giovedì 20 dicembre 2012

Dall'Olimpo...(capitolo secondo)

Nel parcheggiare Virginia si rese conto, non senza una certa apprensione, di essere arrivata lì senza nemmeno accorgersene persa com'era nei suoi pensieri di madre preoccupata e moglie ferita!"Spero solo di non essere passata con il rosso" pensò proprio mentre le ragazze cominciavano ad uscire...Ma dov'era Aurora? Ecco Claudia, la sua amica del cuore, ecco la ragazza con i capelli rossi che si chiama...si chiama...niente non lo ricorda mai il nome di quella ragazza ha un nome così strano Asia, Arya,Amia...insomma qualcosa del genere... ma Aurora?? Ah eccola... e un grosso sorriso di sollievo si stampò sul viso di Virginia. Il suo sorriso di madre orgogliosa, nato spontaneo alla vista della bella figlia che si avvicinava alla macchina, però scomparve presto quando si accorse che l'espressione della figlia non era proprio di gioia."Ciao amore tutto bene?" "Uhm uhm""Com'è andata a scuola?" "Solito...""Hai mangiato, sei stanca?""Mamma basta con tutte queste domande, non sono più una bambina, piantala uffa."E sbuffando la figlia si era voltata con aria imbronciata verso il finestrino, per guardare fuori con ostentata indifferenza. "Ok"pensò Virginia "oggi non è la giornata giusta, forse è meglio lasciarla stare."Quindi cercando di apparire normale e non ferita, anche se in realtà lo era eccome, si immise nel traffico e cominciò a guidare in silenzio verso casa. Ogni tanto lanciava uno sguardo alla figlia, sperando di trovarla girata verso di lei e con in faccia quel bel sorriso birichino che aveva da bambina, ma niente...Aurora continuava a guardare, con ostinata perseveranza, fuori dal finestrino come se al di là del vetro si rincorressero i più bei paesaggi del mondo e non file e file interminabili di facciate, tutte ugualmente sporche, di enormi condomini della periferia milanese.Quando Virginia premette il pulsante del cancello automatico che immetteva alla loro villetta, fu quasi sollevata di essere arrivata a casa e di dover scendere da quella macchina dove l'aria cominciava a mancare, per quanto era pesante. A cena però l'umore di Aurora cambiò e da musona e taciturna, qual era stata fino a poco prima, divenne allegra e chiaccherona. Cominciò a raccontarle della sua giornata per filo e per segno e con ricchezza di particolari e riuscì anche a farla ridere raccontandole l'episodio dell'interrogazione, di latino, di un suo compagno che Aurora definiva "più asino dell'asino più asino tra gli asini!"..."Quindi ti dicevo mamma che dato che sabato non devo andare da papà posso andare alla festa di compleanno di Ammina, andiamo in pizzeria e poi al cinema naturalmente sua madre ci accompagna...""Frena frena chi è Ammina?""Come chi è? E' la mia compagna di scuola, quella con quei bei capelli rossi...la  conosci" "Ma non si chiama Asia o Amia o che accidenti ne so?" "No mamma, me lo chiedi ogni volta ed ogni volta sbagli nome. Possibile che proprio non ti entra in testa?Si chiama Ammina A-M-M-I-N-A capito?""Ehi signorina non usare quel tono da saputella con me, sai?E' un nome insolito, non comune quindi non mi viene facile ricordarlo...""No, dalle sue parti è molto comune e poi non è così insolito.""Perché di quale parte è Ammina?""Suo padre è italiano ma sua madre è iraniana, irachena non so con precisione, comunque viene da quelle parti lì. Però non è musulmana e poi parla benissimo l'italiano.E' una dottoressa, sai...""Va bene basta così, in fondo non è importante di dov'è o non è Ammina. Quindi mi stavi parlando di un compleanno, che comprende una pizza e poi un cinema...Ma da sole, sole voi due intendo?" "No certo che no, ci saranno anche Claudia e Stella e poi Paolo, Alberto e Franco e poi ci accompagnerà la mamma di Ammina, prima in pizzeria e poi al cinema..." E la mente di Virginia si rese conto che se la matematica non è un'opinione questo voleva dire che tre più tre fa sei; tre ragazze e tre ragazzi anzi ine/ini in giro soli per Milano di sabato sera..."NO!"quasi urlò senza nemmeno rendersi conto né di averlo detto né di aver usato un tono di voce un po' troppo alto."Cosa no mamma?"Anche il tono di Aurora era cambiato o era una sua impressione? Dov'era finita la ragazza cicalona di poco prima?"No sabato sera non vai da nessuna parte, se vuoi ti porto io a mangiare una pizza e poi al cine..." "MAMMA MA SEI IMPAZZITA O COSA???"Adesso era la voce di Aurora ad avere assunto il tipico tono squillante di una soprano che fa i gorgheggi per schiarirsi la voce."Come puoi anche solo per un attimo pensare che io voglia venire al cinema con te?Io non voglio andare al cinema, voglio andare al compleanno di Ammina, voglio uscire con le mie amiche, per favore mamma..."la frase si era conclusa con un tono decisamente più pacato e quasi supplichevole al che Virginia si era lasciata intenerire ed aveva iniziato un braccio di ferro con Aurora che si era protratto per un tempo infinitamente lungo. Virginia aveva provato a spiegare alla figlia che forse era troppo presto, in fondo aveva solo quindici anni, per cominciare ad uscire la sera. Aurora si era difesa facendole notare che aveva "già" quindici anni e poi non era da sola oltre alle sue amiche ed ai suoi amici ci sarebbero stati con loro i genitori di Ammina. Certo, in pizzeria si sarebbero seduti ad un altro tavolo e al cinema non sarebbero entrati e poi le ragazze si sarebbero fermate a dormire a casa di Ammina "...e pensa mamma, questo è per te un grosso vantaggio, sabato sera puoi uscire anche tu con qualche amica, magari con un collega è tanto tempo che non esci! E poi domenica mattina, non prima delle undici però, vieni a prendermi da Ammina... Dai per favore mamma" e con la furbizia che solo gli adolescenti sanno dove sta di casa, Aurora si era alzata ed aveva abbracciato la madre, stampandole anche uno schioccante bacio sulla guancia. Cosa fare? Sotto un certo punto di vista la figlia aveva ragione, presto o tardi avrebbe pur dovuto cominciare ad uscire e poi anche se questa era la prima volta che usciva la sera, non era sola, c'erano con lei altre ragazze e i genitori di Ammina, a debita distanza d'accordo ma comunque presenti. E poi, e anche questa possibilità stuzzicava parecchio Virginia, lei avrebbe potuto, finalmente, uscire con un'amica o meglio ancora con Giorgio, quel nuovo collega che le faceva gli occhi dolci già da un po'...Bellissimi occhi verdi, per la verità, che lei faceva sempre finta di non vedere, perché come fai ad iniziare una storia se hai una figlia di quindici anni a casa? " E va bene, puoi andare al compleanno ma domani voglio il numero di telefono della mamma di Asia o come diavolo si chiama, voglio sentire da lei qual'è il programma della serata.D'accordo?""Si certo mamma, tutto quello che vuoi, sei la mamma più buona e dolce e meravigliosa del mondo ed io sono così felice di essere tua figlia...""   Ma dove accidenti vanno a scovarla tutta questa furbizia i ragazzi d'oggi?"pensò con un sospiro Virginia prima di girarsi su un fianco e mettersi,  finalmente!, a dormire.

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