai lo sarà, un introvabile tesoro. Sono sicura che anche i giovani lo capiranno, l'amicizia è si un tesoro, ma non introvabile, come tutti i tesori basta avere la buona volontà e il desiderio di cercarlo.
Non c'è piacere comparabile a quello di incontrare un vecchio amico, eccetto forse quello di conoscerne uno nuovo.
(Rudyand Kipling)
venerdì 7 dicembre 2012
Dall'Olimpo...( capitolo primo )
"...quella altrui!".Ecco finito, pensò stancamente Virginia mentre metteva il punto definitivo all'articolo.Si tolse gli occhiali e con la punta del pollice e dell'indice si strofinò delicatamente gli occhi.Quindi guardò l'orologio..."Cavolo, si è fatto tardi devo proprio scappare, fra poco Aurora uscirà dalla palestra e le avevo promesso che sarei andata a prenderla...".Spingendo velocemente indietro la poltrona girevole di pelle nera, si alzò con agilità e cominciò a raccogliere pile di fogli sparsi per tutta la scrivania. Non era la prima volta, e non sarebbe stata l'ultima, che si portava il lavoro a casa.Del resto da madre divorziata di una ragazza quindicenne aveva ben poco altro da fare; per stare il più vicina possibile alla figlia molto del suo lavoro di redattrice lo doveva svolgere a casa. Benedetti computer, che magnifica invenzione per chi, come lei, scriveva per mantenere se stessa e la figlia. Il direttore poi, era un vero angelo: A lui non importava come e dove Virginia scriveva i suoi articoli, l'unica cosa che gli premeva era che gli articoli di opinione e la posta che Virginia seguiva sul settimanale "Dall'Olimpo", fossero sempre ben scritti e prontamente consegnati una volta alla settimana, preferibilmente di martedi, visto che il giornale si presentava puntualmente, in edicola, ogni giovedì pomeriggio. Quel giorno era, per l'appunto, martedì, quindi Virginia prima di uscire dalla redazione mise la testa dentro l'ufficio del direttore."Capo, io vado devo andare a prendere Aurora, anzi dovrei già essere in macchina" " Si si certo, l'articolo è pronto?" "Si, è salvato nel solito file se vuoi dargli un'occhiata...""Magari lo farò ma come al solito non credo serva, mi fido dei tuoi articoli e della tua diplomatica capacità di dire anche le cose più cattive nel modo più garbato possibile: Ciao allora a domani".Virginia questa volta non era proprio sicura di essere stata molto diplomatica. Le avevano chiesto di scrivere un articolo sugli stupri, che ultimamente erano di molto aumentati. Poichè lei era madre di una ragazzina che cominciava a scalpitare per raggiungere una sempre maggiore libertà, questo argomento la colpiva molto...Quante storie aveva letto, quante foto aveva visto di giovani, meno giovani e troppo spesso giovanissime donne violentate, picchiate, sequestrate e maltrattate per giorni da uno o più maschi barbari e incivili...In ognuna di quelle donne aveva con orrore visto il viso di sua figlia, sua figlia che voleva uscire la sera, che voleva andare al cinema e in discoteca e chissà dove altro ancora; sua figlia con la quale ogni giorno diventava sempre più difficile avere un rapporto civile, o almeno abbastanza educato.Era sempre stata una bimba dolce e affettuosa, la sua Aurora, ma ultimamente sembrava essersi trasformata in una acerrima e quanto mai ipercritica sua nemica! Si certo, Virginia ricordava ancora i suoi quindici anni e di quanto anche lei fosse sempre arrabbiata con la madre, all'epoca, ma non credeva che tra lei e la figlia le cose sarebbero andate allo stesso modo. In fondo i tempi erano cambiati e lei aveva instaurato, con la figlia, un rapporto molto più amichevole e confidenziale di quanto non lo era stato quello tra lei e sua madre. Eppure da un pò di tempo ormai, tra lei e Aurora qualunque banale conversazione finiva col trasformarsi in una guerra all'ultimo sangue.Di solito era lei che perdeva, anche se Aurora, Virginia ne era convinta, pensava il contrario. Messa alle strette, Virginia finiva con l'esercitare la sua autorità materna e anche se mai, in passato, avrebbe creduto di essere capace di farlo, metteva fine alla discussione con un perentorio "Si fa come dico io perchè sono tua madre e basta, discussione finita!". Aurora allora la guardava con il labbro inferiore che le tremava dalla rabbia e usciva dalla stanza come una furia. Lo sbattere della porta della sua stanza indicava che almeno per un pò, non voleva essere disturbata. Eh si, fare la madre non era per niente facile...Virginia aveva sempre creduto che sarebbe bastato dare alla figlia affetto si, ma soprattutto rispetto e comprensione e questo avrebbe di lei sicuramente fatto un'ottima madre. E invece...Da quando poi, ormai quasi due anni prima, Giorgio era andato via di casa, le cose tra le e la figlia erano notevolmente peggiorate.Del resto come spiegare ad una figlia di quindici anni che le cose tra lei e suo padre non erano come sembravano? Che lei come donna, e seprattutto ceme moglie, era stanca delle continue scappatelle di lui? Che si, lui era un padre meraviglioso ma quanto a marito...lasciava parecchio a desiderare. Invece Aurora aveva deciso, senza neanche darle la possibilità di difendersi, che il padre era andato via perchè lei, Virginia, era egoista e cattiva! No, non che le avesse mai detto questo Aurora, ma lei lo capiva dal modo in cui la guardava la figlia quando rientrava dopo essere stata un paio di giorni col padre. Avrebbe sempre voluto chiedere alla figlia se il padre le parlava male di lei, ma poi non aveva mai avuto il coraggio. Del resto è vero che Giorgio era un gran mascalzone donnaiolo, ma con Aurora era sempre stato corretto ed affettuoso e lei non lo credeva veramente capace di certe bassezze.Però...non si conosce mai veramente a fondo una persona. Quante donne aveva visto violentate , e troppo spesso anche uccise, dai loro fidanzati, dai loro compagni o mariti? Erano uomini di cui loro si fidavano e che non avrebbero mai creduto capaci di fare cose del genere; con cui avevano dormito, dai quali avevano avuto dei figli, che avevano amato..."No, non Giorgio, Giorgio non sarebbe mai quel tipo di uomo!", pensò con forza Virginia mentre parcheggiava la macchina di fronte alla palestra, appena in tempo perchè le ragazze stavano per uscire...
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